lunedì 17 novembre 2008

ABITARE AL SETTIMO PIANO

Abitare al settimo piano, uscire sul balconcino della cucina
a fumarsi una sigaretta, aspirare una boccata di veleno
nella notte, mentre alle tue spalle i resti di una cena e la
fiammella delle candele fanno il loro sporco lavoro di
quiete domenicale, sentire all'improvviso l'ebbrezza della
vertigine, un salto e la possibilità di precipitare nel vuoto
diventa realtà, realtà con gli attimi contati, settimo,
sesto, quinto, quarto, terzo piano, secondo, primo, piano terra.
Poi qualcuno verrà a soffiare sulle candele, a sparecchiare
la tavola, e l'orizzonte di una cremazione sarà il tuo ultimo
viaggio. Caro Riccardo, ogni realtà, anche la più apparentemente
solida, ha questo vuoto interno che la smagnetizza,
e tu esisti in contumacia, ma fino a quando non lo sai.

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