E' in quel tempo di ombre
che ho conosciuto
ogni angolo del mio silenzio.
Quel lasciarsi planare da dentro
dove tutto è già di per sè,
vertigine.
Essere in me
già una proiezione astratta
come fanno sulle pareti,
le ombre.
Quel riconoscersi solo per le movenze
e da meno distante,
per la vivacità
che rimane negli occhi.
Sapermi beneficiata dal dubbio,
mi assolve dalla brutalità delle circostanze.
E' così che da fuori di me ti osservo:
avvicinarti alle pareti
come un ladro di sogni
o come ombra clandestina
che cura o strappa
le rose selvatiche alla mia casa.
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