domenica 20 agosto 2017

TUTTE E TUTTI

Tutti i poveri sono miei fratelli in spirito,
tutti i poveri di spirito sono miei fratelli
di sangue, tutte le finestre sono i miei voli,
e che cazzo c'entra questa cosa ora? Boh,
devo continuare la poesia, e la chiami
poesia solo perché le parole sono in fila
indiana? Vai a fare in culo coscienza
dei miei stivali! Dove ero rimasto? Ah,
tutte le donne sono mie sorelle. Che cazzo
dici? Tu non hai sorelle. Già. E poi le
sorelle non le sodomizzi. Già. Quindi?
Tutte le donne sono puttane? No, no!
Vuoi metterti contro il genere femminile?
E poi le mamme? Ma puttana per me è
un complimento! Senti, cambia subito.
Ok. Tutte le donne sono donne. Così va
meglio, te la sei cavata con una tautologia.
Tauto cosa? Logia. Ah.  Continua, sono
curioso adesso. Tutte le capesante...le
capesante? Sì, le capesante, mi è venuta
fame. Allora? Tutte le capesante sono
buone. Non è vero. A Portland ne ho
mangiate di buonissime. Portland Oregon?
No, nel Maine. Ah. Comunque non
vuole dire nulla questa frase. Verso, prego!
E'una poesia. Sì, sì, certo. Continua.
Tutti i falansteri...e che cazzo c'entrano
adesso i falansteri? Una reminiscenza
scolastica. Boh, fai come ti pare ma
ti avverto che stai scrivendo la poesia
più stupida del mondo! Ah, lo ammetti
che è una poesia allora! Senti, che ne dici
se la tronchiamo di netto? Tanto non
sai più come continuare. Questo lo dici
tu. Tutte le ciambelle e tutti i buchi mi
fanno diventare il cazzo duro. E ti pareva?
Se non metti la parola cazzo e la parola
vertigine non sei contento, vero?
Ok. Basta. Mi hai depresso.
Fine. E fanculo.

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