domenica 30 aprile 2017
venerdì 28 aprile 2017
ELOGIO DELL'ANTIPATICO
L'antipatico è il contrario del simpatico. Il simpatico è simpatico, non ci sono dubbi al riguardo,
tranne nella versione deteriorata del "piacione" che è uno che vuole piacere prima di tutto a se
stesso senza veramente entrare in "simpatia" con il prossimo. L'antipatico è decisamente antipatico,
ed ha una sua valenza rivelatrice, l'antipatico rivela l'altro, non vuole sedurlo ma spronarlo, si pone
come antagonista a ogni morbidezza, a ogni servile galanteria, l'antipatico disturba la quiete, ma
non quella pubblica, quelli sono solo volgari schiamazzatori, l'antipatico disturba la quiete
interiore, ti costringe a venire allo scoperto, a calibrare i tuoi stati emotivi, ti accarezza contropelo
per metterti alla prova, e in fondo agisce in questo modo per simpatia verso il conflitto.
In sostanza l'antipatico si pone su un piano di verità tanto quanto il simpatico, e forse con
più forza e intensità. Quindi, a questo punto, amando i paradossi, mi trovo costretto a dire che
gli antipatici mi sono simpatici. Certo vanno presi a piccole dosi, in una sorta di mitridatismo
che è un veleno ma anche un farmaco. L'antipatia è una benedizione, ci aiuta a scavare in noi
stessi. Ci obbliga a prendere posizione, come nel sesso. L'antipatia è una forma d'amore.
tranne nella versione deteriorata del "piacione" che è uno che vuole piacere prima di tutto a se
stesso senza veramente entrare in "simpatia" con il prossimo. L'antipatico è decisamente antipatico,
ed ha una sua valenza rivelatrice, l'antipatico rivela l'altro, non vuole sedurlo ma spronarlo, si pone
come antagonista a ogni morbidezza, a ogni servile galanteria, l'antipatico disturba la quiete, ma
non quella pubblica, quelli sono solo volgari schiamazzatori, l'antipatico disturba la quiete
interiore, ti costringe a venire allo scoperto, a calibrare i tuoi stati emotivi, ti accarezza contropelo
per metterti alla prova, e in fondo agisce in questo modo per simpatia verso il conflitto.
In sostanza l'antipatico si pone su un piano di verità tanto quanto il simpatico, e forse con
più forza e intensità. Quindi, a questo punto, amando i paradossi, mi trovo costretto a dire che
gli antipatici mi sono simpatici. Certo vanno presi a piccole dosi, in una sorta di mitridatismo
che è un veleno ma anche un farmaco. L'antipatia è una benedizione, ci aiuta a scavare in noi
stessi. Ci obbliga a prendere posizione, come nel sesso. L'antipatia è una forma d'amore.
CARMENCITA
Ecco uno dei miei film saggio, a rivederlo dopo 7 anni assume proprio la valenza
di un documento sull'era berlusconiana, non trovate?
di un documento sull'era berlusconiana, non trovate?
giovedì 27 aprile 2017
mercoledì 26 aprile 2017
PICCOLO RACCONTO DIABOLICO
Bisogna sempre distrarsi nella vita, se non ti distrai sei fottuto. Valter Lucini era un uomo
attento. Molto attento. Non gli sfuggiva nemmeno un particolare. Teneva il conto dei propri
respiri. Sapeva a memoria i propri ricordi, e che non vi sembri un paradosso.
Nella vita faceva il contabile, il contabile delle proprie emozioni che annotava su
quaderni a quadretti rossi. I battiti del proprio cuore erano tutti registrati da una
macchinetta, un holter privato e intimo che portava sempre addosso, tranne quando
faceva la doccia. La doccia era il suo unico momento di distrazione. Per il resto tutto
era sotto controllo, o almeno così s'illudeva che fosse. La sua libreria era piena
di quaderni a quadretti rossi. Quei quaderni erano l'enciclopedia dei suoi attimi, quelli
vissuti e quelli immaginati. Era un uomo solo, non aveva animali domestici.
Valter Lucini bastava a se stesso. Il sesso era una sega al mese, il liquido spermatico
veniva ogni volta analizzato sul vetrino di un microscopio. Godeva a vedere i suoi
spermatozoi scodinzolare tra l'infrarosso e l'ultravioletto. Il suo hobby preferito
consisteva nel passare ore davanti allo specchio a contarsi i puntini neri sul naso.
Una mattina sentì bussare alla porta. Contò i passi e posò l'occhio sullo spioncino.
Che sorpresa! Una donna nuda, bellissima, statuaria, dai neri capelli fluenti, era
in attesa. Valter Lucini misurò la propria erezione con un righello che teneva
sempre nella tasca dei pantaloni: i soliti fottuti 14 centimetri! Non uno di più e
non uno di meno. La vita è stronza quando è misurabile. Per questo gli uomini
hanno inventato Dio. Per confondere l'aritmetica della disperazione. Valter Lucini
si fece coraggio e aprì la porta all'improvviso, la testa della donna rotolò dentro
casa, e il corpo nudo si afflosciò come un sacco di patate sensualissime. Non si era
mai vista una decapitazione invisibile, e Lucini fu il testimone involontario di
questo fenomeno più unico che raro. La rivoluzione era entrata in casa sua, e
non era francese. O forse sì, la donna del resto non poteva parlare, quindi la sua
nazionalità era ancora un mistero. Valter Lucini mantenne il sangue freddo, richiuse
la porta. Un corpo senza testa non era di suo interesse, pensò che la polizia
avrebbe fatto delle indagini, ma non subito. Aveva ancora del tempo per risolvere
l'enigma di quella testa rotolata in casa sua una mattina qualunque. Prese la
testa per i capelli, lo sguardo vitreo della donna lo fissava, e gli sembrò di
notare una gelida ironia. Posò la testa sul divano, aprì l'ennesimo quaderno
a quadretti e annotò: testa rotolata in casa mia, capelli neri, labbra carnose,
occhi azzurri, naso leggermente a patata, il corpo è sul pianerottolo, non riesco
a spiegarmi questa decapitazione, ho ancora il cazzo in erezione. Chiuse il
quaderno rosso e iniziò a riflettere sedendosi sul divano vicino alla testa mozzata.
