lunedì 11 agosto 2008

UN CAPOLAVORO ASSOLUTO

Uno dei film più belli della storia del cinema.
Il Jekyll and Hyde di Mamoulian, del 1931.

In questa prima scena Jekyll aiuta una prostituta,
è sessualmente attratto dalla donna, ma lui è un
rispettabile medico della buona società, le convenzioni
castrano le sue pulsioni, il desiderio brucia, e il
regista lo rende stupendamente con la gamba
della prostituta che oscilla nella mente di
Jekyll mentre scende le scale, e lei continua
a sussurrare quel "torna, torna presto". Una scena
da brivido, vero cinema immortale.




In questa seconda scena finalmente Hyde nasce alla vita, libero,
libero dalle convenzioni della società, il male è visto come
una libertà assoluta, energia pura, finalmente quella
"gamba che oscilla" potrà essere goduta, senza rimorsi,
senza sensi di colpa. La libertà in questo caso coincide
con la "necessità" della natura, del desiderio primitivo,
ancestrale, carnale, non più costretto a indossare la camicia
di forza del ritegno, della forma, dell'educazione.
La natura "libera" l'uomo civilizzato.

Ma questa libertà senza controllo è molto pericolosa.


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