venerdì 17 marzo 2017

CHE COSA HO FATTO OGGI (PER ORA)

Ho fatto colazione al Quarto platano a Vittoria Apuana con mio fratello.
Vicino al Quarto platano abbiamo visto passare una ragazza dal corpo
perfetto, pantaloni stretti, appena si è girata è apparso un culo magnifico.
Due passi al Forte dove ho comprato un libro di articoli di Sciascia e un
saggio sulla borghesia. Poi ho pranzato con mamma, Robi, Isabelle e sua
figlia Velia. Ho mangiato gnocchi al ragù e un uovo in camicia con il
pesto. Prima di pranzare ho giocato con Velia a chi era più infantile.
Velia ha quasi un anno, io quasi 48, e ho vinto io. Nel pomeriggio ho
tosato l'erba del giardino mentre mio fratello zappava l'orticello.
Stasera vorrei andare al cinema a vedere Wolverine! Ecco.

16 commenti:

Anonimo ha detto...


Si, però il ciuccio a Velia lo devi restituire.

Giulio

Anonimo ha detto...

Roby "zappava l'orticello": un risvolto bucolico senza alcuna forma di pudore. Eros a mani nude: questo è. Quasi pari alla nudità dell'infanzia di Dio. Medeuccia

Paoly ha detto...

Essere infantili è travolgente.
Io amo i cavallini con le molle, le altalene, gli scivoli (quanto vorrei salire su un gonfiabile, non l'ho mai provato). E ci salgo. Essendo minuta ritengo sia giusto, dato che ci sono bambini che pesano più di me, oh. Sarò imbarazzante per chi ha la sfortuna di essere in mia compagnia ma i bambini si divertono molto, perciò non vedo dov'è il problema.
Anni fa seguivo un bambino, figlio di un'amica di famiglia, aveva sei anni. Era obiettivamente bellissimo, incantevolmente curioso, così creativo... e fannullone, maleducato, spesso violento... solo, terribilmente solo. Con me si calmava, non so perché. Un giorno giocavamo nel giardino di casa sua, voleva che salissi sulla sua piccola altalena con lui, non era fattibile. Gli ho chiesto se non gli sarebbe piaciuto giocare con altri bambini e lui, stupito dalla mia domanda, mi ha risposto: ma tu sei una bambina! Solo un po' più grande. Ritengo sia una delle cose più belle che mi siano mai state dette. L'ho abbracciato fingendo una lotta, per nascondere gli occhi che mi si arrossavano.
Quando mi dicono che sono infantile mi rattristo, vorrei essere più... affidabile? Seria? Come mi vorrebbero? Ma una parte di me in fondo in fondo ne gioisce.
Non credo avrò mai figli miei... non vorrei geneticamente trasmettergli i tarli mentali che mi rosicchiano, può essere molto spiacevole.
Ma l'infanzia, l'infantilità... sono stupore.

attimiespazi ha detto...

@Paoly
Ciao!
ti ho seguita nel botta e risposta con un utente nell'ultimo post Documentario Sul Nulla di Ricky pubblicato sul Fatto Quotidiano. ti ricordi di me?
hai esposto delle belle argomentazioni, secondo il mio punto di vista. peccato che l'utente con il quale avete scambiato le idee abbia cancellato tutti i suoi interventi e, soprattutto, peccato per la scarsa partecipazione di commenti in uno dei più interessanti (intellettualmente parlando) video-articoli proposti da Ricky. mah..
un saluto da

.attimi

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paoly ha detto...

@.attimi
Ciao!
Certo che mi ricordo di te! La tua immagine mi ricorda moltissimo Haudrey Hepburn. Da ragazzina ogni volta che mi sentivo triste mi guardavo Colazione da Tiffany e la malinconia svaniva... quella "matta autentica" mi incantava e strappava il sorriso di bocca.
... ti ringrazio! Non mi sono accorta che l'altro utente ha cancellato i commenti, ultimamente sono più svampita del solito (ed è tutto dire).
I cambi di stagione hanno su di me un effetto... straniante. Gli odori, e i colori... così densi... credo sia questo.
Anche a me il video-articolo è piaciuto molto, davvero molto.
Hai finito di leggere La Nausea? Come ti senti?
Il tuo blog mi piace molto, ci sono passata :)
Buona domenica!

Paoly

attimiespazi ha detto...