Inizò a provare un orrore crescente. Un orrore che forse era un errore.
Sentiva dentro di sé che quella testa gli avrebbe scompaginato la vita. Ma
non c'era possibilità di ignorare il fenomeno, la testa lo fissava con una
sbavatura di sorriso sulle labbra gelide. Tremava d'assurdo. Decise di farsi
una doccia. Si tolse la macchinetta contabattiti, e portò la testa dentro la
doccia. Aprì l'acqua calda, teneva la testa mozzata davanti al proprio volto.
Erano due teste bagnate una di fronte all'altra, una testa era viva, l'altra era
morta, o così sembrava. Usò lo shampoo al cocco per lavare i capelli neri
della testa mozzata, massaggiava quei capelli fluenti con orrore, ma dentro
quell'orrore c'era anche una insidiosa forma d'amore, era eccitato, e si
masturbò, e per la prima volta non pensò al suo microscopio. Quando
chiuse l'acqua calda gli sembrò di sentire una voce flebile uscire dalla
bocca carnosa della testa, e quella voce aveva appena detto: "Ti amo".
Lo sperma finì nello scarico della doccia, perdendosi nelle fogne di un
incubo. Valter Lucini capì di essere innamorato quandò il campanello
di casa iniziò a suonare, anzi: a ringhiare. Era la polizia. Le manette ai
polsi non gli fecero impressione. Non gli importava più di nulla.
La testa venne messa dentro un sacco di plastica insieme al corpo.
E fu la fine o l'inizio di tutto.
martedì 25 aprile 2017
lunedì 24 aprile 2017
AFORISMI QUASI SESSUALI
Non sopporto le donne che fingono a letto senza avere
studiato recitazione.
*
Il sesso non è educazione. Il sesso è tatto.
*
Allargare le chiappe di una donna è un modo come un altro
per indagare il mistero dell'esistenza.
*
Buio e controbuio non è una partita di poker, sono due
persone che fanno l'amore e affondano nelle tenebre.
*
Al mio cazzo piace fare il duro. Ho un cazzo alla Bogart.
*
Fare sesso è un modo per prenderlo nel culo senza arrabbiarsi.
*
Se dopo avere fatto sesso non ti senti addosso una ardente
serenità, significa che hai sbagliato partner.
*
Faccio sesso per conoscere la temperatura di un corpo, lo so,
basterebbe un termometro, ma è meno divertente.
studiato recitazione.
*
Il sesso non è educazione. Il sesso è tatto.
*
Allargare le chiappe di una donna è un modo come un altro
per indagare il mistero dell'esistenza.
*
Buio e controbuio non è una partita di poker, sono due
persone che fanno l'amore e affondano nelle tenebre.
*
Al mio cazzo piace fare il duro. Ho un cazzo alla Bogart.
*
Fare sesso è un modo per prenderlo nel culo senza arrabbiarsi.
*
Se dopo avere fatto sesso non ti senti addosso una ardente
serenità, significa che hai sbagliato partner.
*
Faccio sesso per conoscere la temperatura di un corpo, lo so,
basterebbe un termometro, ma è meno divertente.
domenica 23 aprile 2017
Corteggiamento
Iniziai a corteggiarla regalandole un cuscino.
"Questo è per sprofondare nei tuoi sogni".
Lei sorrise e accolse il mio dono con un bacio.
Un bacio casto come il cuscino.
Una sera d'estate le regalai una vipera.
"Questo è per i tuoi morsi avvelenati".
Lei sorrise e accolse il mio dono con un bacio.
Un bacio avvelenato come una vipera.
Un giorno d'autunno le regalai un forno.
"Questo è per le tue torte dolcissime".
Lei sorrise e accolse il mio dono con un bacio.
Un bacio dolcissimo come le sue torte.
Una notte, forse era inverno, le regalai un bacio.
Lei sorrise e accolse il mio dono con un bacio.
Un bacio come il mio bacio.
In primavera mi ero stancato di avere solo baci.
Allora non le regalai nulla.
Lei sorrise e si tolse le mutandine di pizzo.
E io accolsi il suo dono con un cazzo.
Il mio.
"Questo è per sprofondare nei tuoi sogni".
Lei sorrise e accolse il mio dono con un bacio.
Un bacio casto come il cuscino.
Una sera d'estate le regalai una vipera.
"Questo è per i tuoi morsi avvelenati".
Lei sorrise e accolse il mio dono con un bacio.
Un bacio avvelenato come una vipera.
Un giorno d'autunno le regalai un forno.
"Questo è per le tue torte dolcissime".
Lei sorrise e accolse il mio dono con un bacio.
Un bacio dolcissimo come le sue torte.
Una notte, forse era inverno, le regalai un bacio.
