Solo "una vita a termine" mi sembra degna di essere
vissuta.
Non sono un vizioso della persistenza.
Chi avrebbe il coraggio di cronometrare
una vita fatta di fiori, luce e volo?
Non è già questa l'eternità?
L'eternità dell'attimo.
giovedì 31 gennaio 2008
Nudismo e nudità
Una cosa è la nudità, che appartiene solo ai morti,
altra cosa il nudismo, che è un vezzo dei vivi.
altra cosa il nudismo, che è un vezzo dei vivi.
ASSENZA
Assenza/più acuta presenza.
Versi di Sandro Penna, se non ricordo male.
Questo cartone animato è una poesia.
Il finale è superbo.
Ciao papà.
Versi di Sandro Penna, se non ricordo male.
Questo cartone animato è una poesia.
Il finale è superbo.
Ciao papà.
AFORISMA DEL GIORNO
La vita è una questione di ritmo. Si tratta
di trovare una cadenza nella caduta.
Ricky Farina
di trovare una cadenza nella caduta.
Ricky Farina
mercoledì 30 gennaio 2008
LA SALUTE INNAMORATA
Ho sempre detestato i salutisti,
gente noiosa, malata nella mente,
come detesto chi non sperpera il
denaro, quelli che al Super "solo
prodotti scontati", puà, che schifo,
queste persone non vivono in modo
religioso, pensate a Cristo, non
aveva forse le mani bucate?
Una salute innamorata ama la vita,
le donne, il tabacco, il cibo,
gli alberghi a cinque stelle, il
caviale, lo champagne...
gente noiosa, malata nella mente,
come detesto chi non sperpera il
denaro, quelli che al Super "solo
prodotti scontati", puà, che schifo,
queste persone non vivono in modo
religioso, pensate a Cristo, non
aveva forse le mani bucate?
Una salute innamorata ama la vita,
le donne, il tabacco, il cibo,
gli alberghi a cinque stelle, il
caviale, lo champagne...
martedì 29 gennaio 2008
Il Fassino indiscreto della borghesia
Questo non è un blog politico in senso stretto.
La politica non è Fassino, Veltroni, Berlusconi
o Fini, la politica deve passare attraverso la
cultura, l'affinamento spirituale, la memoria,
il senso civico e l'etica. Bisogna spersonalizzare
e ritrovare la dimensione ideale, fulcro di
ogni vero cambiamento, solo un uomo nuovo, a più
dimensioni, un uomo consapevole, può generare
una politica diversa, una politica che sappia
volare alto, e trascinare in questo suo volo
anche l'indispensabile aspetto materiale
dell'esistenza:la famosa fine del mese.
Ma finché l'uomo sarà una protesi televisiva,
un soggetto passivo, un animale domestico
e addomesticato, non ci sarà alcuna speranza,
perché anche se arrivassimo tutti alla fine
del mese non ci sarebbe altro che questo:
un altro mese da finire. E ancora un altro.
Monadi di un mondo sfilacciato, chiuso,
senza vera comunicazione, un mondo opaco.
Dobbiamo ancora "creare" l'uomo, ricrearlo.
Incessantemente. Cercare uno strappo nel
vestito che vogliono cucirci addosso, una
via di fuga dal vicolo cieco della sottomissione.
In sostanza: solo un uomo libero è un uomo
politico.
La politica non è Fassino, Veltroni, Berlusconi
o Fini, la politica deve passare attraverso la
cultura, l'affinamento spirituale, la memoria,
il senso civico e l'etica. Bisogna spersonalizzare
e ritrovare la dimensione ideale, fulcro di
ogni vero cambiamento, solo un uomo nuovo, a più
dimensioni, un uomo consapevole, può generare
una politica diversa, una politica che sappia
volare alto, e trascinare in questo suo volo
anche l'indispensabile aspetto materiale
dell'esistenza:la famosa fine del mese.
Ma finché l'uomo sarà una protesi televisiva,
un soggetto passivo, un animale domestico
e addomesticato, non ci sarà alcuna speranza,
perché anche se arrivassimo tutti alla fine
del mese non ci sarebbe altro che questo:
un altro mese da finire. E ancora un altro.
Monadi di un mondo sfilacciato, chiuso,
senza vera comunicazione, un mondo opaco.
Dobbiamo ancora "creare" l'uomo, ricrearlo.
Incessantemente. Cercare uno strappo nel
vestito che vogliono cucirci addosso, una
via di fuga dal vicolo cieco della sottomissione.
In sostanza: solo un uomo libero è un uomo
politico.
lunedì 28 gennaio 2008
SODOMIA PROTETTA
Non vi è alcun dubbio:la sodomia nobilita
il buco del culo.
Ora, l'importante è giocare sul sicuro.
Cappuccetto rosso sul glande.
Per tenere lontano il lupo Aids.
Ok?
il buco del culo.
Ora, l'importante è giocare sul sicuro.
Cappuccetto rosso sul glande.
Per tenere lontano il lupo Aids.
Ok?
LA FLEBILE VOCE DI FELLINI
Fellini è certamente un visionario, un creatore di
immagini indimenticabili, riusciva a restituire la
fantasmagoria del sogno, ma anche la sua dimensione
sospesa, quella metafisica viscerale, l'ineffabile
decomposizione del quotidiano nel braciere onirico.
La sua fantasia sulfurea e rutilante parte sempre
dal corpo per trasfigurarsi in musica, in pura
astrazione tentacolare. Il suo cinema è musicale.
