sabato 30 luglio 2011

POESIA DEL MOSCERINO

Sono solo nell'ufficio che fu di mio padre,
qui vendeva turbine a vapore per conto
degli americani, il suo lavoro si svolgeva
al telefono, era brillante papà, raccontava
barzellette, era carismatico, i pistoni, il
vapore, la temperatura, la pressione erano
solo il pretesto per esprimere la sua
pirotecnica personalità, e io lo ammiravo,
sapevo che il mio benessere era il frutto
di quella sua voce che divertiva i clienti,
papà era immenso, pesava 180 chili, ed
era l'uomo più bello del mondo, quando
si guardava allo specchio imitava Clark
Gable, era sempre elegante, specialmente
con quel suo completo bianco, era un
transatlantico di gentilezza e bontà.
Anche nella bara era elegante, una bara
speciale a due piazze, i necrofori hanno
faticato sette camicie, e stavano quasi
per inciampare sul sagrato della chiesa,
sarebbe stata la sua ultima barzelletta.
Papà è stato cremato, ed è diventato
leggero, leggero come la cenere.
Sto scrivendo nel suo ufficio dove
ancora sento echeggiare la sua voce
limpida e radiosa. Un moscerino si
agita contro lo schermo del computer.
Devo tutto a mio padre. Anche
questo moscerino.

2 commenti:

Eleonora ha detto...

Mi si è disegnato uno scenario bellissimo nella mente.
Grazie

E.

rickyfarina ha detto...

grazie a te, mi fa sempre piacere saperti tra i miei fedelissimi, sei una ragazza molto in gamba.