Lei sorrise e accolse il mio dono con un bacio.
Un bacio come il mio bacio.
In primavera mi ero stancato di avere solo baci.
Allora non le regalai nulla.
Lei sorrise e si tolse le mutandine di pizzo.
E io accolsi il suo dono con un cazzo.
Il mio.
sabato 22 aprile 2017
UN SILENZIO PERFETTO
Mi segno sul calendario gli appuntamenti imprescindibili.
E faccio finta di credere al futuro. L'unico vero appuntamento
non si può calendarizzare. Il fiore delle tenebre sboccia
all'improvviso. Mi segno sulla carne le cicatrici che desidero.
E il tuffo acrobatico della statua promette un silenzio perfetto.
L'orizzonte inizia a scucirmi le tasche facendo volare via
le poche verità che ho raccolto sul cammino. Senza verità
si è più leggeri. In fondo la verità fa male alla salute.
Cammino nella notte, sprofondo nella notte, e il mio tenue
respiro d'ombra incontra l'arcobaleno di un risveglio.
Non è essenziale il mattino per svegliarsi, ci sono albe
capovolte che ti consumano le ossa, e sei più vivo dove
trema il respiro, dove un dio lancinante ti porge il precipizio.
L'ultimo segno, quello indelebile, sul calendario vuoto.
E faccio finta di credere al futuro. L'unico vero appuntamento
non si può calendarizzare. Il fiore delle tenebre sboccia
all'improvviso. Mi segno sulla carne le cicatrici che desidero.
E il tuffo acrobatico della statua promette un silenzio perfetto.
L'orizzonte inizia a scucirmi le tasche facendo volare via
le poche verità che ho raccolto sul cammino. Senza verità
si è più leggeri. In fondo la verità fa male alla salute.
Cammino nella notte, sprofondo nella notte, e il mio tenue
respiro d'ombra incontra l'arcobaleno di un risveglio.
Non è essenziale il mattino per svegliarsi, ci sono albe
capovolte che ti consumano le ossa, e sei più vivo dove
trema il respiro, dove un dio lancinante ti porge il precipizio.
L'ultimo segno, quello indelebile, sul calendario vuoto.
Non è facile
Non è facile essere sempre al massimo, e nemmeno lo pretendo da me stesso.
Non uso Viagra spirituali e nemmeno fisici, per ora funziona come deve funzionare.
Se un giorno entrerò in crisi entrerò in crisi per i fatti miei, non perché me lo ha
suggerito quel tenerone di Freddy. Non è questione di viltà ma di temperamento.
Non credo di avere il temperamento della crisi, ho invece allucinazioni che
possono scavare fino all'abisso, e tremo nella notte, ma non per viltà, tremo
per l'infinito che mi stravolge i battiti del cuore e le coordinate del pensiero.
Sulla mia produzione ognuno può avere il parere che desidera, e ci sono persone
che adorano specialmente i miei monologhi, altri non ne possono più. Questione
di gusti. Come autore penso che i miei monologhi abbiano un valore terapeutico
per il sottoscritto, e so che possono "fare compagnia" agli altri, questo mi basta.
Sapete? Non è facile mantenere alto l'entusiasmo quando con il mio "lavoro"
non si cava un ragno (euro) dal buco. Ci si può sentire abbacchiati. Tanti cialtroni
sono in grado di arricchirsi, io non sono nemmeno in grado di fare i soldi
per pagarmi le bollette con la mia attività di filmmaker, mea culpa. Non è nelle
mie abilità, e questo è un grave limite anche creativo, potrei girare il mondo
con dei finanziamenti e regalarvi film interessantissimi. Questo non accade.
Mamma, il mio mecenate, può sostenermi nel quotidiano, ma non può fare molto
di più, ha già fatto tanto. Continuerò il mio percorso con onestà, e sull'onestà
sento che nessuno può dirmi nulla, forse non basta per essere un artista ma
per ora è tutto quello che ho da donarvi. Se non vi piace lasciatemi pure solo,
io vi adoro ma un autore prima di tutto risponde a una esigenza interiore,
anche senza spettatori continuerei a filmare per questa mia esigenza alla
quale non posso sottrarmi. Essere Ricky è una bellissima condanna.
Non uso Viagra spirituali e nemmeno fisici, per ora funziona come deve funzionare.
Se un giorno entrerò in crisi entrerò in crisi per i fatti miei, non perché me lo ha
suggerito quel tenerone di Freddy. Non è questione di viltà ma di temperamento.
Non credo di avere il temperamento della crisi, ho invece allucinazioni che
possono scavare fino all'abisso, e tremo nella notte, ma non per viltà, tremo
per l'infinito che mi stravolge i battiti del cuore e le coordinate del pensiero.
Sulla mia produzione ognuno può avere il parere che desidera, e ci sono persone
che adorano specialmente i miei monologhi, altri non ne possono più. Questione
di gusti. Come autore penso che i miei monologhi abbiano un valore terapeutico
per il sottoscritto, e so che possono "fare compagnia" agli altri, questo mi basta.
Sapete? Non è facile mantenere alto l'entusiasmo quando con il mio "lavoro"
non si cava un ragno (euro) dal buco. Ci si può sentire abbacchiati. Tanti cialtroni
sono in grado di arricchirsi, io non sono nemmeno in grado di fare i soldi
per pagarmi le bollette con la mia attività di filmmaker, mea culpa. Non è nelle
mie abilità, e questo è un grave limite anche creativo, potrei girare il mondo
con dei finanziamenti e regalarvi film interessantissimi. Questo non accade.