Il tocco "mozartiano", lo svolazzo di una leggerezza
profonda che non dimentica l'origine terrestre
dell'uomo. Come musicale era la sua voce, forse
ancora più preziosa del suo cinema, una vocina
esile e penetrante, qui resa ancora più flebile
dalla vecchiaia, una voce avvolgente e lontana,
che sfiora l'assoluto e la nostra fragilità.
immagini indimenticabili, riusciva a restituire la
fantasmagoria del sogno, ma anche la sua dimensione
sospesa, quella metafisica viscerale, l'ineffabile
decomposizione del quotidiano nel braciere onirico.
La sua fantasia sulfurea e rutilante parte sempre
dal corpo per trasfigurarsi in musica, in pura
astrazione tentacolare. Il suo cinema è musicale.
Il tocco "mozartiano", lo svolazzo di una leggerezza
profonda che non dimentica l'origine terrestre
dell'uomo. Come musicale era la sua voce, forse
ancora più preziosa del suo cinema, una vocina
esile e penetrante, qui resa ancora più flebile
dalla vecchiaia, una voce avvolgente e lontana,
che sfiora l'assoluto e la nostra fragilità.
domenica 27 gennaio 2008
AFORISMA DEL GIORNO
La mia segreteria telefonica.
Siamo assenti. Siamo anche momentanei. Bip.
Ricky Farina
Siamo assenti. Siamo anche momentanei. Bip.
Ricky Farina
sabato 26 gennaio 2008
AL MIO FUNERALE
Il giorno del mio funerale
non sarò presente.
Mancherò all'appello dei
vivi.
Ci sarà un fantoccio di carne
sul velluto della bara.
Illeso l'universo continuerà
a espandersi.
Il giorno del mio funerale
sputate sul cadavere.
Quella sagoma pietrificata
non è il mio sogno.
Non sono io, non è immagine e
somiglianza di Dio.
Ma un escremento del tempo, un
residuo di nulla.
Che non merita la luce delle
vostre lacrime.
non sarò presente.
Mancherò all'appello dei
vivi.
Ci sarà un fantoccio di carne
sul velluto della bara.
Illeso l'universo continuerà
a espandersi.
Il giorno del mio funerale
sputate sul cadavere.
Quella sagoma pietrificata
non è il mio sogno.
Non sono io, non è immagine e
somiglianza di Dio.
Ma un escremento del tempo, un
residuo di nulla.
Che non merita la luce delle
vostre lacrime.
venerdì 25 gennaio 2008
IL VOLTO DA RAGGIUNGERE
Comunicare con un altro essere umano,
un miracolo al quale non mi sono ancora
abituato, bucare lo spessore di silenzio,
l'insopportabile solitudine, sfociare
nell'altro, anche per brevi attimi, a
costo di incomprensioni e lacerazioni,
ma "eiacularsi" oltre il grido di pietra,
scompaginando la dimensione del
proprio essere, plasmandosi a morsi e
tuffi nell'ignoto di un altro volto.
un miracolo al quale non mi sono ancora
abituato, bucare lo spessore di silenzio,
l'insopportabile solitudine, sfociare
nell'altro, anche per brevi attimi, a
costo di incomprensioni e lacerazioni,
ma "eiacularsi" oltre il grido di pietra,
scompaginando la dimensione del
proprio essere, plasmandosi a morsi e
tuffi nell'ignoto di un altro volto.
DEFECATIO IN SMOKING
Ho un rispetto profondo per la defecazione, un senso
quasi religioso del "corpo che si libera", tra la
scatologia e l'escatologia ci sono molte affinità,
si tratta pur sempre del destino ultimo dell'uomo
e dell'universo:finisce tutto nella merda.
E solo dalla merda è possibile una rinascita.
Per questo, rispettando i precetti dell Scuola
Salernitana, la mattina mi appresto al grande
compito deiettivo:
defecatio matutina bona tam quam medicina.
Trovo che ci sia un'eleganza primordiale
e definitiva nell'uomo che si sforza,
incurvato sulla propria contingenza viscerale,
di espellere da sé le impurità.
Per questo al cesso io vado in smoking.
quasi religioso del "corpo che si libera", tra la
scatologia e l'escatologia ci sono molte affinità,
si tratta pur sempre del destino ultimo dell'uomo
e dell'universo:finisce tutto nella merda.
E solo dalla merda è possibile una rinascita.
Per questo, rispettando i precetti dell Scuola
Salernitana, la mattina mi appresto al grande
compito deiettivo:
defecatio matutina bona tam quam medicina.
Trovo che ci sia un'eleganza primordiale
e definitiva nell'uomo che si sforza,
incurvato sulla propria contingenza viscerale,
di espellere da sé le impurità.
Per questo al cesso io vado in smoking.
giovedì 24 gennaio 2008
GOTTFRIED BENN
Non voglio indagare la vita di Benn, la sua
adesione al nazismo è odiosa, ma a me interessa
la sua poesia, e resta sempre valido il
comandamento di Orson Welles NO TRESPASSING,
la vita di un uomo è così complessa che
non si può decifrare o "inventariare", è
sintomo di superficialità culturale affibbiare
delle definizioni:Benn odioso, Benn aristocratico,
Benn filonazista. Questo è un giochetto al
quale non mi presto. Benn per me è un piccolo
libro Einaudi FRAMMENTI E DISTILLAZIONI.
Brutto è
Quando non si sa l'inglese
sentire di un bel giallo inglese
che non è tradotto in tedesco.
Quando fa caldo vedere una birra
che non si può pagare.
Avere un'idea nuova
e non saperla involgere in un verso di Holderlin
come fanno i professori.
Di notte in viaggio sentire la risacca
e dirsi:fa sempre così.
