Ho deposto le mie vertigini, è tempo di avvicinarsi
al segreto della terra, di cogliere le sue mortali chimere,
frutti che nascono nella bocca, e lasciano un sapore
di amare verità, ma così limpide che svaniscono subito.
Non posso cedere, è tempo di farsi carico di tutta
la leggerezza del Creato, e di danzare insieme ai cosmi
increati delle mie solitudini, spillare sangue dalle rape
mi disseta, mi scavo una fossa senza fare rumore,
nella violenza illesa di questa mia strana quiete.
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