Mamma, il mio mecenate, può sostenermi nel quotidiano, ma non può fare molto
di più, ha già fatto tanto. Continuerò il mio percorso con onestà, e sull'onestà
sento che nessuno può dirmi nulla, forse non basta per essere un artista ma
per ora è tutto quello che ho da donarvi. Se non vi piace lasciatemi pure solo,
io vi adoro ma un autore prima di tutto risponde a una esigenza interiore,
anche senza spettatori continuerei a filmare per questa mia esigenza alla
quale non posso sottrarmi. Essere Ricky è una bellissima condanna.
venerdì 21 aprile 2017
giovedì 20 aprile 2017
POESIA DI GIULIA - 5 ANNI
ALSADI DAL. RISVELIO
DELE PAROLE AMORE
MIO PERCE IO NON VOGLIO
CHE TU MUORI
Traduzione:
Alzati dal risveglio delle parole
amore mio, perché io non voglio
che tu muori.
(prevedo sviluppi interessanti in questa
singolare bambina)
DELE PAROLE AMORE
MIO PERCE IO NON VOGLIO
CHE TU MUORI
Traduzione:
Alzati dal risveglio delle parole
amore mio, perché io non voglio
che tu muori.
(prevedo sviluppi interessanti in questa
singolare bambina)
mercoledì 19 aprile 2017
GLI AMORI DI UNA BIONDA
Ieri sono stato con Roberto ed Alessandra al cinema Palestrina di Milano a vedere Gli amori di una bionda,
di Milos Forman, un film splendido che narra le disavventure sentimentali di una operaia.
Un bianco e nero emozionante (che belli i film in bianco e nero!), in lingua originale (che bello
vedere i film in lingua originale!), e mi sono riconciliato con il cinema, fulgido esempio della
Nouvelle Vague di Praga, e Milos Forman, uno dei più grandi registi del secolo scorso, l'autore
di quel capolavoro indimenticabile che è Qualcuno volò sul nido del cuculo. L'attrice protagonista
resta nel cuore, con il suo tenero smarrimento negli occhi, cazzo, manco Brigitte Bardot!
martedì 18 aprile 2017
lunedì 17 aprile 2017
RICKY E LA FELICITÀ - IL FATTO QUOTIDIANO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/17/siete-sul-sentiero-della-felicita-un-test-da-19-domande-per-esserne-certi/3518324/
domenica 16 aprile 2017
IL SENSO DI UN VOLTO
Nella mia vita ho sempre avuto una predisposizione naturale ad essere me stesso.
Di me stesso non ho chiari i confini e i contorni, sono uno che si cerca, che si fruga.
So questo: sono un viandante, anche se sto fermo in una stanza. Non attraverso
distanze ma sono attraversato dalle distanze. Mi trovo sentieri che sbocciano sotto
le palpebre, sotto i cuscini, e ci sono sentieri anche sotto il tappeto, insieme alla
polvere, la polvere sotto il tappeto mi è simpatica, è carica di pudore e di acari.
Se qualcosa o qualcuno vuole etichettarmi mi incazzo. Chi ti etichetta ti uccide,
scriveva un filosofo danese. Amo la natura perché mi riposa dalla mia ossessione
per il volto umano. Ma è il volto umano il fenomeno terrestre che più mi emoziona.
Un volto mi emoziona più di un vulcano o di una cascata fragorosa. Che cosa è
un volto? Fino a che punto si può comprendere un volto umano? Quanta nudità
cela un volto umano al di là delle maschere? Fin da bambino ero come calamitato
dal volto dei miei amici o degli amici dei miei genitori, anche il volto dei passanti
ma avevo meno tempo per osservarlo. Ricordo un compagno delle elementari,
si chiamava Niccolò, era magro e si umettava sempre le labbra, aveva le labbra
rosse rosse come ciliegie. Sono stato in molti musei, ho visto molte opere d'arte,
ho letto tanti libri, ho viaggiato per il mondo, ma quelle labbra rosse rosse sono
incastonate dentro di me come uno dei misteri più inquietanti della mia vita.
Chissà se Niccolò è ancora vivo? Spero di sì, è un mio coetaneo. La cosa che più
odierei della sua morte è che non potesse più umettarsi le labbra, i cadaveri hanno
un sacco di impedimenti, possono solo decomporsi, e tra le attività umane non
è la più gradevole, immagino, ma posso anche sbagliarmi, in fondo che cosa
ne so io della morte? So solo che amo i volti perché ogni volto è mortale, c'è
un morso di polvere sulla bocca di ognuno di noi, ed è per questo che amo la
vita senza speranza. Ed è per questo che non capirò mai il senso di un volto.
Di me stesso non ho chiari i confini e i contorni, sono uno che si cerca, che si fruga.
So questo: sono un viandante, anche se sto fermo in una stanza. Non attraverso
distanze ma sono attraversato dalle distanze. Mi trovo sentieri che sbocciano sotto
le palpebre, sotto i cuscini, e ci sono sentieri anche sotto il tappeto, insieme alla
polvere, la polvere sotto il tappeto mi è simpatica, è carica di pudore e di acari.
Se qualcosa o qualcuno vuole etichettarmi mi incazzo. Chi ti etichetta ti uccide,
scriveva un filosofo danese. Amo la natura perché mi riposa dalla mia ossessione
per il volto umano. Ma è il volto umano il fenomeno terrestre che più mi emoziona.
