lunedì 10 novembre 2008

ALCUNE PERLE DI BIERCE

dal "Dizionario del Diavolo" di Ambrose Bierce


APPLAUSO:l'eco di una banalità.

AVVERSIONE:sentimento generato dalla constatazione della
superiorità di qualcun altro.

BAROMETRO:ingegnoso strumento che serve a indicare il tempo
che fa.

BELLEZZA:il potere grazie al quale una donna affascina
l'amante e terrorizza il marito.

CANNIBALE:gastronomo dei tempi andati che rifiuta di piegarsi
alla modernità e conserva i gusti semplici del periodo
che precedette l'avvento del maiale.

CANNONE:strumento impiegato per rettificare i confini di una
nazione.

DEBOSCIATO:uno che ha perseguito a tal punto il piacere fino
ad avere la sfortuna di raggiungerlo.

DEVOZIONE:l'atteggiamento spirituale dell'uomo per Dio e
del cane per l'uomo.

ECCEZIONE:qualcosa che si prende la libertà di differire dalla
media della sua specie, quali un uomo onesto, una donna
sincera, eccetera."L'eccezione che conferma la regola", amano
dire gli ignoranti, ripetendosi l'espressione l'un l'altro
come tanti pappagalli senza mai pensare alla sua assurdità.
Nella voce latina da cui deriva,Exceptio probat regulam, il
probat sta per "mettere alla prova", non per "prova". Ma
purtroppo la malefica trovata del malfattore che ha mutuato
in assurda la splendida logica di quell'adagio sembra
destinata a durare per sempre.

ERUDIZIONE:polvere che cade da un libro in una zucca vuota.

FAMOSO:vistosamente disgraziato.

FAR MEGLIO:farsi almeno un nemico.

GENTILEZZA:breve prefazione a dieci volumi di soprusi.

GIUSTIZIA:bene di consumo più o meno adulterato che lo Stato
vende ai cittadini in cambio di una presunta lealtà,
scadente protezione ed autentiche tasse.

(continua...)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Se "Exceptio probat regulam" significa "l'eccezione mette alla prova la regola", allora "Sapiens nihil affirmat quod non probat" significa che "Il saggio non fa affermazioni che non può mettere alla prova".

Anonimo ha detto...

funziona anche in questo caso,
non trovi?

ric

Anonimo ha detto...

Certo che sì.

"Mettere alla prova" e "provare", cioè "fare una prova" sono esattamente la stessa cosa. E' la semplificazione del parlato corrente che, nel dir "provare", sottintende "provare che l'enunciato è vero". Ma a voler essere precisi, cioè privi di ambiguità espositiva, ci si infila in tornelli tali che quelli del Brunetta fanno sorridere. Se l'eccezione mette alla prova la regola, cioè ne verifica la consistenza, la solidità formale e materiale, allora si danno due casi: la regola "regge" - e allora è vero che l'eccezione ha provato di essere solo un'eccezione e ha quindi, come il parlar comune vuole, "confermato" la regola - oppure non regge e allora la regola era, se non fallace, almeno incompleta. Sollecitare eccezioni è dunque utile ad affinare le regole. Excepire necesse est!

Anonimo ha detto...

in effetti credo sia una questione
di sfumature, il mettere alla
prova implica la possibilità di
una rottura epistemica, e quindi
di una rielaborazione della
teoria, forse Popper potrebbe
spiegarci meglio la cosa con
il suo concetto di teoria corroborata, mentre nel caso
dell'eccezione che prova la
regola ci troviamoin presenza
di una timbratura epistemica,
quasi un atto notarile.
Sono stato abbastanza intelligente?
No perché con te bisogna
stare attenti, hai un cervello
interessante.