sabato 16 luglio 2011

PENSIERI NATI SULLA SPIAGGIA

Un giorno passerà un'autoambulanza a sirene spiegate, ma non
saremo noi a tapparci le orecchie, saranno gli altri.

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Bisognerebbe morire sempre nel tempo libero:fa più chic.

*
Ho troppi sogni, non ci stanno tutti in un misero cassetto,
così li ho messi anche nell'armadio a fare compagnia
agli scheletri.

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Sono un uomo ottimista, potrei affogare anche in un
bicchiere d'acqua mezzo vuoto.

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Morire è un atto d'ufficio, è la burocrazia della Necessità,
ma bisogna vivere in modo tale da rendere assurda
questa burocrazia.

*
Mi piacciono le persone che vivono di pause aristocratiche,
quelle che sostano davanti a una tartina al caviale e pensano
al mistero dell'esistenza.

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Quando ho paura di morire penso al vento, anche lui spira,
ma il suo lamento è trasparente e si placa senza dolore.

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Vivere è scandaloso, è un atto osceno in luogo pubblico.

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Ogni volta che esco da un cimitero mi sento un
formidabile bugiardo.

*
Sono molto imbranato nel sesso, non so mai da che parte
iniziare, lo tiro fuori subito o la bacio delicatamente?
Sono un amletico genitale, avrei bisogno di un suggeritore
nascosto sotto le coperte.

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Ho una sessualità autoreferenziale e scandalistica, appena
vedo il mio cazzo mi viene voglia di fotografarlo, sono in
sostanza un paparazzo del mio apparato genitale.

*
Lei voleva un uomo con un lavoro qualificato, ma il mio
compito è squalificare la realtà:sono un poeta.

*
Il mio passatempo preferito sarebbe quello di spulciare
le sedicenni, devo trovare una sedicenne con le pulci.

*
Dio ha messo il silenziatore all'universo, è un killer
professionista.

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Non mi sono mai sentito un disoccupato, coltivare
i propri sogni è una variante dell'agricoltura, e la
mente è un formidabile aratro.

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Odiava la natura, gli alberi lo inalberavano.

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Essere se stessi è la cosa più difficile che ci sia,
molti sono soli i commessi viaggiatori della propria
identità. E viaggiano su binari morti.

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