Un volto mi emoziona più di un vulcano o di una cascata fragorosa. Che cosa è
un volto? Fino a che punto si può comprendere un volto umano? Quanta nudità
cela un volto umano al di là delle maschere? Fin da bambino ero come calamitato
dal volto dei miei amici o degli amici dei miei genitori, anche il volto dei passanti
ma avevo meno tempo per osservarlo. Ricordo un compagno delle elementari,
si chiamava Niccolò, era magro e si umettava sempre le labbra, aveva le labbra
rosse rosse come ciliegie. Sono stato in molti musei, ho visto molte opere d'arte,
ho letto tanti libri, ho viaggiato per il mondo, ma quelle labbra rosse rosse sono
incastonate dentro di me come uno dei misteri più inquietanti della mia vita.
Chissà se Niccolò è ancora vivo? Spero di sì, è un mio coetaneo. La cosa che più
odierei della sua morte è che non potesse più umettarsi le labbra, i cadaveri hanno
un sacco di impedimenti, possono solo decomporsi, e tra le attività umane non
è la più gradevole, immagino, ma posso anche sbagliarmi, in fondo che cosa
ne so io della morte? So solo che amo i volti perché ogni volto è mortale, c'è
un morso di polvere sulla bocca di ognuno di noi, ed è per questo che amo la
vita senza speranza. Ed è per questo che non capirò mai il senso di un volto.
sabato 15 aprile 2017
AL BAR CON SERGIO
Sergio ama i cani, e per questo andiamo d'accordo.
E' un signore che vive nel mio isolato, ci vediamo
spesso, e ogni tanto si fanno quattro chiacchiere
seduti al tavolino di un bar. Lui ha una voce profonda
da grande fumatore, e mi racconta di quando era
giovane e bello. Per me è ancora bello. Stasera mi
ha fatto sorridere. "Riccardo, ricordo che eravamo
in centro dietro un gruppo di femministe che stava
manifestando con lo slogan - basta un dito e l'orgasmo
è garantito -, e noi rispondevamo - sì, ma con il cazzo
è tutto un altro andazzo!-, che bei tempi Riccardo!".
E' un signore che vive nel mio isolato, ci vediamo
spesso, e ogni tanto si fanno quattro chiacchiere
seduti al tavolino di un bar. Lui ha una voce profonda
da grande fumatore, e mi racconta di quando era
giovane e bello. Per me è ancora bello. Stasera mi
ha fatto sorridere. "Riccardo, ricordo che eravamo
in centro dietro un gruppo di femministe che stava
manifestando con lo slogan - basta un dito e l'orgasmo
è garantito -, e noi rispondevamo - sì, ma con il cazzo
è tutto un altro andazzo!-, che bei tempi Riccardo!".
La cravatta di Camus
Una cravatta coraggiosa, così scrive Camus in uno dei suoi appunti.
Anche una semplice cravatta può essere coraggiosa, nel senso che
ci vuole del coraggio per portarla al collo, o perché si tratta di una
cravatta eccentrica o perché può essere una cravatta contro il regime,
una cravatta ribelle, una cravatta democratica che può trasformarsi
in un cappio. Bisogna avere coraggio per tutto, per l'amore, per una
cravatta, e anche per dirsi addio, quando le cravatte stringono fino
a fermarti il respiro in gola, quando le cravatte tagliate in due in un
un gioco di prestigio non riuscito, ti lasciano con il collo nudo.
Anche una semplice cravatta può essere coraggiosa, nel senso che
ci vuole del coraggio per portarla al collo, o perché si tratta di una
cravatta eccentrica o perché può essere una cravatta contro il regime,
una cravatta ribelle, una cravatta democratica che può trasformarsi
in un cappio. Bisogna avere coraggio per tutto, per l'amore, per una
cravatta, e anche per dirsi addio, quando le cravatte stringono fino
a fermarti il respiro in gola, quando le cravatte tagliate in due in un
un gioco di prestigio non riuscito, ti lasciano con il collo nudo.
giovedì 13 aprile 2017
L'ECCESSO DEL DECESSO
Voglio dirvelo chiaro e tondo una volta per tutte: vergognatevi!
C'è un limite a tutto! Appunto! Qualcuno di voi mi dirà.
Ma non è possibile andare avanti così! Perché vi ostinate a morire?
Sento già il sociologo di turno: "E l'incremento demografico
dove me lo metti?". Non lo so, non lo so dove te lo metto questo
incremento demografico, ma morire è un atto di una vigliaccheria
assoluta. Ma come? Come vi permettete di tradire la luce, i fiori e
il cielo? La volete smettere di morire? Di conficcare un pugnale
nel cuore di chi vi ama? Sento già l'avvocato difensore dei morti
che pronuncia la sua arringa:"Signori e signori della giuria, il
qui presente cadavere è morto a sua insaputa nel sonno, che colpa
ne ha di quanto è successo?". Che colpa ne ha? Doveva vigilare!
Vigilare sul proprio sonno! Troppo comodo trincerarsi dietro
i sogni! Sento già il filosofo di turno sentenziare:"Un bambino
appena nato è già abbastanza vecchio per morire". Assurdità!
Un bambino appena nato deve solo pensare a succhiare, piangere,
ridere e cagare! Altro che morire! Ma come cazzo vi viene in
mente di dire certe cose, filosofi del cazzo! Non vi sopporto!
E che dire di chi uccide, di chi scarnifica, di chi strangola?
Che cosa dire di chi leva la mano su se stesso e si uccide?
