domenica 29 settembre 2013

LE PAROLE DI CARLO

Amo il tuo modo di fare cinema. Il tuo occhio, attraverso la tua videocamera, si sofferma spesso su particolari sui quali lo sguardo della maggior parte delle persone non cade. Le tue inquadrature e il tuo modo di montarle danno il senso del tempo che scorre, che consuma, che invecchia. Ma non c'è morte nei tuoi video, sebbene la "morte" spesso la nomini e cerchi di esorcizzarla. Nelle tue riprese sono spesso immortalati oggetti freddi, di ferro, semafori che si accendono e si spengono, luci intermittenti nel buio della notte. In questa apparente angoscia c'è però la vita, c'è la vita vissuta negli sguardi delle persone che scruti. La telecamera cerca ogni angolo del volto delle persone che riprendi, che dinanzi al tuo obiettivo magicamente si "spogliano", raccontando il loro lato più nascosto. Ammiro molto la tua capacità di osservazione. Sei come le tre "Dentone", dove però al posto dei denti c'è un grande occhio, il tuo, che scruta, esplora, scuce e ricuce. Certamente i tuoi video sono molto più interessanti di molti film che hanno successo sul grande schermo. Non c'è artificio, trucco, effetto speciale, in nessuno dei tuoi video, ma c'è un grande flusso di energia che li attraversa e che giunge allo spettatore. Ti piace ascoltare e osservare. La musica segna la cadenza, il ritmo della vita e del tempo che scorre ed è forte l'impatto che ha l'abbinare colonne sonore "allegre" ad immagini che di allegro non hanno nulla. Questo da' ancora di più il messaggio di una vita fatta di contraddizioni (e probabilmente è affascinante proprio per quello). Un giorno dicesti di non voler più pubblicare video per fare un "dispetto" a tutti quelli che non capivano il tuo fare cinema. Invece ti dico di non fermarti. Vai avanti e continua con le tue splendide "autopsie" della vita e continua a dar vita alla morte. Sei uno spietato ritrattista di questo strano percorso che è la vita. Un occhio mai distratto, una pupilla invisibile che immortala, fotografa, registra e restituisce allo spettatore nella sua crudezza. Continua così.

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