Ci sono tante cose nella vita e ci sei tu.
Pizzi, merletti, arachidi, gelsomini e ci
sei tu. Nella vita che passa e non passa.
Ci sono le nostre baruffe, i nostri sgomenti,
le terse e indecifrabili passioni, nella
vita che sorge e risorge, nonostante il
mattino, nonostante la notte immensa,
in questa vita su di noi e dentro di noi,
tante cose variopinte di un colore solo,
il nostro colore, e fughe vertiginose che
si perdono, in questa vita a metà tra un
precipizio e una pista da ballo, tra lo
champagne nero dell'addio e il vorticoso
nesso dell'amore, in questa vita pallida
di ustioni, ci sei tu e tanto altro, c'è il
cristallo dei bicchieri senza sete e il viola
dei vestiti nei camerini dei teatri senza
superstizione, bolle di sapone e affogati
al caffè o affogati nel senso di morti, ma
appena morti, appena appena, quasi ancora
vivi, nonostante l'eterno e l'acido delle
carezze tradite, e poi c'è lo scalatore e
l'idraulico impossibile, ci sono le formiche
e i gufi, l'angelo e la baracca sul fiume,
il fiume che scorre nella vita e sulle
tue palpebre immote, il tremito del
piacere, lo spasmo tra le lame, e poi,
e ancora poi e poi, ci sei tu e ci sono
io, magicamente, di una magia fresca
come un frutto, come un grido nudo.
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