sabato 16 aprile 2011

HARKA ( diario tunisino )

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Meraviglioso!!!!! E' sorprendente come riesci ad arrivare con le immagini là dove alla parola è impedito. Geniale l'inquadratura finale della pallina da golf! Complimenti Ricky!!!

riccardofarina69 ha detto...

grazie Giovanni, proprio ora mi è arrivata la critica
di Valeria, dice che si aspettava più cronaca, ma ovviamente il mio taglio non è giornalistico, vira
più sulla dimensione poetica dell'attesa, comunque
le critiche, anche quelle di segno negativo, vanno
ascoltate con attenzione. ( anche se fanno incazzare,
diciamolo francamente!)

Anonimo ha detto...

...Ma quale cronaca? L'inizio è di una poeticità disarmante! Anche la colonna sonora è azzeccata e si espande nell'anima ascoltandola. E quella citazione con la pallina poi... Il tutto mi ha ricordato certe immagini di Pasolini per le borgate di Roma, con gli "accattoni" che gli giravano intorno. Si fa poesia anche così. Mi ripeto: meraviglioso! Credimi, la poeticità dell'attesa io l'ho còlta appieno!

Anonimo ha detto...

Riporto un commento che avevo scritto inun blog:
Ricky Farina, folle e geniale artista dell’ Immagine, da anni sta realizzando piccoli videoritratti che ritraggono la straordinaria vita delle persone “comuni” e la vita comunissima vita di persone “straordinarie”.
Suoi i ritratti, ad esempio, di Alda Merini, Beatrice Niccolai e Silvano Agosti, [...].
[Ricky Farina] con il suo lavoro sta ribadendo che nulla è più importante della conquista del gusto per il “normalmente interessante”.

Allora trovo straordinario che un piccolo film di dieci minuti riesca a raccontare molto, molto di più di quelle schifezze sdoganate nei cinema e in televisione, dove la prostituzione, la pornografia dell’immagine, si accompagna alla violenza e all’ipocrisia sociale.

Proprio di qualche giorno fa la lettura di Feodor:

"Esigono dalla gente una mancanza assoluta di personalità, e ci trovano un gusto matto! Pur di non essere se stessi, pur di sembrare se stessi il meno possibile! E proprio questo secondo loro, è il massimo del progresso!"

Sarebbe bello se Ricky, documentasse la vita di un automobilista impegnato nel traffico dell’ora di punta.
Uno di quei volti bloccati in lunghe corsie, corrosi dal fumo di sigaretta, costretti a imprecare il prossimo e una sorte nella quale nessuno ci si ritrova e dalla quale sembra impossibile sottrarsi.
Potremmo scoprire che anche quell’anonimo personaggio, uscendo di casa alle prime luci dell’alba, ha benedetto la sua famiglia, i piccini addormentati ed è uscito, con la speranza di poter portare avanti i suoi progetti. Progetti che la spersonificazione di massa ridicolizza, colpevolizza rendendole chimere irrealizzabili…

In questo, la poeticità di Ricky, ricorda la tenera e struggente espressività di Aki Kaurimaki, “regista degli invisibili”come io amo definirlo , poco noto al grande pubblico, ma che in un certo senso condivide diversi obiettivi e percorsi della ricerca di Ricky Farina.

Rivalutare gli invisibili, gli anonimi che popolano le strade, gli straordinari personaggi che incontriamo ogni giorno e che sommergiamo il più delle volte in un vuoto pneumatico che è la nostra stessa incapacità di godere degli incontri che la vita ci offre ogni giorno.
Crediamo di conoscere tutto di loro…e invece cosa sappiamo dei nostri vicini, dei nostri dirimpettai, a parte di condividere con loro gli angusti spazi comuni dei condomini, affratellati da un sentimento di cordiale diffidenza?

[...] Ciao