giovedì 1 dicembre 2022

RESOCONTO

Questa volta il calcolo è stato sbriciolato, polvere di calcolo,
sbriciolato senza pietà da un'urologa che è entrata nel mio
pisello con scientifica spietatezza, un'altra forma d'amore.
Le anestesie le reggo benissimo, del resto Morfeo è sempre
stato un mio amico, essendo un appassionato di sogni.
Anche a questo giro ho avuto compagni di sventura molto
interessanti: un fotografo amante della bicicletta e un medico
colonnello. Gino, il fotografo, mi ha lasciato addosso un
senso di solitudine pulita, aria fresca, limpida, un uomo
apprensivo ma con metodo, con razionalità "l'anestesia
non è mai a rischio zero", però è andato tutto bene ed è
stato con me solo un giorno, è ritornato alla sua bicicletta.
Mi ha confidato che il suo più grande piacere, dopo le
salite in bicicletta nella zona di Borgotaro, è quello di
andare nelle osterie dove si gioca a briscola, e provocare
gli avventori "briscolanti" con domande sibilline sui fatti
dell'attualità: guerra e pandemia. Il giorno dopo come
compagno di stanza è entrato Luciano, calcoli alla vescica
di 4 centimetri, colonnello medico che ha esercitato in
zone di guerra come il Kosovo, un uomo mite, gentile, 
con la passione della biologia e dei fossili. Mi ha detto
che ha salvato un cavallo da un campo minato! Un eroe.
Abbiamo passato due notti assieme, mi ha fatto la storia
del cosmo e mi ha spiegato che l'evoluzione della vita
nasce sempre da un'imperfezione genetica che poi produce
cambiamenti epocali. Non vedeva l'ora di tornare a casa
dai suoi gatti e dai suoi cani ed era facile alla commozione,
si è messo quasi a piangere quando gli ho raccontato la
morte di Toby, il cagnolino che ha vissuto con noi per
quasi 18 anni. Ogni tanto lo vedevo che apriva un libro
e diventava serissimo, tutti testi scientifici, mi ha detto
anche che per quanto l'uomo possa studiare l'universo
che è come un grande palazzo pieno di stanze, ci sarà
sempre una stanza ulteriore che nessuno è in grado di
esplorare: in sostanza siamo tutti condannati al mistero.
Il momento più bello della degenza: quando è venuto
a trovarmi Giuliano, il mio vecchio compagno di stanza
del primo intervento andato male, mi ha portato dei
cioccolatini buonissimi e il suo sorriso fresco di umanità.
Mi hanno dimesso dopo tre giorni con il catetere, la cosa
più spiacevole di tutta la faccenda, ho dovuto convivere
sei giorni con un tubo conficcato nel meato, quando
urinavo il flusso allargava il tubo ed erano dolori, ma
mio fratello e mia madre mi sono stati vicini con amore.
Tolto il catetere sono tornato bambino, quindi uomo.
Ora è quasi finita, manca lo stent, da togliere fra tre
settimane circa e poi il piccolo incubo sarà alle mie
spalle, almeno per qualche anno, perché con i calcoli
non si può mai sapere, sono sempre pronti a riformarsi,
i maledetti. Questa estate ho conosciuto un signore
che mi ha detto che è stato operato sette volte di seguito
per via dei calcoli, ma del resto: la pace è un privilegio
solo dei morti, e finché siamo vivi si lotta e si gode.
Fino all'ultimo calcolo che nessun matematico sarà
mai in grado di capire, forse nemmeno Dio.

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