Molto brutto:avere un invito
quando a casa, nelle proprie stanze, c'è più silenzio,
il caffé è migliore
e non si ha alcun bisogno di intrattenimento.
Ancora più brutto:
non morire d'estate
quando tutto è luce
e per le vanghe la terra è leggera.
adesione al nazismo è odiosa, ma a me interessa
la sua poesia, e resta sempre valido il
comandamento di Orson Welles NO TRESPASSING,
la vita di un uomo è così complessa che
non si può decifrare o "inventariare", è
sintomo di superficialità culturale affibbiare
delle definizioni:Benn odioso, Benn aristocratico,
Benn filonazista. Questo è un giochetto al
quale non mi presto. Benn per me è un piccolo
libro Einaudi FRAMMENTI E DISTILLAZIONI.
Brutto è
Quando non si sa l'inglese
sentire di un bel giallo inglese
che non è tradotto in tedesco.
Quando fa caldo vedere una birra
che non si può pagare.
Avere un'idea nuova
e non saperla involgere in un verso di Holderlin
come fanno i professori.
Di notte in viaggio sentire la risacca
e dirsi:fa sempre così.
Molto brutto:avere un invito
quando a casa, nelle proprie stanze, c'è più silenzio,
il caffé è migliore
e non si ha alcun bisogno di intrattenimento.
Ancora più brutto:
non morire d'estate
quando tutto è luce
e per le vanghe la terra è leggera.
VIETATO RESPIRARE
Eccomi di ritorno da Napoli, sono partito con Piero Ricca
e Diego Fabricio, sul posto ci aspettava Pietro Menditto,
abbiamo girato un documentario sulla difficile situazione
dello smaltimento dei rifiuti:una tragedia multicolore.
Sì, perché la spazzatura è colorata, un caleidoscopio
mefitico e asfissiante. Ero stufo di vivere passivamente
le notizie del telegiornale, ero stufo di fare lo spettatore.
Ora quelle notizie hanno un odore: sono vere. Nei prossimi
giorni faremo il montaggio, nelle previsioni dovrebbe
uscire fuori un documentario di circa trenta minuti dal
titolo:VIETATO RESPIRARE. Il documentario è stato prodotto
dalla Chisciotte(il sottoscritto), la mitica casa di
produzione di Radio Foppa e Qui Milano Libera.
Non riuscendo a trovare finanziamenti mi metto in gioco
in prima persona, ci metto i miei soldi, divento il mio
datore di lavoro. Anche se non ci guadagno nulla sento
che è la cosa giusta da fare. Sono stati giorni molto
intensi. Ho vissuto interiormente le contraddizioni del
documentarista:partecipazione emotiva e istanza razionale.
Ho sentito in me il pericolo del cinismo, la disperazione
delle persone la vivevo in funzione del documentario.
Un volto in lacrime per me era "una bella scena".
Non credo di essere un mostro, penso che sia inevitabile.
Ero a Napoli per fare un buon documentario, per estrarre
dalla disperazione dei napoletani "un prodotto".
Ma non dimentico quei volti, e sono nate nuove amicizie.
Napoli, quanto sei bella!
e Diego Fabricio, sul posto ci aspettava Pietro Menditto,
abbiamo girato un documentario sulla difficile situazione
dello smaltimento dei rifiuti:una tragedia multicolore.
Sì, perché la spazzatura è colorata, un caleidoscopio
mefitico e asfissiante. Ero stufo di vivere passivamente
le notizie del telegiornale, ero stufo di fare lo spettatore.
Ora quelle notizie hanno un odore: sono vere. Nei prossimi
giorni faremo il montaggio, nelle previsioni dovrebbe
uscire fuori un documentario di circa trenta minuti dal
titolo:VIETATO RESPIRARE. Il documentario è stato prodotto
dalla Chisciotte(il sottoscritto), la mitica casa di
produzione di Radio Foppa e Qui Milano Libera.
Non riuscendo a trovare finanziamenti mi metto in gioco
in prima persona, ci metto i miei soldi, divento il mio
datore di lavoro. Anche se non ci guadagno nulla sento
che è la cosa giusta da fare. Sono stati giorni molto
intensi. Ho vissuto interiormente le contraddizioni del
documentarista:partecipazione emotiva e istanza razionale.
Ho sentito in me il pericolo del cinismo, la disperazione
delle persone la vivevo in funzione del documentario.
Un volto in lacrime per me era "una bella scena".
Non credo di essere un mostro, penso che sia inevitabile.
Ero a Napoli per fare un buon documentario, per estrarre
dalla disperazione dei napoletani "un prodotto".
Ma non dimentico quei volti, e sono nate nuove amicizie.
Napoli, quanto sei bella!
venerdì 18 gennaio 2008
NAPOLI
Vado a Napoli per qualche giorno a girare
un documentario sulla monnezza.
a presto
p.s.
quel "porca miseria" finale di Totò
è una chicca.
un documentario sulla monnezza.
a presto
p.s.
quel "porca miseria" finale di Totò
è una chicca.
SENZA META
Vagare, divagare, senza meta, l'instabilità del flaneur,
"il magnetismo del prossimo angolo di strada, di un
lontano mucchio di foglie, del nome di una strada"(Benjamin),
farsi dondolare dal caso, innamorarsi di una passante, come
Baudelaire, o camminare con la febbre nel cervello per
le strade umide di Pietroburgo, come un personaggio di
Dostoevskij, non avere nulla da fare, avere tutto da
disfare, darsi appuntamento con l'insolito, arrivare
in ritardo nell'eternità, sognare il presente...
"il magnetismo del prossimo angolo di strada, di un
lontano mucchio di foglie, del nome di una strada"(Benjamin),
farsi dondolare dal caso, innamorarsi di una passante, come
Baudelaire, o camminare con la febbre nel cervello per
le strade umide di Pietroburgo, come un personaggio di
Dostoevskij, non avere nulla da fare, avere tutto da
disfare, darsi appuntamento con l'insolito, arrivare
in ritardo nell'eternità, sognare il presente...
giovedì 17 gennaio 2008
DARIO FARINA
Oggi sono in vena, mi va di parlare dei miei parenti.
Un altro zio di cui sono orgoglioso è Dario, Dario Farina
ovviamente. Autore delle musiche di grandi successi come
Felicità, Sarà perché ti amo(insieme a Enzo Ghinazzi, in
arte Pupo),Mamma Maria, Come vorrei, M'innamoro di te,
e tanti altri ancora. Mi ricordo le lotte infuocate con
i miei compagni di scuola che mi dileggiavano, prendevano
in giro queste canzonette dicendomi:"sono bravi tutti a
fare questa roba", e io rispondevo:"allora se sono bravi
tutti componete anche voi questa "roba", così diventate
ricchi come mio zio che si è comprato un castello in
Scozia grazie a Felicità e Sarà perché ti amo!".
Non le hanno composte, le ha composte mio zio invece.
E ci vuole talento anche per fare musica popolare.
Molto talento. Chi non si ricorda questi brani che sono
entrati nella memoria collettiva? E non solo in Italia.
Grande zio! "Purtroppo" di recente Dario si è sposato con Elke,
una simpaticissima tedesca, quindi non posso fare affidamento
sull'eredità! Ma che importa? Lunga vita a Dario Farina.
Un altro zio di cui sono orgoglioso è Dario, Dario Farina
ovviamente. Autore delle musiche di grandi successi come
Felicità, Sarà perché ti amo(insieme a Enzo Ghinazzi, in
arte Pupo),Mamma Maria, Come vorrei, M'innamoro di te,
e tanti altri ancora. Mi ricordo le lotte infuocate con
i miei compagni di scuola che mi dileggiavano, prendevano
in giro queste canzonette dicendomi:"sono bravi tutti a
fare questa roba", e io rispondevo:"allora se sono bravi
tutti componete anche voi questa "roba", così diventate
ricchi come mio zio che si è comprato un castello in
Scozia grazie a Felicità e Sarà perché ti amo!".
Non le hanno composte, le ha composte mio zio invece.
E ci vuole talento anche per fare musica popolare.
Molto talento. Chi non si ricorda questi brani che sono
entrati nella memoria collettiva? E non solo in Italia.
Grande zio! "Purtroppo" di recente Dario si è sposato con Elke,
una simpaticissima tedesca, quindi non posso fare affidamento
sull'eredità! Ma che importa? Lunga vita a Dario Farina.
ROBERTO FARINA
Devo confessare una cosa:ammiro Roberto Farina.
Roberto Farina non è uno. Sono due. Mio zio e mio fratello.
Stesso nome e stesso cognome. Mio zio, il primo Roberto,
viveva a Roma, aveva fondato un cineclub: L'occhio, l'orecchio
e la bocca. Amava il cinema dei grandi produttori americani,
Via col vento, tanto per intenderci, organizzava proiezioni
infinite di frammenti visivi, maratone cinefile nelle quali
sminuzzava il mito del cinema, lo rielaborava, in un atto
che era al tempo stesso dissacrante e celebrativo.
Questa forma di "macellazione" della pellicola era dovuta
anche al genius loci del cineclub:una ex-macelleria.
Erano gli anni Settanta, e tra i frequentatori del cineclub
c'era anche un giovane Enrico Ghezzi.
In seguito venne Massenzio(l'estate romana, con tre schermi che
proiettavano il Napoleone di Abel Gance), venne
Corviale(una rassegna cinematografica nella periferia romana),
e come sua ultima cosa il Callas Day in televisione.
Roberto amava molto la Callas, era la sua eroina, l'aveva
"vista" cantare a Parigi, era rimasto sbalordito da quegli
occhi fiammeggianti che illuminavano anche i più lontani
loggionisti, perché la Callas era una visione, una presenza.
La voce non era che un elemento del suo fascino.
Chi ha visto la Callas nella Medea di Pasolini non può
dimenticarla.
Roberto conservava gelosamente frammenti di pellicola
di Medea,forse "rubati" in un magazzino, immagini non
presenti nel montaggio finale, dove la Callas,ripresa dal
basso, cammina sulla cinepresa, e vedeva in questa
scena il senso dell'arte che calpesta e schiaccia la
tecnica.
Zio Robi ci ha lasciato da qualche anno, si è fatto
cremare.
L'altro Roberto è mio fratello.
Rubo volentieri i suoi libri perché voglio
impossessarmi del suo percorso culturale.
Libri sulla Resistenza, Primo Levi, libri sull'anarchia,
libri che parlano di uomini liberi, indomabili.
Chi tocca un libro tocca un uomo. E quando leggo
questi libri sento pulsare il cuore.
L'inchiostro è sangue, vita. Resistenza.
Il suo amore per Pazienza lo ha portato
a scrivere un piccolo libro "I dolori del giovane Paz",
edizioni Coniglio, con una preziosa e combattiva prefazione,
seguita da testimonianze in presa diretta di chi
ha avuto la fortuna di conoscere Andrea.
Attualmente sta lavorando a un saggio su Giandante X,
altro irriducibile alla mediocrità, pittore, poeta,
scultore, architetto del Novecento.
Uccelli neri sui rami.
Doniamoci tutto.
Roberto Farina non è uno. Sono due. Mio zio e mio fratello.
