Senza la tua pelle la mia pelle è un deserto.
Senza il tuo respiro questo mattino è candeggina
sugli occhi bruciati.
Nel frullatore le mie dita danzano la danza macabra
delle carezze perdute e travolte.
Ogni elettrodomestico è una sedia elettrica di giorni
vissuti perdutamente.
Senza di te anche tu sei senza di te, miraggio di un
miraggio sull'asfalto bagnato.
Viene la notte, il calendario è al buio in cucina,
graticola di un futuro cieco.
Eppure, c'è una gioia fatta di niente, di questo niente
che viene a frugarmi il sangue
in cerca di noi, dei nostri palpiti illesi.
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