Una zanna d'elefante e un vasetto di miele.
Re Mida della solitudine, tutto ciò che tocchi
diventa oro, quindi solitudine. Una pulce e
un uragano. Una diciottenne e una minigonna.
Nascondi l'erezione sotto i pantaloni. Una
nuvola e un chiodo. Non sai ordinare nemmeno
un crodino al bar, la democrazia ti inibisce.
Scrivi parole perché non sai intagliare gli alberi.
Scrivi parole perché non sai vivere, ma ti ostini.
Una musica celeste e una pietra volante.
Lapidazione tenue, gli orrori del quotidiano.
Le ferite immortali. Gli orizzonti di cenere.
Non chiedi più perché, hai smesso di farti
domande. Lasci che tutto sia quel che deve
essere. Coltivi l'assurdo per sorridere ancora.
Una sciabola e uno scivolo. Un attacco di panico
nella quiete devastante del cosmo. L'ira, l'ora.
Le ineffabili torsioni dell'istante, l'istinto.
Un fiume che scorre fra le cosce della vita.
Esci e come un matto vai alla ricerca di un
vaso, un vaso azzurro, tutte le vetrine ti fanno
un inchino, sei il principe dell'effimero.
3 commenti:
Sembra una risposta indiretta all'ultimo testo di Attimiespazi... L'ha letta? Siete una bella coppia di poeti... mi è piaciuta molto anche la sua, Farina. La sua poesia è un brivido, quella di Attimi una specie di incantesimo. :)
un RF d'annata..
*devAstante
(piccolo refuso)
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