Stesso nome e stesso cognome. Mio zio, il primo Roberto,
viveva a Roma, aveva fondato un cineclub: L'occhio, l'orecchio
e la bocca. Amava il cinema dei grandi produttori americani,
Via col vento, tanto per intenderci, organizzava proiezioni
infinite di frammenti visivi, maratone cinefile nelle quali
sminuzzava il mito del cinema, lo rielaborava, in un atto
che era al tempo stesso dissacrante e celebrativo.
Questa forma di "macellazione" della pellicola era dovuta
anche al genius loci del cineclub:una ex-macelleria.
Erano gli anni Settanta, e tra i frequentatori del cineclub
c'era anche un giovane Enrico Ghezzi.
In seguito venne Massenzio(l'estate romana, con tre schermi che
proiettavano il Napoleone di Abel Gance), venne
Corviale(una rassegna cinematografica nella periferia romana),
e come sua ultima cosa il Callas Day in televisione.
Roberto amava molto la Callas, era la sua eroina, l'aveva
"vista" cantare a Parigi, era rimasto sbalordito da quegli
occhi fiammeggianti che illuminavano anche i più lontani
loggionisti, perché la Callas era una visione, una presenza.
La voce non era che un elemento del suo fascino.
Chi ha visto la Callas nella Medea di Pasolini non può
dimenticarla.
Roberto conservava gelosamente frammenti di pellicola
di Medea,forse "rubati" in un magazzino, immagini non
presenti nel montaggio finale, dove la Callas,ripresa dal
basso, cammina sulla cinepresa, e vedeva in questa
scena il senso dell'arte che calpesta e schiaccia la
tecnica.
Zio Robi ci ha lasciato da qualche anno, si è fatto
cremare.
L'altro Roberto è mio fratello.
Rubo volentieri i suoi libri perché voglio
impossessarmi del suo percorso culturale.
Libri sulla Resistenza, Primo Levi, libri sull'anarchia,
libri che parlano di uomini liberi, indomabili.
Chi tocca un libro tocca un uomo. E quando leggo
questi libri sento pulsare il cuore.
L'inchiostro è sangue, vita. Resistenza.
Il suo amore per Pazienza lo ha portato
a scrivere un piccolo libro "I dolori del giovane Paz",
edizioni Coniglio, con una preziosa e combattiva prefazione,
seguita da testimonianze in presa diretta di chi
ha avuto la fortuna di conoscere Andrea.
Attualmente sta lavorando a un saggio su Giandante X,
altro irriducibile alla mediocrità, pittore, poeta,
scultore, architetto del Novecento.
Uccelli neri sui rami.
Doniamoci tutto.
mercoledì 16 gennaio 2008
UNO SKETCH GENIALE
Gli indimenticabili Monty Python mettono in scena una partita di calcio
tra Grecia e Germania. Chi vincerà? Uno sketch assolutamente geniale.
tra Grecia e Germania. Chi vincerà? Uno sketch assolutamente geniale.
UN OMAGGIO ALLA MIA GIOVINEZZA
Quando i titoli di testa di un telefilm diventano
un'opera d'arte di eleganza, umorismo e grazia.
un'opera d'arte di eleganza, umorismo e grazia.
PER SEMPRE CON I MINATORI
Ho appena finito di leggere GERMINAL.
Non dimenticherò mai Caterina, il suo candore,
la sua pelle lattea sporcata dal carbone.
Mi considero moralmente un minatore.
Purtroppo soffro di claustrofobia.
Quindi mi godo l'azzurro.
Non dimenticherò mai Caterina, il suo candore,
la sua pelle lattea sporcata dal carbone.
Mi considero moralmente un minatore.
Purtroppo soffro di claustrofobia.
Quindi mi godo l'azzurro.
VIVE LA FRANCE!
Nicolas Sarkozy mi ricorda Belmondo.
Per questo mi è simpatico.
E'tempo di danzare con il BAL MUSETTE.
Per questo mi è simpatico.
E'tempo di danzare con il BAL MUSETTE.
martedì 15 gennaio 2008
BEVETE CHAMPAGNE
Bevete champagne finché siete in tempo,
anche champagne californiano, non importa,
basta che sia champagne, presto!
Presto!
Anche se siete pensionati, dilapidate
la pensione e bevete champagne.
Anche se vi hanno appena ucciso il gatto.
O il cane.
Bevete champagne, presto!
Non siate ridicoli. Anche nell'agonia
bevete champagne.
anche champagne californiano, non importa,
basta che sia champagne, presto!
Presto!
Anche se siete pensionati, dilapidate
la pensione e bevete champagne.
Anche se vi hanno appena ucciso il gatto.
O il cane.
Bevete champagne, presto!
Non siate ridicoli. Anche nell'agonia
bevete champagne.
lunedì 14 gennaio 2008
IL TIMORE MALIGNO
Due spot diversi per smettere di fumare.
Il primo usa il registro della commedia
e non fa venire voglia di smettere.
Il secondo usa il registro horror
e fa venire voglia di smettere.
Se amate baciarvi smettete di fumare.
Io inizio oggi.
Il primo usa il registro della commedia
e non fa venire voglia di smettere.
Il secondo usa il registro horror
e fa venire voglia di smettere.
Se amate baciarvi smettete di fumare.
Io inizio oggi.
IL PERICOLO
Il pericolo di un isolamento collettivo, di una forma di autismo
innervato nella rete telefonica, il pericolo della scomparsa del volto
nella comunicazione, la scomparsa "dell'alito" dell'altro
(in alcuni casi conveniente,)e quindi la scomparsa della vita
tradizionale, verso una vita transcorporea. Internet è il regno
dei senza corpo. Un regno diabolicamente angelico.
innervato nella rete telefonica, il pericolo della scomparsa del volto
nella comunicazione, la scomparsa "dell'alito" dell'altro
(in alcuni casi conveniente,)e quindi la scomparsa della vita
tradizionale, verso una vita transcorporea. Internet è il regno
dei senza corpo. Un regno diabolicamente angelico.