Su questo punto pratichiamo la sospensione del giudizio, anche
i filosofi in fondo servono a qualcosa. Noi ce la prendiamo
con chi muore per il semplice fatto che è vivo! Noi odiamo
con tutto il cuore chi muore per malattia, per distrazione o per
quella baldracca claudicante che è la vecchiaia! Un fatto del
genere è inammissibile! Ictus, tumori e infarti sono colpe
gravissime! E lo stile di vita non c'entra nulla! Chi è vivo
è colpevole di non avere creduto fino in fondo alla vita, per
questo muore, non ci sono altri motivi! Vergognatevi tutti!
Morti che non siete altro! Che vergogna cedere alla polvere!
Che follia fare di un acaro il proprio Dio! Io lancio un anatema
contro di voi! Che possiate resuscitare tutti, brutti bastardi!
C'è un limite a tutto! Appunto! Qualcuno di voi mi dirà.
Ma non è possibile andare avanti così! Perché vi ostinate a morire?
Sento già il sociologo di turno: "E l'incremento demografico
dove me lo metti?". Non lo so, non lo so dove te lo metto questo
incremento demografico, ma morire è un atto di una vigliaccheria
assoluta. Ma come? Come vi permettete di tradire la luce, i fiori e
il cielo? La volete smettere di morire? Di conficcare un pugnale
nel cuore di chi vi ama? Sento già l'avvocato difensore dei morti
che pronuncia la sua arringa:"Signori e signori della giuria, il
qui presente cadavere è morto a sua insaputa nel sonno, che colpa
ne ha di quanto è successo?". Che colpa ne ha? Doveva vigilare!
Vigilare sul proprio sonno! Troppo comodo trincerarsi dietro
i sogni! Sento già il filosofo di turno sentenziare:"Un bambino
appena nato è già abbastanza vecchio per morire". Assurdità!
Un bambino appena nato deve solo pensare a succhiare, piangere,
ridere e cagare! Altro che morire! Ma come cazzo vi viene in
mente di dire certe cose, filosofi del cazzo! Non vi sopporto!
E che dire di chi uccide, di chi scarnifica, di chi strangola?
Che cosa dire di chi leva la mano su se stesso e si uccide?
Su questo punto pratichiamo la sospensione del giudizio, anche
i filosofi in fondo servono a qualcosa. Noi ce la prendiamo
con chi muore per il semplice fatto che è vivo! Noi odiamo
con tutto il cuore chi muore per malattia, per distrazione o per
quella baldracca claudicante che è la vecchiaia! Un fatto del
genere è inammissibile! Ictus, tumori e infarti sono colpe
gravissime! E lo stile di vita non c'entra nulla! Chi è vivo
è colpevole di non avere creduto fino in fondo alla vita, per
questo muore, non ci sono altri motivi! Vergognatevi tutti!
Morti che non siete altro! Che vergogna cedere alla polvere!
Che follia fare di un acaro il proprio Dio! Io lancio un anatema
contro di voi! Che possiate resuscitare tutti, brutti bastardi!
mercoledì 12 aprile 2017
TRA GENTILEZZA E FURIA
Avevo deciso di essere una persona gentile fino alla fine dei miei giorni.
Il mondo è già devastato da guerre, perché non portare gentilezza ogni
volta che si può? Ma recentemente ho letto il Coriolano di Shakespeare
e ho sentito tutta la nostalgia di uno spirito guerresco dentro di me.
La furia di Coriolano o di Achille mi sembrano gioielli intoccabili
dello spirito umano, sussurrati dal perenne mistero della letteratura.
E mi sono detto: "Non è che la gentilezza alla fine te lo mette nel culo?".
In fondo la lotta è la struttura portante dell'esistenza, e quando si lotta
la furia, l'orgoglio e lo spirito guerresco aiutano. Tutto è lotta, tutto è
agonia. E nei letti d'ospedale si combattono le battaglie più tremende.
Ho come il timore che la gentilezza mi privi della verità, e mi lasci
in un ipocrita territorio di cortesia e merletti. Ho voglia di avere il
sangue del nemico sul volto, come Coriolano. E chi sono i miei nemici?
Dove trovare un nemico degno di me? Allo specchio, forse. Dove
trovare la profonda armonia di spade scintillanti in questo mondo
anemico e digitalizzato? Dove trovare la purezza e la diginità della lotta?
Se la guerra fosse ancora un teatro di guerra, dove il gioco delle
parti è fatto di armature e cuori pulsanti, se la guerra fosse ancora
il nobile slancio del coraggio di un uomo contro un altro uomo,
se la guerra fosse ancora umana allora sarei felice di scontrarmi e di
lottare, invece abbiamo tradito la letteratura, e quindi la vita.
Oggi Coriolano muore mentre sorseggia il suo fiele con l'olivetta
seduto al tavolino di un bar, oggi Coriolano salta in aria per una bomba
insieme a madri e bambini, e una terribile orgia di droni, missili e radar
toglie alla lotta il suo spirito e la sua verità. E si lotta per pagare
una bolletta o per farsi le corna nel traffico melmoso di una città,
o ci si azzuffa su un blog. Leviamo il mirino elettronico alle nostre
armi, torniamo al clangore di spade, leviamo il silenziatore al nostro
spirito e torniamo all'urlo di guerra che fa tremare i polsi. Sì, Ricky
ha sete di sangue, di ferite da leccare con l'acido. Ricky ha voglia di
amare, amare un nemico, perché un vero nemico sacrifica anche
la propria vita per te che sei il suo nemico, un nemico è l'essere più
intimo che ci sia. Bene, ora vado in Posta a pagare una bolletta.
