SMACK! si parla di tante giornate, e questa dedicata alla poesia (il sale della vita mia, e pure lo zucchero, vah!) stava passando in sordina. ti aspettavo al varco! non mi hai delusa. :-)
ciao Davide! condivido con te e con chi vorrà leggere ciò che segue..
Sogni
Tenetevi stretti ai sogni perché se i sogni muoiono la vita è un uccello con le ali spezzate che non può volare. Tenetevi stretti ai sogni perché quando i sogni se ne vanno la vita è un campo arido gelato dalla neve.
(Langston Hughes)
Questi versi del poeta Langston Hughes sono un invito a un sogno, a una fuga, a un’emancipazione. La poesia è senza dubbio la forma migliore per esprimere questo desiderio, poiché ci tocca nell’intimo e permette ogni forma di libertà. Questo poema parla dello straordinario potere delle parole che aprono orizzonti infiniti, migliorano le nostre vite, cambiano la realtà, la abbelliscono, la mostrano in una nuova luce che non è mai stata vista prima. La poesia non è un banale gioco di suoni, parole e immagini: ha un potere creativo e trasformativo. Poeta, scrittore, drammaturgo e leader del Rinascimento di Harlem negli anni Venti, Langston Hughes mise la sua arte al servizio della lotta contro la discriminazione subita dalla comunità afroamericana. La sua poesia è quindi inseparabile dal suo impegno per i diritti civili e rimane una fonte di ispirazione per tutti i sostenitori delle libertà fondamentali in tutto il mondo. La poesia è anche quest’arte unica che ci rende consapevoli della straordinaria diversità umana: la diversità delle lingue e delle culture. È un luogo di incontro tra l’individuo e il mondo. È un’introduzione alla differenza, al dialogo e alla pace. È la testimonianza dell’universalità della condizione umana che va oltre gli innumerevoli mezzi usati per descriverla. Ogni anno dal 1999, l’UNESCO festeggia la Giornata mondiale della poesia il 21 marzo. È un’occasione per celebrare la ricchezza del patrimonio culturale e linguistico del mondo. È anche un’occasione per attirare l’attenzione sulle forme tradizionali di poesia che rischiano di scomparire, come nel caso di molte lingue meno usate e minoritarie. Per mantenere le tradizioni viventi, l’UNESCO ha incluso un certo numero di forme poetiche nell’eredità immateriale dell’umanità: per esempio l’arte poetica di Ca trù cantata dal Viet Nam, Al’azi degli Emirati Arabi Uniti, le canzoni di Baul dal Bangladesh e l’eredità orale di Gelede condivisa dalla comunità Yoruba-Nago che vive in Togo, Benin e Nigeria. La poesia non si limita all’aspetto artistico: è anche uno strumento per l’educazione formale e informale. In questo senso, le arti e le pratiche culturali forniscono un supporto efficace per l’apprendimento permanente. Ecco perché l’UNESCO incoraggia e sostiene l’educazione artistica poiché rafforza lo sviluppo intellettuale, emotivo e psicologico, plasmando generazioni che possano essere capaci di reinventare il mondo. Questa giornata è anche l’occasione per rendere omaggio a tutte le persone che danno vita a questa importante arte: i poeti, naturalmente, ma anche i traduttori, gli editori e gli organizzatori di letture di poesie e festival di poesia. L’UNESCO incoraggia tutti gli Stati membri a sostenere nelle loro azioni tutti coloro che lavorano ogni giorno affinché la poesia possa continuare ad arricchire la nostra vita. Infine, poiché la poesia è un atto di creazione e condivisione, l’UNESCO invita tutti, in questa Giornata Mondiale, a creare, inventare, condividere e aprirsi ad altre lingue e ad altri modi di nominare il mondo, a rallegrarsi di tutto ciò che arricchisce la nostra diversità. Poiché coltivare l’arte e coltivare la mente è anche coltivare la pace.
