giovedì 17 gennaio 2008

ROBERTO FARINA

Devo confessare una cosa:ammiro Roberto Farina.
Roberto Farina non è uno. Sono due. Mio zio e mio fratello.
Stesso nome e stesso cognome. Mio zio, il primo Roberto,
viveva a Roma, aveva fondato un cineclub: L'occhio, l'orecchio
e la bocca. Amava il cinema dei grandi produttori americani,
Via col vento, tanto per intenderci, organizzava proiezioni
infinite di frammenti visivi, maratone cinefile nelle quali
sminuzzava il mito del cinema, lo rielaborava, in un atto
che era al tempo stesso dissacrante e celebrativo.
Questa forma di "macellazione" della pellicola era dovuta
anche al genius loci del cineclub:una ex-macelleria.
Erano gli anni Settanta, e tra i frequentatori del cineclub
c'era anche un giovane Enrico Ghezzi.

In seguito venne Massenzio(l'estate romana, con tre schermi che
proiettavano il Napoleone di Abel Gance), venne
Corviale(una rassegna cinematografica nella periferia romana),
e come sua ultima cosa il Callas Day in televisione.
Roberto amava molto la Callas, era la sua eroina, l'aveva
"vista" cantare a Parigi, era rimasto sbalordito da quegli
occhi fiammeggianti che illuminavano anche i più lontani
loggionisti, perché la Callas era una visione, una presenza.
La voce non era che un elemento del suo fascino.

Chi ha visto la Callas nella Medea di Pasolini non può
dimenticarla.

Roberto conservava gelosamente frammenti di pellicola
di Medea,forse "rubati" in un magazzino, immagini non
presenti nel montaggio finale, dove la Callas,ripresa dal
basso, cammina sulla cinepresa, e vedeva in questa
scena il senso dell'arte che calpesta e schiaccia la
tecnica.

Zio Robi ci ha lasciato da qualche anno, si è fatto
cremare.

L'altro Roberto è mio fratello.

Rubo volentieri i suoi libri perché voglio
impossessarmi del suo percorso culturale.

Libri sulla Resistenza, Primo Levi, libri sull'anarchia,
libri che parlano di uomini liberi, indomabili.
Chi tocca un libro tocca un uomo. E quando leggo
questi libri sento pulsare il cuore.
L'inchiostro è sangue, vita. Resistenza.

Il suo amore per Pazienza lo ha portato
a scrivere un piccolo libro "I dolori del giovane Paz",
edizioni Coniglio, con una preziosa e combattiva prefazione,
seguita da testimonianze in presa diretta di chi
ha avuto la fortuna di conoscere Andrea.

Attualmente sta lavorando a un saggio su Giandante X,
altro irriducibile alla mediocrità, pittore, poeta,
scultore, architetto del Novecento.

Uccelli neri sui rami.
Doniamoci tutto.







4 commenti:

Unknown ha detto...

Appartengo al ristretto novero degli ammiratori di Giandante del quale conservo più di qualche lavoro. Magari è di interesse per Roberto, 3j.livingston@gmail.com

Anonimo ha detto...

Ciao Ricky!
Ho visto con enorme piacere che hai creato un blog personale.
Verro' a visitarti piu' spesso,per deliziarmi del piacere sottile ed intimo delle tue poesie.
Sai bene che sono politically scorrect,ma artistic correct.
Un caro saluto,quando vieni?
Paola (di Ale)
Una possessivistica specificazione,ma è tanto per inquadrarmi meglio.

Anonimo ha detto...

Ho appena letto, la coraggiosissima prefazione de "I dolori del giovane Paz" e cercavo un modo per ringraziarlo sulla rete. In poche pagine ho trovato qualcosa per difendermi dal bombardamento mediatico e dalla mercificazione dell'uomo, come soggetto pensante.
Grazie.

Riccardo (dura@virgilio.it)

Gianluca Paiella ha detto...

Sono un'amico di Roberto Farina,
anche se molto piu' giovane, ho avuto la fortuna di passare molto tempo con lui, feste bellissime e tante ore passate all'OfficinaFilmClub.
Una persona bellissima che purtroppo se ne e' andata troppo presto...