martedì 6 agosto 2019

L'ASTRONAUTISTA

Oggi, seduto comodamente sul mio divano,
ho visto sul telefonino un video di un paracadutista
che si è lanciato in caduta libera dallo spazio.
Cadendo ha superato il muro del suono.
Poi ha aperto il suo paracadute, e l'astronautista
(paracadutista + astronauta) è atterrato
con infinita grazia, portandosi dietro
il profumo delle stelle. Pare abbia detto:
"Certe volte bisogna salire molto in alto
per capire quanto siamo piccoli".
Stava quasi per diventare il mio eroe,
ma ho scoperto che è un uomo di destra,
che è contro gli immigrati, che approverebbe
senza riserve il decreto sicurezza di Salvini,
e allora sono rinsavito e quel suo salto
dallo spazio mi è sembrato una futilità
senza senso, ci vuole molto più coraggio
a essere un migrante, a sfidare gli abissi per
una speranza di una vita più degna.







10 commenti:

marti64 ha detto...

Al tempo dei romani non c'erano gli immigrati,le persone deportate e rese
schiavi.Oggi una gran parte di chi approda liberamente e non è schiavo qui
in quel che fu l'impero romano d'occidente, nella nostra odierna europa, il responsabile di tutto ciò è Salvini o del sistema?

Anonimo ha detto...

L'onestà intellettuale:

«Quando ero un rivoluzionario marxista, eravamo tutti a favore di più immigrazione possibile.
Non perché ci piacessero gli immigrati, ma perché non ci piaceva come era la società britannica. Abbiamo visto gli immigrati – da qualsiasi luogo – come alleati contro la società conservatrice che il nostro paese era ancora alla fine degli anni Sessanta. Volevamo usarli come grimaldello.
Inoltre, ci piaceva sentirci ‘superiori’ alle persone comuni – di solito delle zone più povere della Gran Bretagna – che videro i loro quartieri improvvisamente trasformati in presunte “comunità vibranti”.
Se avevano il coraggio di esprimere le obiezioni più miti, subito li accusavamo di razzismo. Era facile.
Noi studenti rivoluzionari non vivevamo in tali aree “multietniche” (ma venivamo, per quanto ho potuto vedere, per lo più dalle zone ricche e le parti più belle di Londra).
Potevamo vivere in luoghi ‘vibranti’ per alcuni (di solito squallidi) anni, in mezzo a degrado e bidoni traboccanti.
Ma noi lo facemmo come dei vagabondi senza responsabilità e in modo transitorio, non avevamo figli. Non come i proprietari di abitazioni, o come genitori di bambini in età scolare, o come gli anziani che sperano in un po ‘di serenità alla fine delle loro vite.
Quando ci laureammo e cominciammo a guadagnare soldi seri, in genere ci dirigemmo verso le costose enclave di Londra e diventammo molto esigenti su dove e con chi i nostri bambini andavano a scuola, una scelta che felicemente abbiamo negato ai poveri delle città, quelli che abbiamo sbeffeggiato come “razzisti”.
Ci interessava e ci siamo curati della grande rivoluzione silenziosa che già allora cominciava a trasformare la vita dei poveri inglesi?
No, per noi significava che il patriottismo e la tradizione potevano sempre essere derisi come ‘razzisti’.
E significava anche servi a basso costo per i ricchi della nuova classe media privilegiata, per la prima volta dal 1939, così come ristoranti a buon mercato e – in seguito – costruttori a buon mercato e idraulici che lavoravano in nero.
Non erano i nostri salari che erano depressi dall’immigrazione, o il nostro lavoro che finiva fuori mercato. Gli immigrati non facevano – e non fanno – il genere di lavoro che facevamo noi.
Non erano una minaccia per noi. Ma per la gente normale.
L’unica minaccia per noi, poteva venire dai danneggiati, dal popolo britannico, ma potemmo sempre soffocare le loro proteste, suggerendo che erano ‘moderni fascisti’.
Ho imparato da ciò, che ipocrita snob e persona arrogante ero (e la maggior parte dei miei compagni rivoluzionari erano).
Ho visto posti che ho conosciuto e nei quali mi sentivo a casa, completamente cambiati nel giro di pochi anni.
Ho immaginato come sarebbe stato, crescere in uno di quei posti, bloccato in un quartiere squallido come un inglese qualunque, strade strette dove i miei vicini parlavano una lingua diversa. E a poco a poco ho iniziato a diventare un solitario, traballante straniero in un mondo che conoscevo, ma che non riconoscevo più.
Mi sono sentito profondamente, irrimediabilmente triste per quello che ho fatto e per non aver detto nulla in difesa di coloro le cui vite sono state stravolte, senza che fosse loro mai stato chiesto il permesso, e che sono stati avvertiti in modo molto chiaro che, se si fossero lamentati, sarebbero stati disprezzati e reietti. Definiti “razzisti”.»

