E’ il film del fiore nella bottiglia. Contrasto tragico di una danza allegra negli imbuti artificiali della terra. Nova ha un volto bellissimo, che porta subito in un’atmosfera da “Tempo delle mele”. E la colonna sonora perfetta per il “fiore nella bottiglia” sarebbe proprio Reality. Ha la convinzione dei folli Nova: quattro frecce che partono dal cuore e puntano dritto al cuore. Un piccolo putto che distribuisce, come in una favola, la genuinità che abbiam dimenticato: “Onestà, compassione, semplicità e amore”. E unisce a tutto questo una piuma. Perché le sue frecce non hanno direzione, sono interscambiabili e soggette a moto perpetuo. Come il Creato. Ma hanno la leggerezza del volo. In questo film mi colpiscono i rumori. Che diventano musica. La vita che scorre in metro, gli altoparlanti stonati, la direzione del vento che Nova coglie, quelle stonature un po’ macabre delle macchinette per tatuare, le voci. E la poesia raggiunge il suo culmine nel finale: i disegni di Nova, i suoi colori, i suoi cuori fatti di ali…e il suo fiore. Il bacio ad Amanda (mai come ora nome parlante), con la sua malinconia negli occhi, e la dolcezza di questo piccolo erote che ha le ali nascoste sotto una giacca scura ed enumera al sole tutti i suoi “I love…”. So che il regista rimane interdetto tra il crederci e il mantenere il dovuto distacco. Il mito del Puro Amore, senza rivisitazioni, o l’illusione che si fa certezza di poter vivere nei sogni? Forse esiste il giardino segreto dentro il Paese delle meraviglie? Cito il poeta: “che sia fonte di gioia il tuo smarrimento/ nel labirinto sventrato che chiami vita, non avere timori inutili, /trema solo per amore”, ma sottoscrivo “Amen”.
2 commenti:
E’ il film del fiore nella bottiglia. Contrasto tragico di una danza allegra negli imbuti artificiali della terra. Nova ha un volto bellissimo, che porta subito in un’atmosfera da “Tempo delle mele”. E la colonna sonora perfetta per il “fiore nella bottiglia” sarebbe proprio Reality.
Ha la convinzione dei folli Nova: quattro frecce che partono dal cuore e puntano dritto al cuore. Un piccolo putto che distribuisce, come in una favola, la genuinità che abbiam dimenticato: “Onestà, compassione, semplicità e amore”. E unisce a tutto questo una piuma. Perché le sue frecce non hanno direzione, sono interscambiabili e soggette a moto perpetuo. Come il Creato. Ma hanno la leggerezza del volo.
In questo film mi colpiscono i rumori. Che diventano musica. La vita che scorre in metro, gli altoparlanti stonati, la direzione del vento che Nova coglie, quelle stonature un po’ macabre delle macchinette per tatuare, le voci.
E la poesia raggiunge il suo culmine nel finale: i disegni di Nova, i suoi colori, i suoi cuori fatti di ali…e il suo fiore. Il bacio ad Amanda (mai come ora nome parlante), con la sua malinconia negli occhi, e la dolcezza di questo piccolo erote che ha le ali nascoste sotto una giacca scura ed enumera al sole tutti i suoi “I love…”.
So che il regista rimane interdetto tra il crederci e il mantenere il dovuto distacco. Il mito del Puro Amore, senza rivisitazioni, o l’illusione che si fa certezza di poter vivere nei sogni? Forse esiste il giardino segreto dentro il Paese delle meraviglie?
Cito il poeta: “che sia fonte di gioia il tuo smarrimento/ nel labirinto sventrato che chiami vita, non avere timori inutili, /trema solo per amore”, ma sottoscrivo “Amen”.
Tua Strega.
Amanda! Amanda Lim!
amo infinitamente questo ritratto, ci sono delle immagini mute bellissime.
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