giovedì 18 settembre 2008

IL REGALO DI BORGES

Anche la cecità progressiva di Borges era una promessa,
questo lento crepuscolo dei colori era la promessa
di una luce ancora più profonda della stessa cecità.

Ecco una delle poesie più belle tratta dal suo
Elogio dell'ombra.


The Unending Gift

Un pittore ci aveva promesso un quadro.
Ora, in New England, ho saputo che è morto. Ho sentito,
al pari di altre volte, la tristezza di comprendere che
siamo come un sogno. Ho pensato all'uomo e al
quadro perduti.
(Solo gli dèi possono promettere, perché sono immortali).
Ho pensato a un luogo prefissato che la tela non occuperà.
Poi ho pensato: se stesse lì, sarebbe col tempo una cosa di
più, una cosa, una delle vanità o abitudini della casa;
ora è illimitata, incessante, capace di qualsiasi
forma e qualsiasi colore e non costretta in alcuno.
Esiste, in qualche modo. Vivrà e crescerà come una
musica e starà con me fino alla fine. Grazie, Jorge Larco.
(Anche gli uomini possono promettere, perché nella
promessa è qualcosa di immortale).

*

Questo ragazzino, la sua voce, il suo volto,
rappresentano il nostro tempo.




Questo poeta, il suo volto, la sua voce, rappresentano
un tempo ormai passato.

Nessun commento: