Stanotte prima di andare a letto: succo di mirtillo e
un quadratino di cioccolato al latte. Sono stato a teatro
a vedere Silvio Orlando, molto bravo, in una pièce di
una certa Calamaro. Tutto molto bello ma io a teatro
mi sento sempre rigido, in prigione, sto male, mi viene
voglia di fuggire fuori, in mezzo alla gente. E poi
quanto è verboso, quante parole, troppe parole! C'è
un teatro del silenzio? Potrei amarlo, forse. Un teatro
muto come il cinema dei primi anni. Però è stata una
bella serata. Ho incontrato un simpatico e giovane
attore che mi ha riconosciuto, dopo siamo andati
insieme a bere qualcosa ed Emanuele mi ha confidato
di essere un ragazzo romantico, scrive ancora lettere
d'amore, e si odia per questo! Tende a idealizzare la
donna, a metterla su un piedistallo narcisistico, gode
delle proprie parole e non riesce ancora a godere della
carne, la carne. Gli ho detto di immaginarsi le donne
sul cesso, un tantino brutale come cura, ma funziona.
Le donne non sono apparizioni, sono fatte di carne
e di ossa, e anche loro hanno l'apparato digerente.
E Milano di notte ci ascoltava e ci avvolgeva, con
le guglie del Duomo a solleticare l'eternità, un quasi
cinquantenne e un giovane attore che scrive lettere
d'amore. Che bello.
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