martedì 6 settembre 2016

BRUNO LE CHANTEUR

4 commenti:

rickyfarina ha detto...

Medea :
Biondo trasandato; cavi a profusione. L’entusiasmo di Milena: ha fatto un patto segreto con il sole, solo lei sembra saperlo portare addosso, come un abito; la curiosità di Roberto e, quanto a bellezza, parliamo in termini d’eredità: l’ha presa con le unghie ben limate dalla penombra sibillina dell’utero della Genitrice. Ombrelloni chiusi, mare all’imbrunire; gli ultimi bagnanti temerari, il giorno che finisce, la stagione che declina. Bicchieri capovolti, un culo in bella vista. Il biondo si fa ambrato, Bruno inizia a cantare: la voce calda, l’audio da regolare; la grinta da ripescare dentro e da prenderla a morsi. Un ‘ombra. Graffiante. Che non risparmia di palesarsi, a salvezza dal silenzio, che, col tempo, diventa macigno duro a sopportare. L’ultimo bisbigliare del giorno si perde nel fumo di un’illusione: tabacco e salsedine, nudità esposta, giocolieri ed altalene. “Non sono quello che vorrei”: la vecchiezza, a volte, è il tascapane dei rimpianti, il ricettacolo delle malinconie quand’è il tramonto. L’insoddisfazione e il sogno invincibile della musica che salva: la virilità è il mostro di mille paure.
Si accendono le luci. Bruno canta e si accendono anche i suoi occhi scuri, dell’oscurità di qualcosa che ha perduto. Scuri e bellissimi: sono una tenebra che sparge nella notte un pulviscolo di cipria ambrata e forse quel rammarico di giovinezza si fa risoluta audacia di credere che la vita possa fare ancora un’imboscata alla morte e vincerla, con una canzone d’amore. Siamo formiche incandescenti con l’ardire d’essere giganti. Bruno ha una sfinge dentro ed è qualcosa di incredibilmente suadente.
Lo sciamano allo specchio si toglie il cappello: veni, vidi, vici. Anche i demoni vanno a dormire e resta viva sempre la Poesia.
«Piccolino, che fai solo soletto?»
«Sto giocando al Diluvio Universale.»

Anonimo ha detto...

"... Il mio sogno è nutrito d'abbandono, di rimpianto. Non amo che le rose che non colsi. ....".
Co-co-tte. Come cambiano i tempi : la mia vicina è un'attempata e simpatica signora ed oggi ho prosaicamente comprato (in saldo) tavolo e sedie per il mio giardinetto.

Giulio


riccardofarina69 ha detto...


Ecco, Giulio è uno che nobilita questo blog.

Anonimo ha detto...

Ricky, non ti sbilanciare.
Se esistesse potrebbero conferirmi la laurea ad honorem in scatologia, scienza che applico volentieri quando vengo arronzato da anonimi gentiluomini e gentildonne.
Tornando al tema, ora che ho arredato il giardino e sono riaffiorati alcuni ricordi, inviterò la mia simpatica anziana vicina ad accomodarsi: le chiederò se parla il francese.

Giulio