mercoledì 21 ottobre 2009

POESIA FINTA


Un diffuso malessere, quasi una filodiffusione
d'angoscia pervade il mio animo.

Accartocciato in un giorno perfetto, così perfetto
da essere una bolla esangue di nulla.

Dove aggrapparmi? Anche un seno finto oggi
potrebbe aiutarmi a non morire di verità. 

Mastico maschere e sputo grumi di me sullo
specchio lucido delle mie sconfitte.

C'è del sangue, inchiostro di ciliegia, nei
cardini molli di questa nuova disperazione.
  
Febbrile sgomento di una chiaroveggenza
sterile, inganno di un presente assente.   

2 commenti:

serotonina ha detto...

a me nn piacciono le poesie.
anche le più riuscite sono sempre troppo piene di parole, una montagna di panna e cioccolato. ce ne sono sempre troppe di cose costrette e pigiate dentro, che si cozzano continuamente perché chiedono d'essere tutte guardate. troppe note, direbbe un mozart e io nn ce la faccio a stare dietro a tutte quelle vocine uguali. così accade che lasci perdere e nn finisca quasi mai di leggere la fine.
la verità è che il mio amore mi sta lasciando e ho tanta voglia di piangere.

Anonimo ha detto...

mi spiace.

leggi sandro penna.