domenica 17 febbraio 2013

DIRITTO DI VUOTO


Per queste elezioni ho deciso di esercitare il mio "diritto di vuoto".
Voto di protesta? No. Non vado alle urne per protestare, vorrei andarci
cantando allegramente, magari con una margherita fra i denti.
L'unico vero voto di protesta sarebbe quello dato a Berlusconi, non
certo a Grillo, ma non riesco a votare Berlusconi, le mie orecchie
me lo impediscono. Le mie orecchie amano la musica. Allora per chi
dovrei votare? Anzi: per che cosa? contro che cosa? Mi sembra tutto
vile calcolo, tutto meschino. Tutto triste. Mentre l'unica cosa veramente
interessante è la follia, come direbbe Chamfort. Ecco: voterei per un
folle. Per un uomo dalla mente stravolta. Per stravolgere tutto.  
La razionalità ha fallito. La razionalità va relegata solo nel campo
della medicina. Nei lager ospedalieri. Chi è folle oggi tra i politici?
Nessuno. Hanno arredato i propri emisferi con robetta di seconda
mano, parole trovate nei supermercati delle "idiotologie". Sono tutti
derivati televisivi. Scorie di un mondo putrefatto. Nessuno di loro
ha l'odore della verità sulla pelle. Sono tutti telegenici, Grillo è il più
telegenico di tutti. Non è solo telegenico, è anche telematico.
Paradossalmente una politica che dovrebbe avvicinarsi sempre di più
al cittadino in carne e ossa viene propugnata da un "telecomico".
Anche quando va nelle piazze a sbraitare non senti di essere davanti a
un uomo: è un telecomico-teleincazzato-telegenovese che parla a una
blog-folla blog-incazzata. No, non voterei mai per un teleuomo. 
Ho chiesto a un macellaio sardo di nome Antonio: "Antonio, ma tu sei
su facebook?". Sapete che cosa mi ha risposto? "No Riccardo, io sono
nei boschi". Nei boschi. E ho sentito l'odore della verità. Ho sbagliato,
non voterei per un folle, mi correggo, voterei per un macellaio
sardo che vive nei boschi di nome Antonio. Sapete se si è candidato? 

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