I NIPOTINI DI ARTAUD
Tutti gli esseri hanno salmodiato un teatro,
e l'universo è un teatro,
la rappresentazione di una tragedia che finisce
ma sarebbe potuta non accadere.
Antonin Artaud
e l'universo è un teatro,
la rappresentazione di una tragedia che finisce
ma sarebbe potuta non accadere.
Antonin Artaud
domenica 13 gennaio 2008
sabato 12 gennaio 2008
IL CAMERA LOOK DI SIGMUND
DIALOGHETTO TRA UNO PSICANALISTA E RICKY FARINA
Psicanalista:si stenda sul lettino.
Ricky Farina:no.
Psicanalista:perché?
Ricky Farina:ho l'inconscio verticale.
Questo è il mio rapporto con la psicanalisi.
Nel seguente filmato si vedono scene di vita famigliare
di Sigmund Freud.
Ma l'elemento eccezionale è lo sguardo in macchina finale.
Bisognerebbe fare un libro di cinema su tutti i camera-look
della storia, da quello di Oliver Hardy allo sguardo di Alex
in Arancia meccanica.
Forse esiste e io non ne sono a conoscenza, sarebbe un libro
molto interessante.
Dato che cinema e psicanalisi sono sorelle siamesi
il libro dovrebbe iniziare con questo camera look
di Sigmund.
Io noto nei suoi occhi un pizzico di spavento, forse
il "disagio della tecnica".
Psicanalista:si stenda sul lettino.
Ricky Farina:no.
Psicanalista:perché?
Ricky Farina:ho l'inconscio verticale.
Questo è il mio rapporto con la psicanalisi.
Nel seguente filmato si vedono scene di vita famigliare
di Sigmund Freud.
Ma l'elemento eccezionale è lo sguardo in macchina finale.
Bisognerebbe fare un libro di cinema su tutti i camera-look
della storia, da quello di Oliver Hardy allo sguardo di Alex
in Arancia meccanica.
Forse esiste e io non ne sono a conoscenza, sarebbe un libro
molto interessante.
Dato che cinema e psicanalisi sono sorelle siamesi
il libro dovrebbe iniziare con questo camera look
di Sigmund.
Io noto nei suoi occhi un pizzico di spavento, forse
il "disagio della tecnica".
venerdì 11 gennaio 2008
LA VITA OLTRE LA RETE
La rete è una bellissima possibilità di entrare in contatto con gli altri,
con gli alieni. Io considero ogni essere umano un alieno.
Un alieno proveniente dal lontanissimo pianeta dell'esperienza personale.
Il pianerottolo di casa mia è pieno di alieni.
Anche internet è una sorta di pianerottolo allargato.
Ma non facciamo la fine di questo simpatico cartone animato!
Ricordiamoci che la vita ha ancora un odore, un sapore, una muscolarità,
un senso( più di uno, la vita ha cinque sensi).
con gli alieni. Io considero ogni essere umano un alieno.
Un alieno proveniente dal lontanissimo pianeta dell'esperienza personale.
Il pianerottolo di casa mia è pieno di alieni.
Anche internet è una sorta di pianerottolo allargato.
Ma non facciamo la fine di questo simpatico cartone animato!
Ricordiamoci che la vita ha ancora un odore, un sapore, una muscolarità,
un senso( più di uno, la vita ha cinque sensi).
LA MATTINA DI UNGARETTI
Sento spesso citare la celeberrima "m'illumino d'immenso"
di Giuseppe Ungaretti, ma quando domando il titolo della
poesia quasi nessuno sa rispondermi. Ebbene, la poesia
si intitola -Mattina- ed è stata scritta in un paesino
del Friuli(Santa Maria La Longa) il 26 gennaio del 1917.
Anche la data è importante per capire il significato di
questa breve poesia. In quel periodo si usavano i gas e
le mazze ferrate per spappolare le teste degli uomini.
In anni così atroci Ungà apre gli occhi nella luce
di un nuovo mattino e dice
M'illumino
d'immenso
di Giuseppe Ungaretti, ma quando domando il titolo della
poesia quasi nessuno sa rispondermi. Ebbene, la poesia
si intitola -Mattina- ed è stata scritta in un paesino
del Friuli(Santa Maria La Longa) il 26 gennaio del 1917.
Anche la data è importante per capire il significato di
questa breve poesia. In quel periodo si usavano i gas e
le mazze ferrate per spappolare le teste degli uomini.
In anni così atroci Ungà apre gli occhi nella luce
di un nuovo mattino e dice
M'illumino
d'immenso
AFORISMA DEL GIORNO
Sono un uomo fortunato:mi sono trovato tra due fuochi sempre
in giorni di pioggia.
Ricky Farina
in giorni di pioggia.
Ricky Farina
giovedì 10 gennaio 2008
DIECI MOTIVI PER NON CREDERE IN DIO
1)Le emorroidi
2)La natura
3)I grandi ustionati
4)L'agorafobia
5)La leucemia fulminante
6)Stalin
7)Hitler
8)Mike Bongiorno
9)I vermi
10)Il papa
2)La natura
3)I grandi ustionati
4)L'agorafobia
5)La leucemia fulminante
6)Stalin
7)Hitler
8)Mike Bongiorno
9)I vermi
10)Il papa
KOCA KAFALAR
Non so chi sia ma mi è simpatico.
