mercoledì 2 novembre 2011

POESIA DISONESTA

Non soffro, non provo nulla, sono acqua senza sete.
Eppure scrivo sul dolore, e ho sempre una lacrima
di scorta per ogni sorriso che mi scappa sulla bocca.

Evito la verità, ma l'inevitabile prima o poi bussa alla
porta e fare finta di non essere in casa non aiuta.
Uccido l'angoscia pensando a una strada di Parigi.

Una strada qualsiasi, tipo boulevard de Sébastopol.
Toponomastica d'urgenza, trasformo i miei tormenti
in atti notarili, fondo la burocrazia nel sangue.

Polvere, polvere e polvere, fuggire dalla polvere.
Anche un macello è più umano della polvere.
Il capretto sgozzato imita Dio quando muore.

Datemi una cattedrale, la trasformo in un ufficio
brevetti per inventori di nulla. Prendere la corrente
o seguirla? Domande al limite della decenza.

Uno stato di grazia ha le sue leggi.

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