L'anima che ho dentro, l'anima che ho fuori.
Questo soffio celeste. L'anima che mi tinge
gli occhi, e fa circolare il sangue per vendetta
contro i deserti infiniti dello spazio, l'anima
che mi accarezza le spalle, che si sbuccia
le mani sulle pietre, l'anima, questo rantolo,
questo fuoco libero, questa catena di seta,
l'anima, così fresca da sfidare il mercato del
pesce, così peccatrice, un bordello a cielo
aperto, inseguita dai cani rabbiosi, graffiata
dalle spezie, affogata nel caffè, pericolante,
l'anima che si asciuga le lacrime con la carta
vetrata, che esplora le vertigini, che socchiude
le porte, questo sogno che sfonda i cassetti,
l'anima che ho dentro, nell'intestino, che sa
di fogna ed estasi, l'anima che ho fuori, fra
le rose e i topi, questo passo cadenzato, forse
non esiste, forse è solo il frutto della mia
follia, un languore elettrico nella vacuità.
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