Ieri notte due zanzare mi hanno tormentato il sistema nervoso. Ho
lasciato che mi succhiassero ( sono le uniche creature in fondo che
lo fanno in questo periodo della mia vita), volevo che fossero piene
di sangue prima della mia vendetta al mattino. Un tubetto di Floderm
sul comodino mi ha aiutato a lenire il prurito, una pomata a base di
estratto di liquirizia. Ho atteso il mattino con intermittenze oniriche.
Mi sono svegliato. Ho preso in mano un quotidiano e ho iniziato a
posare il mio sguardo freddo sulle bianche pareti del monolocale.
Nessuna pietà nel mio cuore, quel sangue mi appartiene: è mio.
Eccola, ecco la prima, è ignara, è gonfia di sangue, si riposa sulla
parete sopra il tavolo. Uso la prima pagina di Repubblica di qualche
giorno fa, il mio lancio è netto, preciso, felice, e proprio sul titolo
"Schianto in volo tra Tornado" l'insetto-puttana trova la sua piccola,
infinita morte. L'altra non riesco a trovarla, l'altra tornerà a ronzare,
a succhiarmi, e non avrò pace fino a quando non riavrò il mio sangue.
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