– Audrey Azoulay, direttore generale Messaggio sulla giornata mondiale della poesia 2018
attimi Bello questo messaggio, io la poesia l'ho scoperta con Te e Ricky,l'ultima che avevo letto era "la nebbia agli irti colli piovigginando sale" qualche decennio fa,me ne ero dimenticata, invece è una bellezza irrinunciabile. Ho ringraziato Luigi, era il minimo. Grazie a Te e Ricky che donate tanto grazie di cuore
grazie a te, Martina, della tua generosità. è bello ascoltare una bella voce che interpreta degnamente poesie e ancor più bello è toccare con mano, con i propri occhi e con il proprio spirito (senza influenze esterne) le pagine di un libro che le raccolga e che, magari, ne spieghi la poetica. perché, come ha detto giustamente Ricky, leggere e non capire quello che si legge è un esercizio inutile. se per esempio leggiamo Dante senza il supporto della spiegazione dei suoi versi, comprenderemmo solo un terzo della sua opera e non renderemmo onore alla sua immensa opera. con internet possiamo avere la possibilità di conoscere autori e, di conseguenza, possiamo procedere alla lettura su carta di ciò che ci interessa per formare così un nostro gusto personale ed approfondire la conoscenza di un poeta o di uno scrittore, affinando così nel tempo, mano a mano, anche il nostro pensiero critico e individuale, necessario per comprendere tante altre dinamiche che ci circondano..
Ciao Attimi, faccio fatica con la poesia. Con la filosofia me la cavo meglio, forse perché più razionale e meno soggetta alle interpretazioni. Condivido però questo: https://www.google.com/amp/www.artspecialday.com/9art/amp/2017/10/02/poesia-filosofia-modi-dellessere/
attimi devo fare gli esercizi che ha detto Ricky per diventare più intelligente. è bello quello che hai scritto, per me irraggiungibile, dovrei andare a scuola a me piace la poesia,per me basta amarla
Ho un difetto, Attimi, quando trovo la risposta ad una mia ricerca mi fermo e approfondisco. Partendo da Socrate, non disdegnando i presocratici però, ho seguito le briciole come Pollicino attraversando tutti gli allievi del sommo greco, ma al cospetto di Arthur Schopenhauer mi son schiantato. Il resto e contorno che ho spiluccato, ma ormai ero, e sono, felicemente sazio.
@Davide capisco. ho letto praticamente nulla di Schopenhauer perché ad un primo approccio di tanti anni fa mi risultò "freddo" e troppo pessimista, e l'ho mollato subito. la filosofia occidentale non mi attrae più di tanto, mi affascina di più quella orientale, mi sembra più "pura", senza sovrastrutture di specie, anche se, per la nostra mentalità occidentale, a prima vista può apparire enigmatica. ma è l'unica che mi ha dato alcune vere risposte fondamentali al netto di credenze o influenze religiose. di Nietzsche, invece, ho letto qualcosa e devo dire che mi sono fatta l'idea personale che sia stato un filosofo-poeta, e non mi dispiace per nulla leggerlo. e allora, in virtù di ciò, ti ho chiesto se lo conoscevi perché mi sembrava il giusto compromesso tra la tua difficoltà d'approccio con la poesia e la tua predilizione per la filosofia :-)
naturalmente, parlo di questo argomento in veste di semplice lettrice profondamente curiosa del centro d'Essere dell'uomo: il Pensiero..
Le ansie generate dal conflitto tra "essere e avere" con Schopenhauer sono state finalmente placate e nel suo nichilismo passivo mi ci ritrovo completamente. Nietzsche e il suo Oltreuomo non mi convince, perché non credo in una evoluzione coscienziale dell'umanità. Perfino il Rinascimento si è spento in un reparto oncologico. L'oriente rimarrà interessante finché non sarà completamente contaminato dall'occidente. Speriamo più mai che tardi.
