lunedì 24 agosto 2009

UNA POESIA JAZZ


Una poesia involontaria, una poesia che non sa
di essere una poesia, una poesia inconsapevole, dopo
il caffé, come un'amarezza che si scioglie in canto,
una poesia domenicale, sfaticata, annoiata, senza
pensieri profondi, una poesia con il mattino dentro,
con la luce ancora vergine nell'incavo delle parole. 
Una poesia jazz, una poesia improvvisata, una poesia
a caso, senza destino, senza sentiero, senza lettori.
Specchio frantumato del sangue, scheggia immobile.
Una poesia che esce a farsi un giro per strada, e che
incontra altri esseri umani, altre forme, che si posa 
sulle stanchezze infinite del mondo, e sogna silenzi.
Una poesia senza tristezza, dimenticata, una poesia
senza carne, senza risposta, una poesia, solo questo.
Scritta per rallentarsi. Tanto per non morire subito. 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggo il tuo Jazz, mi guardo intorno e penso che la poesia non ha mai pretese di canonica bellezza. E penso che c'è più poesia di quel che non occorra in certe sere, in tutto questo vivere, in certi luoghi della coscienza, nei paesaggi silenziosi dell'amore, nell'imperfetta squisitezza delle fragilità dell'uomo. Poi, leggo le tue parole la cui bellezza è vertigine e mi chiedo perché tutti quelli che non hanno nulla da dire scrivono libri? (Vespa, Corona, comici di consumo, ruffiani di corte, auto-censurati, squallidi personaggi televisivi, giornalai venduti e veline di ogni genere) Che decadenza, ma resistete almeno voi che avete qualcosa da dire, la sensibilità e la fantasia per farlo. Io ho un figlio a Milano che scrive di arte di cinema e di moda: entusiasmante la sua verve, la sua fantasia, la sua scrittura, ma deludente e squallido il mondo del lavoro che gli propina solo difficoltà di inserimento e fame. Che dici chiamo Marina Berlusconi per un posto in Mondadori, per lui e anche per te? No meglio che restiate puliti e con qualcosa da dire, anche se con le tasche vuote. Ciao Peppe

Anonimo ha detto...

Peppe, dimmi dove posso leggere in rete
quello che scrive tuo figlio...se ti va.

ciao

Anonimo ha detto...

si chiama Vito De Biasi, laureato in scienze della comunicazione master primo livello alla IULM milano su: Processi creativi dell'arte e della moda.stage da Prada Milano ora disoccupato.
http://www.seroxcult.com/moda/SEEMS_LIKE_OLD_TIMES/Il_fenomeno_vintage_tp7_pg48_id6883.aspx
oppure
http://www.nimmagazine.it/?q=node/516
oppure
http://www.sentireascoltare.com/rubriche/crticadarte/26/index.htm
e altri che no ricordo, compreso riviste mensili da edicola.
buona vita a te. se vengo a Milano passo a stringerti la mano. Peppe