giovedì 13 gennaio 2011

UNA POESIA DI MEDEA MERINI

La mia dolce amica Medea ha scritto questa meravigliosa poesia
dopo avere visto il mio film sulle tapparelle, che dire? Innescare
simili parole mi rende orgoglioso.


Muoio di tuo abbandono. Nel deserto di bugie
ai vertici di un sacrificio. Lecco sangue raggrumato
dentro i polmoni dell’anima, ha gusto di sale sulle ferite
e odore di obitori sudici di fine.
Ho troppe confusioni. Perdo il senso
del misero conoscimento. Le parole non sanno
invece perdere la forma: nemmeno trattenerla.
L’utero è vuoto di ogni tua disperazione centellinata
come mirra ai piedi della crocifissione; è becero
per tutti quegli orgasmi muti che hai mortificato.
Perisce la meschina accettazione
che hai usato come compromesso. Resta la Follia:
brucia la pelle, come acqua bollente
dentro la caverna di ardente ibernazione.
La mia mediocrità è piena, come la tua assenza:
maledizione ricada su quell’abbandono!
Vedo una bara scarna ed una tomba chiusa:
ti lascio una preghiera per mancare alla sventura
e impreco contro te, già sconfitta: hai convinto Lucifero
a dimenticare. Per vendermi alla vipera immortale
che ha occhi di tenebra e bocca di blasfema.

1 commento:

Eleonora ha detto...

Davvero toccante.


Eleonora