Ogni tanto mi capita di scrivere pensieri misogini, mi rendo conto
dell'effetto di giusta reazione che suscitano, ma si tratta anche
di una sorta di esperimento, oltre che di sfogo personale.
Mi piace analizzare i risvolti emotivi che scatenano le mie parole.
Ho ricevuto commenti ironici e rabbiosi, per carità, ognuno
commenta come vuole, ma non ricordo di avere trovato la grazia
della profondità. Per profondità intendo una capacità di lettura
che vada oltre l'apparenza, che si interroghi sull'origine di tali
pensieri. L'origine è semplice: disagio, malessere, energia sessuale
menomata. Sofferenza, in una parola. Squilibrio genitale.
Il risentimento è bello, aiuta a ri-sentire. E io scrivendo questi
pensieri misogini mi ascolto, e cerco di curarmi, di analizzare
me stesso, è una sorta di terapia in pubblico che faccio anche
con i miei film. Mi curo. E per curarmi devo ammalarmi in
profondità. Andare all'origine del mio male. Per venirne fuori.
Scriverò tutto quello che mi passa per la testa e per il cuore.
Lo farò per aiutare il mio cazzo. Ho degli organi spettacolari.
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