Un caro saluto a tutti.
martedì 11 aprile 2017
POESIA CHE INCONTRA UN'ALTRA POESIA
C'era una volta una poesia che incontrò un'altra poesia
sul sentiero dell'ignoto. Si salutarono con un sorriso.
Scambiarono qualche verso sul tempo, e forse qualche
rima. Il cielo non era stellato, ma poco importa, erano
stellati i loro cuori. Una poesia era diretta verso il dolore,
l'altra verso la felicità. La poesia diretta verso la felicità
aveva gli occhi velati di pianto, quella diretta verso il
dolore aveva sulle labbra un sorriso celestiale. Prima di
dirsi addio si abbracciarono forte e si fecero gli auguri
di un viaggio sereno. La meta era la stessa, le direzioni
diverse. Nello zaino entrambe avevano un rubino, un
chiodo e un fiore. E il cielo rotolò sulle montagne.
sul sentiero dell'ignoto. Si salutarono con un sorriso.
Scambiarono qualche verso sul tempo, e forse qualche
rima. Il cielo non era stellato, ma poco importa, erano
stellati i loro cuori. Una poesia era diretta verso il dolore,
l'altra verso la felicità. La poesia diretta verso la felicità
aveva gli occhi velati di pianto, quella diretta verso il
dolore aveva sulle labbra un sorriso celestiale. Prima di
dirsi addio si abbracciarono forte e si fecero gli auguri
di un viaggio sereno. La meta era la stessa, le direzioni
diverse. Nello zaino entrambe avevano un rubino, un
chiodo e un fiore. E il cielo rotolò sulle montagne.
lunedì 10 aprile 2017
QUELLO CHE PENSO DEL MIO BLOG
Ciao a tutti: mi chiamo Ricky Farina! Ho un blog personale e un blog sul Fatto Quotidiano.
Bisogna sempre ripresentarsi. Per me è sempre la prima volta! Anche l'ultima volta sarà come
la prima. E mi sembra molto evangelico. Chi sono? Sono un filmmaker paracasalingo, se posso
fare un film senza uscire di casa sono più contento. Ho iniziato la mia attività nell'ormai lontano
2001, e sono estremamente felice del mio percorso, sono felice perché è un percorso personale,
unico, originale e irripetibile, dato che racconto me stesso, la mia vita. E racconto la MIA vita
per renderla anche VOSTRA. Non credo alla privacy, e quindi vi racconto quasi tutto.
"Quasi" perché non si può dire proprio tutto, e forse non è neanche giusto. Grazie alla mia
passione di filmare gli esseri umani ho conosciuto tante persone che mi hanno arricchito
spiritualmente, e alcune anche carnalmente. Mi piace avere due blog. Uno ufficiale e uno
personale. Ho un rapporto diaristico con il mio spirito, ogni giorno è una tappa di un percorso
che mi condurrà inevitabilmente nel regno della polvere. Cose che capitano a chi è vivo.
Il mio blogspot, questo sul quale scrivo, mi è molto simpatico perché voi mi siete molto
simpatici. Quando ero a scuola finivo spesso dietro la lavagna e anche in presidenza.
Una volta sono stato sospeso perché avevo ballato il tip tap sulla schiena di un mio
compagno che mi aveva fatto incazzare. Col tempo sono diventato una persona gentile.
Detesto ogni forma di violenza, e cerco di non esserlo mai. La violenza mi fa schifo.
Ogni volta che la libertà di una persona viene limitata c'è una forma di violenza.
Per questo il totem della mia vita si chiama Libertà. E ora veniamo al caso spinoso
Freddy Fosca, seguace atipico di questo blog. All'inizio anche io mi ero incazzato con
Fosca, poi un commento del mite Valter Zanardi, persona degna di stima in sommo
grado, mi ha fatto riflettere, Valter scrisse più o meno: "Non prendertela troppo con
Fosca, è un provocatore, ma col tempo capirai che c'è della sostanza". In effetti è stato
così. E vi dirò di più: non lo trovo nemmeno violento. Lo trovo tenero, al contrario.
Mi commuove. Medea lo schifa, e fa bene. Tutto quello che fa Medea mi piace.
Adoro Medea. Fosca è un maleducato, a volte in modo ignobile. Ma non è un violento.
E non è uno stupido. Anche il mio adorato padre a volte usava parole sferzanti, e ci
diceva: "Quello che conta sono i fatti, vi ho mai fatto mancare qualcosa?". Fosca non
mi ha mai fatto mancare la sua attenzione, mi segue da anni, è uno fedele, non è
un traditore, come lui stesso sostiene. Anche Fosca ha dei punti fermi, una sua etica.
I provocatori tra l'altro hanno il potere di agitare le acque e gli animi. E il mare mosso
è sempre meglio di quello "rimosso". Per questo non posso e non voglio rimuovere
Fosca da questo blog. Se Fosca vi attacca siete abbastanza grandicelli per difendervi
e per dire la vostra, come fanno Medea, Attimi, Giulio e Chicca. Non ho molto altro
da aggiungere. Spero solo di riuscire a restare un autore interessante per tutti voi.
Un abbraccio.