Peter Hitchens, ex esponente della sinistra britannica più radicale, Partito Laburista.

Davide ha detto...


Anonimo, quando ci vuole ci vuole.
Contributo da conservare assolutamente.
Grazie.

Anonimo ha detto...

23:31 perfetto quadro della realtà .... ma temo, come consueto, che chi non vive sulla sua pelle certe realtà e non vuol veder le ceneri dei suoi ideali non farà mai l’atto di sincerità e generosità di accettare che vi sono delle utopie irrealizzabili nel mondo animale di cui facciamo parte. Ipocritamente farà la sua scelta razzista....il suo ideale prevarrà, sceglierà la fazione che rappresenta il suo ideale e su ciò travolgerà i dissenzienti negando loro persino il diritto di reclamare. Favorendo così la guerra dei poveri, ma appiccata sempre dai più ricchi.

Anonimo ha detto...

"Non erano una minaccia per noi. Ma per la gente normale."

Vero, ma farina pensa di far parte di una sorta di elite, per cultura ed estrazione sociale, mentre nella realtà è un poveraccio messo peggio di un parcheggiatore abusivo.
Penso che, come lui, in Italia ce ne siano a migliaia, e sono quelli che, di fatto, stanno impedendo di occuparsi di Salvini e i suoi come si meriterebbero.
Gente senza palle, che non le ha mai avute, ma che siccome ha fatto 2 assemblee all'università e magari aveva nella classe a fianco un paio di di tizi di Lotta Continua pensa ancora di essere di sinistra.

In Italia non esiste ne è mai esistita una vera borghesia, se economica ne intellettuale. In Europa sì, specie in Francia e in Inghilterra, e marginalmente in Germania, dove oggi infatti si torna a parlare di ortoliberismo, e di uscita dall'economia di mercato senza controllo dei Chicago Boys. In Italia abbiamo questa classe di bambinoni cresciuti male che ancora pensano di stare negli anni 70/80, e parlano di socialismo e accoglienza come fossero ancora a scuola, oppure sono diventati i migliori rappresentanti del berlusconismo, magari a loro insaputa. Notare cosa fa oggi il PD in parlamento.

Al solito Farina parla, scrive anche in forma corretta e aulica, di cose che non capisce, che non sa, e che non vuol sapere. Che poi Baumgartner sia uno stronzo nessuno lo discute.

Anonimo ha detto...

Quello che stiamo vivendo si chiama Antropocene. L'uomo ha cambiato e continuerà a cambiare il volto del pianeta come solo le forze della Natura, fino a ieri, hanno potuto fare.
L'era del petrolio non finirà ancora per decenni, e questo causerà il disastro definitivo che ormai è sotto gli occhi di tutti.
L'inclusione non è matematicamente possibile, a livello economico. Sia perché le risorse non sono sufficienti e sia perché il sistema basato sulla circolazione dei capitali lo consente. E chi controlla le risorse controlla anche i capitali.
Se solo ci si ferma un attimo e si riflette appare chiaro che solo una drastica riduzione della popolazione mondiale potrà permettere alla razza umana di proseguire il viaggio interplanetario che la Terra sta compiendo pare da circa 4 miliardi di anni. La cifra che molti analisti stimano come ottimale, compatibile ciò con il moderno rateo consumo di risorse da parte di una classe di esseri umani è 800 milioni di individui totali.
Ora, inquadrare questo semplice fatto nella vita di ognuno di noi e magari per quella di una paio di figli, per chi ce li ha, diciamo per i prossimi 50 anni, è talmente devastane da risultare improponibile, inconcepibile, persino ridicolo, puerile, fantascientifico.
Eppure è così. E' evidente.

La spensierata bontà d'animo, sempre pagata da qualcun altro si intende, dei Farina, e solo un modo come un altro di passare il tempo, in attesa che il disastro arrivi, un giorno o l'altro, a bussare direttamente alla nostra porta.

Anonimo ha detto...

ORDOLIBERISMO... non orto. Sorry.

Anonimo ha detto...

Per la cronaca:

Baumgartner non ha fatto niente che non fosse già stato fatto nel 1960 da J. Kittinger (progetto Man High), solo con tecnologie più sicure e raffinate.

Anonimo ha detto...

"Perché nel cervello di un coglione il pensiero faccia un giro, bisogna che gli capitino un sacco di cose e di molto crudeli"
Louis-Ferdinand Céline

Anonimo ha detto...

"Near, far, wherever you are, I believe that the heart does go on"
Celine Dion.