venerdì 13 dicembre 2013

PENSIERI PER GLI ATTORI DI TEATRO


Agli attori: impara una parte e mettila nell'arte.

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Ci sono attori vegetariani che soffrono sotto l'occhio di bue.

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Era un attore claustrofobico ma bravissimo, e 
trovava pace solo negli applausi a scena aperta.

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Una compagnia teatrale recita anche se in sala
c'è solo uno spettatore, questo perché il teatro
è amore, e l'amore si fa con una persona.
L'orgia è un optional.

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A teatro la parola si fa corpo: c'è la parola fegato,
la parola cuore, la parola intestino, la parola milza,
e così via, e poi c'è la parola ombelico, quella che
fa nascere negli spettatori la voglia di tornare.

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Il teatro è più fragile del cinema, la vita può
aggredirlo in ogni momento: un vuoto di memoria,
uno spettatore infuriato, un'asse di legno fuori posto,
un attacco di panico, una febbre improvvisa.
L'attore di teatro recita senza la rete di protezione.  
Questa fragilità del teatro è il suo fascino, tutti gli attori 
sono equilibristi sul filo teso delle parole.     

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Il teatro è il luogo dei paradossi: una recitazione lieve
può calcare le scene più di uno schiacciasassi.  

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Ci sono attrici che darebbero le proprie ovulazioni
per un'ovazione.  


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