Non c'è alcun dubbio, il Libro dell'inquietudine di Pessoa
è un capolavoro, una scrittura liquida, un acido corrosivo
che corrode l'Essere, con sfumature di una suprema violenza,
è la magia di un illusionista dell'identità, di un terrorista
della percezione, di un fondamentalista dell'indefinito e
dell'indefinibile. Leggere questo libro è sciogliersi.
Eppure una solidità imprevista sorregge la lettura.
Un libro aereo che diventa di una pesantezza senza fine,
inamovibile al centro di un'anima che non ha centro.
Indigesto, ma già digerito nell'atto stesso di leggerlo.
Un diario intimo di un pupazzo di segatura che mette in crisi
il nostro sangue, la nostra carne, il respiro.
p.s.
ma dopo averlo letto ho sentito il bisogno
di un'erezione, un'erezione limpida, cristallina,
un'erezione senza compromessi.
Un cazzo duro al quale aggrapparmi,
assediato dal nulla.
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