martedì 3 novembre 2009

QUANDO

Quando le stagioni passeranno invisibili
sul mio silenzio stupefatto, quando sotto
la terra dei piedi veloci marcirò carcassa
immobile e immonda, quando il mio respiro
sarà la sintesi di un grido e un verme, quando
non avrò più tempo da perdere e sarò morto
vi prego cortesemente di una cosa: non dite
Riccardo avrebbe voluto questo o quello,
non pensate di festeggiare in mio nome, di
godere alle mie spalle, no, nessun brindisi
grazie, vi voglio sofferenti, in lacrime, anche
incazzati, quasi rabbiosi, in fondo si tratta
di un morto, non di uno che è uscito a bere
un cappuccino... poi lasciatemi in pace o in
rivolta, mettetemi in un angolo della vostra
memoria, e andate a farvi fottere! Grazie.

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