Bisogna sempre ripresentarsi. Per me è sempre la prima volta! Anche l'ultima volta sarà come
la prima. E mi sembra molto evangelico. Chi sono? Sono un filmmaker paracasalingo, se posso
fare un film senza uscire di casa sono più contento. Ho iniziato la mia attività nell'ormai lontano
2001, e sono estremamente felice del mio percorso, sono felice perché è un percorso personale,
unico, originale e irripetibile, dato che racconto me stesso, la mia vita. E racconto la MIA vita
per renderla anche VOSTRA. Non credo alla privacy, e quindi vi racconto quasi tutto.
"Quasi" perché non si può dire proprio tutto, e forse non è neanche giusto. Grazie alla mia
passione di filmare gli esseri umani ho conosciuto tante persone che mi hanno arricchito
spiritualmente, e alcune anche carnalmente. Mi piace avere due blog. Uno ufficiale e uno
personale. Ho un rapporto diaristico con il mio spirito, ogni giorno è una tappa di un percorso
che mi condurrà inevitabilmente nel regno della polvere. Cose che capitano a chi è vivo.
Il mio blogspot, questo sul quale scrivo, mi è molto simpatico perché voi mi siete molto
simpatici. Quando ero a scuola finivo spesso dietro la lavagna e anche in presidenza.
Una volta sono stato sospeso perché avevo ballato il tip tap sulla schiena di un mio
compagno che mi aveva fatto incazzare. Col tempo sono diventato una persona gentile.
Detesto ogni forma di violenza, e cerco di non esserlo mai. La violenza mi fa schifo.
Ogni volta che la libertà di una persona viene limitata c'è una forma di violenza.
Per questo il totem della mia vita si chiama Libertà. E ora veniamo al caso spinoso
Freddy Fosca, seguace atipico di questo blog. All'inizio anche io mi ero incazzato con
Fosca, poi un commento del mite Valter Zanardi, persona degna di stima in sommo
grado, mi ha fatto riflettere, Valter scrisse più o meno: "Non prendertela troppo con
Fosca, è un provocatore, ma col tempo capirai che c'è della sostanza". In effetti è stato
così. E vi dirò di più: non lo trovo nemmeno violento. Lo trovo tenero, al contrario.
Mi commuove. Medea lo schifa, e fa bene. Tutto quello che fa Medea mi piace.
Adoro Medea. Fosca è un maleducato, a volte in modo ignobile. Ma non è un violento.
E non è uno stupido. Anche il mio adorato padre a volte usava parole sferzanti, e ci
diceva: "Quello che conta sono i fatti, vi ho mai fatto mancare qualcosa?". Fosca non
mi ha mai fatto mancare la sua attenzione, mi segue da anni, è uno fedele, non è
un traditore, come lui stesso sostiene. Anche Fosca ha dei punti fermi, una sua etica.
I provocatori tra l'altro hanno il potere di agitare le acque e gli animi. E il mare mosso
è sempre meglio di quello "rimosso". Per questo non posso e non voglio rimuovere
Fosca da questo blog. Se Fosca vi attacca siete abbastanza grandicelli per difendervi
e per dire la vostra, come fanno Medea, Attimi, Giulio e Chicca. Non ho molto altro
da aggiungere. Spero solo di riuscire a restare un autore interessante per tutti voi.
Un abbraccio.
sabato 8 aprile 2017
RICKY AL CINEMA - IL FATTO QUOTIDIANO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/08/troppo-avanti-per-andare-al-cinema-troppo-indietro-per-non-desiderare-ricchezza-e-autografi/3498326/
lunedì 3 aprile 2017
GRAZIE A TUTTI PER GLI AUGURI
Grazie. Ieri è stato un giorno speciale. Sono stato d'incanto.
I 48 sono fantastici.
I 48 sono fantastici.
domenica 2 aprile 2017
sabato 1 aprile 2017
AGOSTINO
Agostino, il mio amico barista, mi ha detto: "Ricky, domani fai 48 anni?
Attento, la nave sta rientrando in porto, ciuff ciuff!".
Simpatico Agostino, lo adoro. E poi ci siamo fatti una bella
risata.
Attento, la nave sta rientrando in porto, ciuff ciuff!".
Simpatico Agostino, lo adoro. E poi ci siamo fatti una bella
risata.
DOMANI SONO 48
Domani sono 48. 48 cosa? Anni. Un bilancio?
Mi tira ancora. Posso farmi anche 3 seghe al giorno.
E non è poco. Non sono diventato cinico con gli anni,
ho solo perso un pochetto di vergogna, anche perché
se mi guardo in giro non vedo proprio nessuno
davanti al quale provare vergogna, conosco gli uomini,
le loro debolezze, viltà, i loro slanci di generosità
folle, e ho imparato ad amarli così come sono, mi
sento uno di loro alla fine. La vita è stata generosa
con me, e io sono stato generoso con lei.
Quando spegnerò le candeline penserò ai morti,
non dimentico mai i morti, sono uno di loro.
Gli orizzonti sono fatti per essere ingoiati.
Mi tira ancora. Posso farmi anche 3 seghe al giorno.
E non è poco. Non sono diventato cinico con gli anni,
ho solo perso un pochetto di vergogna, anche perché
se mi guardo in giro non vedo proprio nessuno
davanti al quale provare vergogna, conosco gli uomini,
le loro debolezze, viltà, i loro slanci di generosità
folle, e ho imparato ad amarli così come sono, mi
sento uno di loro alla fine. La vita è stata generosa
con me, e io sono stato generoso con lei.
Quando spegnerò le candeline penserò ai morti,
non dimentico mai i morti, sono uno di loro.
Gli orizzonti sono fatti per essere ingoiati.
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