domenica 17 luglio 2016

A PROPOSITO DI NIZZA - IL FATTO QUOTIDIANO

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/16/a-proposito-di-nizza-dal-documentario-del-regista-anarchico-a-un-kolossal-di-guerra/2911730/

5 commenti:

Medea ha detto...

Un horror di serie Z, hai ragione tu. Niente è salvabile, quando cattiveria e ignoranza si uniscono: innescano-cattiveria e ignoranza- una macchina di morte, che genera cadaveri da discount e questo dovrebbe farci vergognare di appartenere al genere umano. Ieri ho visto un documentario sui macachi indiani di Jaipur: nella lotta tra due famiglie, un piccolo è rimasto ucciso. La madre non ha abbandonato il corpicino per ore, il resto del branco piangeva con lei, compresi gli esemplari della famiglia con la quale si erano scontrati. Gli animali, dunque, d'istinto conoscono la pietà, il senso del rispetto, la sacralità della vita. Gli esseri umani? Siamo capaci, certo, di commuoverci davanti al macachino morto, però uccidiamo, ferocissimamente, non per la sopravvivenza; uccidiamo per ignoranza, ostinazione, cattiveria senza senso. Nizza, la Turchia, la fine del mondo. Che incubo che si può tagliare con un bisturi, senza veder sangue scorrere! Che degrado. Ho riletto le riflessioni durissime di Oriana sull'Islam, dopo le Torri Gemelle: Riccardo, Riccardo, Riccardo! Siamo tutti fottutamente colpevoli, anche se noi comunque stasera mangeremo la parmigiana delle nostre madri sante.

"Sai, io credevo d' aver visto tutto alle guerre. Dalle guerre mi ritenevo vaccinata, e in sostanza lo sono. Niente mi sorprende più. Neanche quando mi arrabbio, neanche quando mi sdegno. Però alle guerre io ho sempre visto la gente che muore ammazzata. Non l' ho mai vista la gente che muore ammazzandosi cioè buttandosi senza paracadute dalle finestre d' un ottantesimo o novantesimo o centesimo piano. Alle guerre, inoltre, ho sempre visto roba che scoppia. Che esplode a ventaglio. E ho sempre udito un gran fracasso. Quelle due torri, invece, non sono esplose. La prima è implosa, ha inghiottito se stessa. La seconda s' è fusa, s' è sciolta. Per il calore s' è sciolta proprio come un panetto di burro messo sul fuoco. E tutto è avvenuto, o m' è parso, in un silenzio di tomba. Possibile? C' era davvero, quel silenzio, o era dentro di me? Devo anche dirti che alle guerre io ho sempre visto un numero limitato di morti. Ogni combattimento, duecento o trecento morti. Al massimo, quattrocento. Come a Dak To, in Vietnam. E quando il combattimento è finito, gli americani si son messi a raccattarli, contarli, non credevo ai miei occhi. Nella strage di Mexico City, quella dove anch' io mi beccai un bel po' di pallottole, di morti ne raccolsero almeno ottocento. E quando credendomi morta mi scaraventarono nell' obitorio, i cadaveri che presto mi ritrovai intorno e addosso mi sembrarono un diluvio. Bè, nelle due torri lavoravano quasi cinquantamila persone. E ben pochi hanno fatto in tempo ad evacuare. Gli ascensori non funzionavano più, ovvio, e per scendere a piedi dagli ultimi piani ci voleva un' eternità. Fiamme permettendo", La rabbia e l'orgoglio.

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...
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attimiespazi ha detto...

sì, il baratro è dentro di noi e,
come dice spesso Chicca:
"Abele soccomberà sempre a Caino"..

.attimi

Anonimo ha detto...

Siamo in un epoca di slogan assassini, di manie virali (spesso inutili e deleterie) che attecchiscono grazie alla rete ed allora si potrebbe sfruttare la rete con il lancio di un nuovo invito ....omicida:
"OGNUNO UCCIDA IL CAINO .....CHE E' IN LUI". Chicca