Non cerco di vincere la disperazione ma di convincerla,
le dico nei momenti notturni che mi capitano anche di giorno:
"senti disperazione, io sono fatto di carne, sono acqua, sete, e
desiderio, sono fuoco e ustioni di vario grado, sono amore e
slancio, amo il profumo dell'erba e la voce degli
uomini, hai capito? Lasciami in pace". E la disperazione
non risponde, non ha bisogno di farlo, lei custodisce in
sé il segreto della polvere, la disperazione è la regina
degli acari e ride dei miei futili tentativi. Che disperazione!
4 commenti:
La disperazione è un peccato contro la seconda virtù teologale (la più subdola: la speranza). Ma cercare di convincerla è peccato di superbia: vizio capitale. Cedere alla disperazione è sprofondare nella debolezza e ripudiare quindi tutte le virtù teologali. E' un bel dilemma, forse un trilemma. Allora, abbi fede e fammi la carità: opponiti delicatamente alla disperazione. Trattala con pazienza senza blandirla. Spera moderatamente.
Mi sembra un consiglio saggio, moderato, centrista, quasi democristiano! Accetto!
RobySan, oddio, sei andreottiano!
Lo sapevi? Ora lo sai! Salvati finché
sei in tempo fratello! Salvati o la tua
anima brucerà per l'eternità!
Hai presente il coro dei "Cinque Madrigalisti Moderni"? Quello che in "Amici miei", di Monicelli, canta:
MAVAAAAFFFANZUUUUN!!!!
Ecco, quello te volevo di'.
Posta un commento