IL FATTO QUOTIDIANO E IL FATTACCIO
Spiegazione del mio allontanamento dal Fatto Quotidiano online.
Per circa 8 anni ho avuto un videoblog sul Fatto Quotidiano online diretto da Peter Gomez. Gomez l'avrò visto tre volte in tutto ma avevo un ottimo rapporto con la pregevole Redazione. Mi hanno sempre lasciato molta libertà di espressione e siamo sempre
andati d'amore e d'accordo, avvolti da una reciproca stima. Pur non condividendo le posizioni filoputiniane a tutti gli effetti, il
mio era un videoblog che aveva la sua ragion d'essere, incentrato unicamente sulla mia sensibilità di poeta filmmaker. Ho sempre
usato l'arma dell'umorismo che mi appartiene come una seconda
natura (ma forse è la prima). Paradossalmente proprio in un pezzo scritto su Woody Allen la mia ironia è venuta meno e ha
lasciato il campo allo sdegno verso quel branco di pseudofemministe isteriche che al festival di Venezia ha
attaccato Woody Allen con striscioni del tipo "Non si accendono i riflettori su uno stupratore". Ora, io appoggio tutti i movimenti di emancipazione della donna, non sono per la fantasia al potere ma per le donne al potere (con le dovute eccezioni, vedi Giorgia Meloni), e sono per l'uomo che sta in casa a fare la calzetta, a pulire il pavimento e i vetri e a preparare i pranzetti. Sono tutto tranne che maschilista. Considero l'attuale compagna del mio apparato genitale la mia padrona e mi ritengo il suo cagnolino. Ogni tanto le chiedo di chiamarmi "Fuffy" e mi propongo di scodinzolare fra le sue cosce. Detto questo, ribadisco la mia condanna e il mio sdegno, non verso le femministe, ma verso le pseudofemministe col vizietto del linciaggio. Due meticolose indagini con tanto di psicologi non hanno lasciato dubbi: le accuse contro Woody Allen sono risultate infondate e non credibili. Invece la Redazione mi ha scritto questo "Caro Ricky, va bene la tua ammirazione per Woody Allen, ma dalla tua ammirazione al fatto che non sia uno stupratore la distanza è ampia". Per me questa frase è irricevibile, detta poi dal quotidiano che ha fatto della legalità il suo vessillo. Cedere alla macchina del fango è disonesto e non è dignitoso. Per questo motivo mi sono allontanato con dispiacere, anche perché era la mia unica vetrina pubblica. Senza acrimonia, con gratitudine per gli 8 anni passati assieme. Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito sul Fatto Quotidiano online, amici e nemici. Allen è un grande scrittore di ruoli femminili, entra nella psiche delle donne con genialità e sensibilità, non è certo un santo, ma è un genio, un genio umoristico e tutte le persone intelligenti sanno che chi è dotato di umorismo non potrà mai essere uno stupratore, pedofilo per giunta! La legge esiste proprio per tutelarci dai fenomeni di isteria collettiva e dalle frange più abiette del movimento Me Too. Allen non è Harvey Weinstein, non scherziamo! Anche l'umorismo ha i suoi limiti, su questo non si scherza, perché lo stupro è l'atto più violento che si possa immaginare, mentre Allen non ha nulla di violento e ci ha donato film indimenticabili con personaggi femminili altrettanto indimenticabili (Blue Jasmine, Hannah e le sue sorelle e così via). Nessuno tocchi Caino, ma nessuno tocchi Woody Allen, non con me. Ecco perché mi sono allontanato dal Fatto.
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