@Davide mi pare di aver capito (seppur nei miei limiti, in quanto non ho letto tutto del filosofo-poeta) che il pensiero niciano sia andato oltre il nichilismo passivo e anche oltre il nichilismo attivo, attestandosi in un nichilismo radicale dove propone la figura di un superuomo che dovrebbe avere il coraggio di superare se stesso e i condizionamenti passati per rielaborare e ricreare una sua nuova presenza nel mondo. sai che N definì Schopenhauer "cerimoniere funebre"? ahahahahah era anche un po' monello, eh! :-D comunque, trovo emblematico del suo percorso e del suo ideale, ed estremamente interessante, ciò che tenta di spiegare di sé e del suo pensiero in questo piccolo stralcio tratto dal suo Ecce Homo (che sto leggendo a piccole tappe) e che ti riporto:
[…] Ero saltato al di là delle miserevoli chiacchiere delle teste piatte su ottimismo contro pessimismo! - Ero il primo a vedere il vero contrasto: - da una parte l'istinto degenerante, che si rivolta contro la vita con rancore sotterraneo (-il cristianesimo, la filosofia di Schopenhauer, in un certo senso già la filosofia di Platone, tutto l'idalismo ne sono forme tipiche), e dall'altra una formula della affermazione suprema, nata dalla pienezza, dalla sovrabbondanza, un dire sì senza riserve, al dolore stesso, alla colpa stessa, a tutto ciò che l'esistenza ha di problematico e ignoto... Quest'ultimo, gioiosissimo, straripante-arrogantissimo sì alla vita non è solo la visione suprema, ma anche la più profonda. Non c'è nulla da togliere da ciò che è, nulla è trascurabile - gli aspetti dell'esistenza rifiutati dai cristiani e altri nichilisti appartengono addirittura a un ordine infinitamente superiore, nella gerarchia dei valori, a tutto ciò che l'istinto della décadence approva, cioè prende per buono. Per capire questo ci vuole coraggio, e come sua condizione, un eccesso di forza: perché, nella misura della propria forza, ci si avvicina alla verità solo di quanto il coraggio può avventurarsi avanti. [...] Ho spiegato per ultimo nel Crepuscolo Degli Idoli, alla pagina 139. “Il sì alla vita anche nei suoi problemi più oscuri e avversi, la volontà di vita, che nell'immolare i suoi esemplari più alti sente la gioia della propria inesauribilità – questo io chiamo dionisiaco, questo io ho inteso come ponte verso la psicologia del poeta tragico. Non per svincolarsi dal terrore e dalla pietà, non per purificarsi da una passione pericolosa per mezzo di una violenta scarica – questo è stato l’equivoco di Aristotele -: bensì perché, al di là di terrore e pietà, siamo noi stessi la gioia eterna del divenire – quella gioia che comprende in sé anche la gioia nell'annientare…”. In questo senso io ho il diritto di considerarmi il primo filosofo tragico – e cioè l’estrema antitesi e l’antipodo di un filosofo pessimista. Prima di me non esisteva questa trasposizione dell’elemento dionisiaco in pathos filosofico: mancava la saggezza tragica – ne ho cercato invano un qualche segno perfino nei grandi Greci della filosofia, quelli dei due secoli prima di Socrate. Mi è restato un dubbio per Eraclito, nella vicinanza del quale sento più calore e mi sento di miglior umore che ovunque altrove. L’affermazione del flusso e dell’annientare, che è il carattere decisivo di una filosofia dionisiaca, il divenire, con rifiuto radicale perfino del concetto di “essere” – in questo io debbo riconoscere quanto di più affine a me sotto ogni aspetto sia mai stato pensato finora. [….]
ecco, per me, un filosofo-poeta quale io ritengo possa esser stato N., sempre proiettato nel tentativo di capire se stessi non sciogliendo i dubbi ma moltiplicandoli, mettendo sottosopra altre idee, è qualcosa di veramente stimolante.
vorrei chiudere questo mio intervento linkandoti il ritratto di un Persona che vado a trovare di tanto in tanto per dissetare il mio bisogno di ascoltare vette di pensiero di una certa sensibilità culturale e di umana intelligenza. spero di non averti annoiato.
Coraggio appunto, ecco la parola chiave. Fosse facile, e anche se ben dotati è come il salmone che sfida la corrente della storia dal vantaggio ormai incolmabile. Ne vale la pena? Forse si arrese anche lui e la pazzia gli risparmiò un finale ancor più tragico.
19 commenti:
SMACK!
si parla di tante giornate, e questa dedicata alla poesia (il sale della vita mia, e pure lo zucchero, vah!)
stava passando in sordina.
ti aspettavo al varco!
non mi hai delusa.
:-)
.attimosa
Smack!
Coincide con il compleanno di Alda Merini.
Non male come coincidenza.
ciao Davide!
condivido con te e con chi vorrà leggere ciò che segue..
Sogni
Tenetevi stretti ai sogni
perché se i sogni muoiono
la vita è un uccello con le ali spezzate
che non può volare.
