lunedì 12 settembre 2011

ELENA E MEDEA

Elena è alta, quando porta i tacchi diventa altissima.
Medea non è alta, anche quando porta i tacchi non è alta.
Negli occhi di Elena la follia si è fatta un nido di sonno.
Negli occhi di Medea la follia ha i tormenti di una veglia in fiamme.
Quando vanno in taxi assieme si tengono la mano.

Elena è aristocratica, languida, vive sul velluto, un velluto che
nasconde punteruoli di ghiaccio. E sorride per non morire.
Medea è un'aliena precipitata nel sale degli abissi, conosce la
grammatica dell'annegamento, e lecca le ferite del mare.
Sono una strana coppia di femmine, enigmi ardenti e fertili. 

Elena ha paura delle persone indiscrete, Medea pensa che sia
l'intimità a essere indiscreta. Elena nasconde, è madre di segreti
spaesamenti, Medea straripa, come il suo seno, e la sua anima.
Anche Medea è madre, madre mutilata da gravidanze immobili.
Quando si dicono addio lo fanno sottovoce, per non svegliare

gli spiriti dell'Eccidio.

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