domenica 27 gennaio 2013

ELIO


Hai i globuli bianchi impazziti. Hai un linfoma.
Ami il vino rosso e il sorriso degli amici.
"Che cosa mi narri?" chiedi quando entro
nella tua camera d'ospedale.

Mi dici che inganni la giornata, che fai pulizie
in questa stanza che non è tua.
La tua casa è vicino al mare e ti chiama,
con il suo orto e le sue scale. 

Mi parli di una esperienza orribile: si chiama
PET, emissione di positroni, medicina
nucleare, bioimmagini del tuo corpo.
Avresti voluto urlare, ma non hai urlato. 

Perché sei forte, perché ti sentivi impazzire
dentro quel loculo radioattivo ma non hai
ceduto, per te, per Bruna, per tuo figlio.
Ti chiamano al cellulare, rispondi.

" Il bersaglio è piccolo ma io miro lo stesso"
dici con un sorriso a una amica.
La chemio è il cibo quotidiano che spezzi
nelle tue vene, è il veleno della speranza.

"Ciao Pà" ti dice tuo figlio, è un affetto
sobrio quello che vi lega, non avete bisogno
di baci e abbracci, in quel saluto c'è già
tutto, e anche nella sua muta risposta.

Ami il vino rosso e il sorriso degli amici.
Il respiro del mare lambisce il tuo letto bianco.
Anche in questa stanza asettica.
E io vedo una conchiglia sul fondo della
tua flebo, e vedo Bruna che ti sorride.

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