Tenetevi stretti ai sogni
perché quando i sogni se ne vanno
la vita è un campo arido
gelato dalla neve.
(Langston Hughes)
Questi versi del poeta Langston Hughes sono un invito a un sogno, a una fuga, a un’emancipazione. La poesia è senza dubbio la forma migliore per esprimere questo desiderio, poiché ci tocca nell’intimo e permette ogni forma di libertà.
Questo poema parla dello straordinario potere delle parole che aprono orizzonti infiniti, migliorano le nostre vite, cambiano la realtà, la abbelliscono, la mostrano in una nuova luce che non è mai stata vista prima.
La poesia non è un banale gioco di suoni, parole e immagini: ha un potere creativo e trasformativo.
Poeta, scrittore, drammaturgo e leader del Rinascimento di Harlem negli anni Venti, Langston Hughes mise la sua arte al servizio della lotta contro la discriminazione subita dalla comunità afroamericana. La sua poesia è quindi inseparabile dal suo impegno per i diritti civili e rimane una fonte di ispirazione per tutti i sostenitori delle libertà fondamentali in tutto il mondo.
La poesia è anche quest’arte unica che ci rende consapevoli della straordinaria diversità umana: la diversità delle lingue e delle culture. È un luogo di incontro tra l’individuo e il mondo. È un’introduzione alla differenza, al dialogo e alla pace. È la testimonianza dell’universalità della condizione umana che va oltre gli innumerevoli mezzi usati per descriverla.
Ogni anno dal 1999, l’UNESCO festeggia la Giornata mondiale della poesia il 21 marzo. È un’occasione per celebrare la ricchezza del patrimonio culturale e linguistico del mondo. È anche un’occasione per attirare l’attenzione sulle forme tradizionali di poesia che rischiano di scomparire, come nel caso di molte lingue meno usate e minoritarie. Per mantenere le tradizioni viventi, l’UNESCO ha incluso un certo numero di forme poetiche nell’eredità immateriale dell’umanità: per esempio l’arte poetica di Ca trù cantata dal Viet Nam, Al’azi degli Emirati Arabi Uniti, le canzoni di Baul dal Bangladesh e l’eredità orale di Gelede condivisa dalla comunità Yoruba-Nago che vive in Togo, Benin e Nigeria.
La poesia non si limita all’aspetto artistico: è anche uno strumento per l’educazione formale e informale. In questo senso, le arti e le pratiche culturali forniscono un supporto efficace per l’apprendimento permanente. Ecco perché l’UNESCO incoraggia e sostiene l’educazione artistica poiché rafforza lo sviluppo intellettuale, emotivo e psicologico, plasmando generazioni che possano essere capaci di reinventare il mondo.
Questa giornata è anche l’occasione per rendere omaggio a tutte le persone che danno vita a questa importante arte: i poeti, naturalmente, ma anche i traduttori, gli editori e gli organizzatori di letture di poesie e festival di poesia. L’UNESCO incoraggia tutti gli Stati membri a sostenere nelle loro azioni tutti coloro che lavorano ogni giorno affinché la poesia possa continuare ad arricchire la nostra vita.
Infine, poiché la poesia è un atto di creazione e condivisione, l’UNESCO invita tutti, in questa Giornata Mondiale, a creare, inventare, condividere e aprirsi ad altre lingue e ad altri modi di nominare il mondo, a rallegrarsi di tutto ciò che arricchisce la nostra diversità. Poiché coltivare l’arte e coltivare la mente è anche coltivare la pace.
– Audrey Azoulay, direttore generale
Messaggio sulla giornata mondiale della poesia 2018
(fonte: https://letteratitudinenews.wordpress.com/2019/03/19/giornata-mondiale-della-poesia-2019/)
attimi
Bello questo messaggio, io la poesia l'ho scoperta con Te e Ricky,l'ultima
che avevo letto era "la nebbia agli irti colli piovigginando sale" qualche
decennio fa,me ne ero dimenticata, invece è una bellezza irrinunciabile.
Ho ringraziato Luigi, era il minimo. Grazie a Te e Ricky che donate tanto
grazie di cuore
grazie a te, Martina, della tua generosità.