L'idea del volto gigante è buona.
Basta poco per essere originali.
L'idea del volto gigante è buona.
Basta poco per essere originali.
ROLAND TOPOR
Godetevi i titoli di testa di questo film, sono stati disegnati
dal geniale Roland Topor. L'inquietudine che suscitano le sue
visioni vanno di pari passo con il divertimento, l'ilarità macabra.
Trovo che l'accostamento con una canzoncina da "zecchino d'oro"
sia formidabile. L'artista è un bambino perverso. Un bambino che
non dimentica l'origine polimorfica della sessualità.
dal geniale Roland Topor. L'inquietudine che suscitano le sue
visioni vanno di pari passo con il divertimento, l'ilarità macabra.
Trovo che l'accostamento con una canzoncina da "zecchino d'oro"
sia formidabile. L'artista è un bambino perverso. Un bambino che
non dimentica l'origine polimorfica della sessualità.
mercoledì 9 gennaio 2008
HANG INSTRUMENT
Il mio amico Alberto Simoncini mi ha fatto
scoprire questo nuovo strumento.
Sembra un UFO. Ed è una forma perfetta.
In fondo la musica è un oggetto volante.
Non identificato.
scoprire questo nuovo strumento.
Sembra un UFO. Ed è una forma perfetta.
In fondo la musica è un oggetto volante.
Non identificato.
IL CAMIONISTA IN ME
Perché queste immagini mi commuovono fino al delirio?
In fondo sono solo dei fottuti pixel:punti immagine.
Picture element.
Fino a questo punto di virtualità genitale sono giunto?
Precipito, e solo un paracadute di placenta potrà
salvarmi dallo schianto mentale.
Oh, my God, my God...
In fondo sono solo dei fottuti pixel:punti immagine.
Picture element.
Fino a questo punto di virtualità genitale sono giunto?
Precipito, e solo un paracadute di placenta potrà
salvarmi dallo schianto mentale.
Oh, my God, my God...
martedì 8 gennaio 2008
IL COMICO(parte due)
Stanlio e Ollio li preferisco a Chaplin.
Chaplin, come diceva Fellini, è ricattatorio.
Prende in ostaggio la nostra commozione.
Stanlio e Ollio per me rappresentano la
grazia della distruzione. Sono sempre in mezzo
alle macerie.
Apparentemente borghesi, con moglie e villino,
in realtà sono dei terroristi del senso comune,
ribaltano la percezione del mondo.
Chaplin, come diceva Fellini, è ricattatorio.
Prende in ostaggio la nostra commozione.
Stanlio e Ollio per me rappresentano la
grazia della distruzione. Sono sempre in mezzo
alle macerie.
Apparentemente borghesi, con moglie e villino,
in realtà sono dei terroristi del senso comune,
ribaltano la percezione del mondo.
IL COMICO(parte uno)
Nel comico io vedo l'alieno, l'altro da me.
Nel comico sento la presenza della morte.
I denti si scoperchiano nella loro indecente
nudità smaltata.
Nel comico sento l'agonia dell'uomo che si agita.
Nel comico comprendo la mostruosità di Dio.
Nel comico sento la presenza della morte.
I denti si scoperchiano nella loro indecente
nudità smaltata.
Nel comico sento l'agonia dell'uomo che si agita.
Nel comico comprendo la mostruosità di Dio.
lunedì 7 gennaio 2008
IL PANCREAS DI DERRIDA
In questa strepitosa intervista Enrico Ghezzi mette in crisi Derrida, la
metafisica della presenza si converte nella contingenza dell'assenza, notate
lo sguardo assente di Derrida, "assente" in quanto lontano da qualsiasi forma
di comprensione delle parole di Ghezzi, si vede benissimo che si sta chiedendo:
"ma questo si crede più intelligente di me?ora lo concio per le feste".
L'evento è qualcosa che accade improvvisamente,che deborda dall'orizzonte
della visibilità anticipante, è una sorta di deflagrazione dell'invisibile,
un'invisibile scucito, strappato, che mostra la trama di un senso non
previsto, anche se si potrebbe obiettare che nel caso dell'attacco aereo
la visibilità è anticipata dal suono:le sirene dell'allarme aereo. Ma forse
mi sto confondendo, forse non sono abbastanza presente alla mia assenza, una
cosa è certa, durante l'intervista il pancreas di Derrida era invisibile a
occhio nudo, ma in quel pancreas c'era un tumore, un tumore invisibile.
Il tumore è una presenza che genera un'assenza, su questo possiamo essere
d'accordo, forse.
metafisica della presenza si converte nella contingenza dell'assenza, notate
lo sguardo assente di Derrida, "assente" in quanto lontano da qualsiasi forma
di comprensione delle parole di Ghezzi, si vede benissimo che si sta chiedendo:
"ma questo si crede più intelligente di me?ora lo concio per le feste".
L'evento è qualcosa che accade improvvisamente,che deborda dall'orizzonte
della visibilità anticipante, è una sorta di deflagrazione dell'invisibile,
un'invisibile scucito, strappato, che mostra la trama di un senso non
previsto, anche se si potrebbe obiettare che nel caso dell'attacco aereo
la visibilità è anticipata dal suono:le sirene dell'allarme aereo. Ma forse
mi sto confondendo, forse non sono abbastanza presente alla mia assenza, una
cosa è certa, durante l'intervista il pancreas di Derrida era invisibile a
occhio nudo, ma in quel pancreas c'era un tumore, un tumore invisibile.
Il tumore è una presenza che genera un'assenza, su questo possiamo essere
d'accordo, forse.
