venerdì 11 maggio 2012

LA RETORICA E IL MIO ODIO


Chi mi conosce sa che odio ogni forma di retorica.
Retorica intesa come discorso magniloquente e non
come arte del dire bene. Tutto ciò che è solenne
mi puzza, mi fa pensare alla morte dello spirito.
Non sento un briciolo di verità nella retorica.
Amo i pompini ma detesto il pomposo, ecco la mia
verità. Oggi mi sono fermato a leggere una
targa commemorativa nei pressi di via Mangiagalli
a Milano. La targa portava questa iscrizione:

ASSERTORE DI GIUSTIZIA
CAMPIONE DI LIBERTA'
MARIO LUPERINI
FU TEMERARIO NELLA LOTTA
E SERAFICO NELL'OLOCAUSTO

(Milano 20/9/1920- 19/3/1945 Mauthausen)

Passi per "assertore di giustizia", passi
anche per "campione di libertà" e
"temerario nella lotta", ma "serafico
nell'olocausto" no, qui mi ribello, qui sento
l'alito puzzolente e falso della retorica.

Imperturbabile, calmo, e angelico nell'orrore
senza fine di un campo di sterminio?
Non è umano, non è credibile, non è vero.
Per il rispetto dovuto alla vita di Mario Luperini
io lo voglio immaginare disperato e
incazzatissimo di morire a 25 anni in un campo
di sterminio.

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