è bello ascoltare una bella voce che interpreta degnamente poesie e ancor più bello è toccare con mano, con i propri occhi e con il proprio spirito (senza influenze esterne) le pagine di un libro che le raccolga e che, magari, ne spieghi la poetica.
perché, come ha detto giustamente Ricky, leggere e non capire quello che si legge è un esercizio inutile.
se per esempio leggiamo Dante senza il supporto della spiegazione dei suoi versi, comprenderemmo solo un terzo della sua opera e non renderemmo onore alla sua immensa opera.
con internet possiamo avere la possibilità di conoscere autori e, di conseguenza, possiamo procedere alla lettura su carta di ciò che ci interessa per formare così un nostro gusto personale ed approfondire la conoscenza di un poeta o di uno scrittore, affinando così nel tempo, mano a mano, anche il nostro pensiero critico e individuale,
necessario per comprendere tante altre dinamiche che ci circondano..
.att
Ciao Attimi, faccio fatica con la poesia.
Con la filosofia me la cavo meglio, forse perché più razionale e meno soggetta alle interpretazioni.
Condivido però questo:
https://www.google.com/amp/www.artspecialday.com/9art/amp/2017/10/02/poesia-filosofia-modi-dellessere/
Bah per me, a parte Esenin, Majakovskij e Bukowski so tutti dei rubbagalline!
attimi
devo fare gli esercizi che ha detto Ricky per diventare più intelligente.
è bello quello che hai scritto, per me irraggiungibile, dovrei andare a scuola
a me piace la poesia,per me basta amarla
Martina, e qual è il tuo modo di amare la poesia?
Davide, ti piace Nietzsche?
meh, ora mi leggo un altro po' del Libro dell'Inquietudine di Pessoa, poeta che amo sommamente..
Ho un difetto, Attimi, quando trovo la risposta ad una mia ricerca mi fermo e approfondisco.
Partendo da Socrate, non disdegnando i presocratici però, ho seguito le briciole come Pollicino attraversando tutti gli allievi del sommo greco, ma al cospetto di Arthur Schopenhauer mi son schiantato.
Il resto e contorno che ho spiluccato, ma ormai ero, e sono, felicemente sazio.
@Davide
capisco.
ho letto praticamente nulla di Schopenhauer perché ad un primo approccio di tanti anni fa mi risultò "freddo" e troppo pessimista, e l'ho mollato subito.
la filosofia occidentale non mi attrae più di tanto, mi affascina di più quella orientale, mi sembra più "pura", senza sovrastrutture di specie, anche se, per la nostra mentalità occidentale, a prima vista può apparire enigmatica. ma è l'unica che mi ha dato alcune vere risposte fondamentali al netto di credenze o influenze religiose.
di Nietzsche, invece, ho letto qualcosa e devo dire che mi sono fatta l'idea personale che sia stato un filosofo-poeta, e non mi dispiace per nulla leggerlo. e allora, in virtù di ciò, ti ho chiesto se lo conoscevi perché mi sembrava il giusto compromesso tra la tua difficoltà d'approccio con la poesia e la tua predilizione per la filosofia
:-)
naturalmente, parlo di questo argomento in veste di semplice lettrice profondamente curiosa del centro d'Essere dell'uomo: il Pensiero..
.@
Le ansie generate dal conflitto tra "essere e avere" con Schopenhauer sono state finalmente placate e nel suo nichilismo passivo mi ci ritrovo completamente.
Nietzsche e il suo Oltreuomo non mi convince, perché non credo in una evoluzione coscienziale dell'umanità.
Perfino il Rinascimento si è spento in un reparto oncologico.
L'oriente rimarrà interessante finché non sarà completamente contaminato dall'occidente.
Speriamo più mai che tardi.
Notte Attimi.
Ascolto le poesie di Luigi, mi piace Mariangela Gualtieri
le poesie attimose e Rickeggianty
@Davide
mi pare di aver capito (seppur nei miei limiti, in quanto non ho letto tutto del filosofo-poeta) che il pensiero niciano sia andato oltre il nichilismo passivo e anche oltre il nichilismo attivo, attestandosi in un nichilismo radicale dove propone la figura di un superuomo che dovrebbe avere il coraggio di superare se stesso e i condizionamenti passati per rielaborare e ricreare una sua nuova presenza nel mondo.
sai che N definì Schopenhauer "cerimoniere funebre"? ahahahahah
era anche un po' monello, eh!