@Paoly

:-)

sì, proprio l'altro ieri ho finito di leggere La Nausea.
notevole nella sua struttura narrativa.
mi ha affascinato il protagonista che sembra decomporre il suo IO per distillare una verità che gli viene svelata da quella esistenza stessa che gli appartiene e della quale dichiara aver paura, e
nella cui - apparente (secondo me)-
Vuotezza
si interesecano altre esistenze che lui osserva attraverso la sua.
una lettura che mi ha molto soddisfatta (della serie "ho speso bene i miei soldi e il mio tempo")
e alla quale mi son dedicata solo quando potevo svuotarmi mentalmente
per far sì di assorbirla pienamente e come merita.
dello stesso autore, forse, leggerò
Le Parole
anche se non mi sono ancora informata precisamente per avere un'idea del contenuto, ma già il titolo mi intriga.

ti lascio un altro stralcio tratto da La Nausea che mi piace molto e che trovo significativo (anche io, come te, leggo con matita alla mano, odorando il profumo delle pagine stampate):
<< ... il cielo è tutto buio, non ci vede più abbastanza per cucire. Dolce luce; la gente sta in casa, certo anche gli altri hanno acceso la luce. Leggono, guardano il cielo dalla finestra. Per loro... è un'altra cosa. Sono invecchiati in un altro modo. Vivono in mezzo alle cose ereditate, ai regali, ed ogni mobile per loro è un ricordo. Pendole, medaglie, ritratti, conchiglie, fermacarte, paraventi, scialli. Hanno armadi pieni di bottiglie, di stoffe, di vecchi vestiti, di giornali, hanno conservato tutto. Il passato è un lusso da proprietari.
Ed io dove potrei conservare il mio? Non ci si può mettere ilpassato in tasca; bisogna avere una casa per sistemarvelo. Io non possiedo che il mio corpo; un uomo completamente solo, col suo corpo soltanto, non può fermare i ricordi, gli passano attraverso. Non dovrei lagnarmi: il mio solo desiderio è stato d'esser libero.>>

due curiosità:
1) il libro di Sartre si auto-introduce con una frase di L.F.Cèline (altro autore notevole che merita la lettura per l'originalità del linguaggio nella narrazione scritta)
"E' un giovane senza importanza collettiva,
è soltanto un individuo"
2) nel libro è presente una canzone che il protagonista sembra citare nei momenti di estrema solitudine:
"Some of these days",
sono andata a cercarla su YT e, considerati i riferimenti dell'autore e che quest'opera è stata scritta nel 1938, penso si tratti di questa versione
https://www.youtube.com/watch?v=SK7DtRAWJGk

buona domenica anche a te, e grazie degli scambi..

.attimi

attimiespazi ha detto...

E.C.
*Céline

Unknown ha detto...

@Attimi Ce n'è pure altre di curiosità. Una è che J.B. Tartre stesso, da anziano, (ormai cieco e alcolizzato) ammise che gli era riuscito un bel giochetto nel libro: cioè trovarsi una giustificazione per se stesso, alter ego di Roquentin. Si sarebbe "salvato" attraverso la scrittura... Sartre in Malafede! Pensa te!!!!

Paoly ha detto...

... credo che Celine sia un mostro.
È incredibile nel suo asciutto, mirato e preciso devastare, per quanto mi riguarda uno scrittore che va letto a digiuno, distillato e a piccoli sorsi o ti blocca la digestione per giorni.
Conosco l'aforisma che hai citato: credo sia uno dei più tragici che abbia mai letto, verità assoluta e spietata, come lui del resto.
Grazie per la dritta sulla canzone! E per gli scambi.


Paoly

Unknown ha detto...

Paoly vedo che hai letto Céline. Peccato che non l'hai capito. Le donne si sa, sono deboli di stomaco.

Unknown ha detto...

Non gli si può far manco tirare le granate. "Hanno paura del botto e quando le lanciano chiudono gli occhi, e sbagliano il bersaglio". Mi sa che era Sartre una delle pièce. Dove lo diceva? Ne "Le mani sporche"?

Unknown ha detto...

O forse è solo il paradosso della fregna di Schrödinger?

Unknown ha detto...

Comunque non si scambiano opinioni di lettura, come le ricette della lasagna. Ahaahah

attimiespazi ha detto...

@FF
la tua opinione sulle "opinioni"
altrui è opinabile.
dal mio punto di vista trattasi di spiccato senso critico
nell'accezione più positiva e propositiva del termine,
e non di opinioni..

.attimi

Paoly ha detto...

@Freddy

Non avevo capito di non aver capito! Ma ora ho capito che potrei non aver capito e non capisco perché allora non ho capito che avrei potuto non capire. Mi hai capita.
In effetti hai ragione: sono dura di comprendonio. Ma torna spesso a mio vantaggio quando non ho proprio voglia di capire. L'interlocutore si snerva, si sfibra e tu, sfoderando la più candida e innocente faccia di tolla che hai in riserva, gli dici che davvero non riesci a capire -so sorry!- che ascolti, si, ma non riesci... e gli chiedi se vuole ripetere ancora. E lui si arrende. Com'è divertente! Come resistere?
La ricetta della lasagna non la scambio con nessuno, è quella della mia mammaaa!