sabato 25 marzo 2017
L'INCONTRO CON NANNI SVAMPA
Giovedì siamo andati a Laveno a trovare Nanni Svampa e la sua dolce consorte, eravamo
io, Roberto e Frank. Ci hanno accolto con simpatia e dolcezza. Nanni non può più cantare
per problemi cardiaci, fumava due pacchetti di Marlboro rosse al giorno. Ha nel cassetto
un libro di pensieri, aneddoti, aforismi, e speriamo che Mondadori si decida a pubblicarlo.
E' un uono di quasi 80, malato di cuore, dimagrito, ma lo spirito è sempre arguto, e gli occhi
hanno una luce ridente e una freschezza che commuove. Ci ha raccontato qualcosa delle
osterie della vecchia Milano, mio fratello sta scrivendo un libro sul Pelè, così chiamato
perché scartava e dribblava i poliziotti nelle sue fughe a piedi, e il Pelè è un cantante da
osteria che è entrato in contatto anche con Nanni, questo il motivo del nostro incontro,
ma in realtà è stato più che altro un pellegrinaggio verso un uomo imprescindibile per
chi vuole conoscere Milano, la Milano degli anni Sessanta e Settanta, una Milano viva,
febbrile, dove nelle osterie capitava di vedere Mina giocare a carte o Turatello, il re
delle bische. Una Milano anche violenta ma vitale e imprevedibile. Nanni ci ha detto
che sa parlare tutti i dialetti oltre al milanese ovviamente, ci ha detto una battuta di
Govi, un autore e attore teatrale genovese:" La salute senza palanche è una mezza
malattia". E poi ci ha deliziato con una barzelletta in stile genovese: al bar un genovese
dice a un amico che è morta la moglie, l'amico chiede - che cosa aveva?- e il genovese
risponde - non molto, solo qualche collana e due anelli -. Ci siamo fatti delle belle
risate insieme a Nanni, e ogni tanto ci sbirciava con i suoi occhietti luminosi, forse
domandosi - ma chi cazzo siete? -. La moglie gentilissima ci ha preparato il caffè e
continuava a tirare fuori bottiglie di acqua minerale perché avevamo tanta sete.
Roberto ha portato una torta al cioccolato con lamponi e Svampa si è goduto la torta,
è un gran goloso, mangiando con le mani i lamponi uno a uno, prima di perdersi
nel cioccolato. Al momento dei saluti mi ha guardato e mi ha detto: "Fai il bravo".
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14 commenti:
Cazzo Ricky, quando si dice il caso. Dopo avere visto e ascoltato il Walter Valdi che hai postato, un impeto di nostalgia mi ha portato su youtube per farmi una spanciata di Gufi, quelli con l'articolo determinativo prima del nome: il Nanni Svampa, il Lino Patruno, il Roberto Brivio e il Gianni Magni.
Gli anni 60: le osterie, la ligera, il Cerutti Gino, i scarp del tennis, la vespa, la nebbia..... , ma anche i Gufi che hanno saputo cogliere lo spirito del tempo e del luogo, almeno per i "vecchioni" (nei '60 bambini) come me fottutamente nostalgici di quegli anni.
Mi spiace per la malattia di Nanni Svampa e gli auguro, con grande amicizia, un altro "Gir del mund".
https://www.youtube.com/watch?v=wO9wQlrLFeY
Se non lo conosci eccoti un film su Nanni:
https://www.youtube.com/watch?v=YGKRf-mCfjQ
Giulio
Certo che a dirti: "Fai il bravo!" a te..., mi sa ti prendeva per il culo.
Comunque "malato di cuore" non si può sentire! Fai il poeta solo nelle poesie come un gelataro che fa i frappé?
Freddy, scusa l'intrusione. "Fai il bravo", in milanese "fa 'l brav", detto in quel contesto, cioè nel momento dei saluti, è una sorta di viatico e un'esortazione a non farsi conzizionare da lusinghe mondane.
Detto in altri termini potrebbe essere l'equivalente di "sii te stesso".
Giulio
Grazie giulio. Qui a Roma diciamo: " Cerca di fare poco il cojone!"
Cioè in romano originale sarebbe: "E...Vedi da' fá poco er cojone!"
Comunque credo gliel'avra detto da bravo anziano. In tono paternale semplicemente...
Scusate le cancellazioni...Sbaglio a scrivere tuttouncontinuo.
Quando entro intè sto blog penso al culo vergine di quella vecchia mignotta di Chicca e mi distraggo. SORRY!
Grazie Giulio. Grandi I Gufi.
Ricky al minimo sindacale della conversazione!
https://youtu.be/_PayEcVFfQk
Piergiorgio Cinelli- La fighitina de piassa Arnaldo (versione bresciano/contemporanea della qui sopra)
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