Il sangue delle bestie
Georges Franju girò nel 1949 un documentario sui mattatoi di Parigi, era da poco
finita la seconda guerra mondiale, un altro mattatoio.
Io amo la carne. In ogni senso. Il mattatoio è una grande rimozione sociale.
Ho voluto affrontare a viso aperto queste immagini.
Queste immagini sono "il dietro le quinte" delle cotolette.
L'eleganza formale delle inquadrature(Franju è un grande regista)rende
sopportabile l'impatto emotivo sconvolgente.
Ma sconsiglio la visione di queste immagini a chi si sente
impressionabile, e a chi non vuole diventare vegetariano.
finita la seconda guerra mondiale, un altro mattatoio.
Io amo la carne. In ogni senso. Il mattatoio è una grande rimozione sociale.
Ho voluto affrontare a viso aperto queste immagini.
Queste immagini sono "il dietro le quinte" delle cotolette.
L'eleganza formale delle inquadrature(Franju è un grande regista)rende
sopportabile l'impatto emotivo sconvolgente.
Ma sconsiglio la visione di queste immagini a chi si sente
impressionabile, e a chi non vuole diventare vegetariano.
domenica 6 gennaio 2008
Léo Ferré
Confesso la mia omosessualità spirituale:amo Léo Ferré.
Lo amo perché era un ordigno esplosivo.
Aveva le bombe nel cervello.
Ogni sua parola era un attentato
terroristico alla mediocrità.
Ogni suo gesto era una ferita alla
paura di esistere.
Lo amo perché era un ordigno esplosivo.
Aveva le bombe nel cervello.
Ogni sua parola era un attentato
terroristico alla mediocrità.
Ogni suo gesto era una ferita alla
paura di esistere.
L'elettrostimolatore
L'elettrostimolatore è inquietante, è il simbolo di un'umanità passiva,
senza vita e senza gioia.
Una società che tende a neutralizzarsi, vale a dire: a rendere tutto neutro.
Anche lo sforzo fisico.
Il televisore è un elettrostimolatore: il più pericoloso.
Inventeranno anche "l'elettrostimolatore fecale", con elettrodi muniti di pinza
che ci toglieranno lo stronzo dal culo.
Così anche il piacere di una bella e sana cagata andrà in fumo.
Questo video mi sembra un simpatico sberleffo all'elettrostimolazione.
senza vita e senza gioia.
Una società che tende a neutralizzarsi, vale a dire: a rendere tutto neutro.
Anche lo sforzo fisico.
Il televisore è un elettrostimolatore: il più pericoloso.
Inventeranno anche "l'elettrostimolatore fecale", con elettrodi muniti di pinza
che ci toglieranno lo stronzo dal culo.
Così anche il piacere di una bella e sana cagata andrà in fumo.
Questo video mi sembra un simpatico sberleffo all'elettrostimolazione.
sabato 5 gennaio 2008
LOGO:HAPPY MAN.
Logo è uno spazio. Uno spazio di idee, visioni,
suggestioni, partite di ping pong.
Logo è un organismo vivente.
Claude, Francesco, Daniel: un triumvirato aperto all'orgia.
All'amicizia.
Happy Man è una costola di Linea Gialla, un film in divenire sui senza tetto
della Stazione Centrale di Milano.
Godetevi il video.
suggestioni, partite di ping pong.
Logo è un organismo vivente.
Claude, Francesco, Daniel: un triumvirato aperto all'orgia.
All'amicizia.
Happy Man è una costola di Linea Gialla, un film in divenire sui senza tetto
della Stazione Centrale di Milano.
Godetevi il video.
venerdì 4 gennaio 2008
Silvano Agosti
Silvano Agosti è un poeta, quindi è un mio amico. Ci siamo conosciuti al cinema,
in una saletta milanese che proiettava un suo film: "La seconda ombra".
Era seduto su una poltrona davanti alla biglietteria, in una solitudine che
irradiava calore e attenzione. Appena mi ha visto entrare si è alzato, si è
avvicinato e mi ha fatto un dono:un suo libro di poesie.Questo è Silvano Agosti
per me, una strana solitudine, una solitudine connessa con miliardi di vite,
una solitudine che è un dono, un avvicinamento, un'ombra innamorata della luce.
Ma vi parlerò ancora di lui, e della nostra bella amicizia.Se volete conoscere
Silvano ascoltate questo "essere umano", questo capolavoro, questo bambino.
in una saletta milanese che proiettava un suo film: "La seconda ombra".
Era seduto su una poltrona davanti alla biglietteria, in una solitudine che
irradiava calore e attenzione. Appena mi ha visto entrare si è alzato, si è
avvicinato e mi ha fatto un dono:un suo libro di poesie.Questo è Silvano Agosti
per me, una strana solitudine, una solitudine connessa con miliardi di vite,
una solitudine che è un dono, un avvicinamento, un'ombra innamorata della luce.
Ma vi parlerò ancora di lui, e della nostra bella amicizia.Se volete conoscere
Silvano ascoltate questo "essere umano", questo capolavoro, questo bambino.
Piero Ciampi
Il vero Ciampi della nostra epoca si chiama Piero. Livornese come Carlo Azeglio, ma Poeta. Qui interpreta una sua canzone: Il Giocatore...
Il giorno più bello della mia vita
Il giorno più bello della mia vita? Il giorno della morte di mio padre.
Avere capito in un attimo, nel profondo della carne, che la morte
è un'inezia al cospetto dell'amore.
Ricky Farina
Avere capito in un attimo, nel profondo della carne, che la morte
è un'inezia al cospetto dell'amore.
Ricky Farina
giovedì 3 gennaio 2008
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