:-D
comunque, trovo emblematico del suo percorso e del suo ideale, ed estremamente interessante, ciò che tenta di spiegare di sé e del suo pensiero in questo piccolo stralcio tratto dal suo Ecce Homo (che sto leggendo a piccole tappe) e che ti riporto:
***********************
[…] Ero saltato al di là delle miserevoli chiacchiere delle teste piatte su ottimismo contro pessimismo! - Ero il primo a vedere il vero contrasto: - da una parte l'istinto degenerante, che si rivolta contro la vita con rancore sotterraneo (-il cristianesimo, la filosofia di Schopenhauer, in un certo senso già la filosofia di Platone, tutto l'idalismo ne sono forme tipiche), e dall'altra una formula della affermazione suprema, nata dalla pienezza, dalla sovrabbondanza, un dire sì senza riserve, al dolore stesso, alla colpa stessa, a tutto ciò che l'esistenza ha di problematico e ignoto... Quest'ultimo, gioiosissimo, straripante-arrogantissimo sì alla vita non è solo la visione suprema, ma anche la più profonda. Non c'è nulla da togliere da ciò che è, nulla è trascurabile - gli aspetti dell'esistenza rifiutati dai cristiani e altri nichilisti appartengono addirittura a un ordine infinitamente superiore, nella gerarchia dei valori, a tutto ciò che l'istinto della décadence approva, cioè prende per buono. Per capire questo ci vuole coraggio, e come sua condizione, un eccesso di forza: perché, nella misura della propria forza, ci si avvicina alla verità solo di quanto il coraggio può avventurarsi avanti. [...]
Ho spiegato per ultimo nel Crepuscolo Degli Idoli, alla pagina 139. “Il sì alla vita anche nei suoi problemi più oscuri e avversi, la volontà di vita, che nell'immolare i suoi esemplari più alti sente la gioia della propria inesauribilità – questo io chiamo dionisiaco, questo io ho inteso come ponte verso la psicologia del poeta tragico. Non per svincolarsi dal terrore e dalla pietà, non per purificarsi da una passione pericolosa per mezzo di una violenta scarica – questo è stato l’equivoco di Aristotele -: bensì perché, al di là di terrore e pietà, siamo noi stessi la gioia eterna del divenire – quella gioia che comprende in sé anche la gioia nell'annientare…”.
In questo senso io ho il diritto di considerarmi il primo filosofo tragico – e cioè l’estrema antitesi e l’antipodo di un filosofo pessimista. Prima di me non esisteva questa trasposizione dell’elemento dionisiaco in pathos filosofico: mancava la saggezza tragica – ne ho cercato invano un qualche segno perfino nei grandi Greci della filosofia, quelli dei due secoli prima di Socrate. Mi è restato un dubbio per Eraclito, nella vicinanza del quale sento più calore e mi sento di miglior umore che ovunque altrove. L’affermazione del flusso e dell’annientare, che è il carattere decisivo di una filosofia dionisiaca, il divenire, con rifiuto radicale perfino del concetto di “essere” – in questo io debbo riconoscere quanto di più affine a me sotto ogni aspetto sia mai stato pensato finora. [….]
***********************
ecco, per me, un filosofo-poeta quale io ritengo possa esser stato N., sempre proiettato nel tentativo di capire se stessi non sciogliendo i dubbi ma moltiplicandoli, mettendo sottosopra altre idee, è qualcosa di veramente stimolante.
vorrei chiudere questo mio intervento linkandoti il ritratto di un Persona che vado a trovare di tanto in tanto per dissetare il mio bisogno di ascoltare vette di pensiero di una certa sensibilità culturale e di umana intelligenza.
spero di non averti annoiato.
C I A O !!!!
:-))))
https://www.youtube.com/watch?v=JECKzLZQfUI&t=180s
.attimi
Coraggio appunto, ecco la parola chiave.
Fosse facile, e anche se ben dotati è come il salmone che sfida la corrente della storia dal vantaggio ormai incolmabile.
Ne vale la pena?
Forse si arrese anche lui e la pazzia gli risparmiò un finale ancor più tragico.
W i salmoni!!!
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