lunedì 14 dicembre 2009

IL MIO AMICO PIERO RICCA













Che a nessuno salti in mente di associare Piero Ricca
al deprecabile episodio di ieri:il ferimento di Silvio
Berlusconi. Piero è un non violento, Piero è un uomo
di pensiero, un uomo razionale e colto. Piero è un
cittadino democratico. Piero ha corde vocali molto
potenti, Piero urla, urla contro chi vuole mettere la
museruola ai dissidenti. Urlare non è un delitto.
Può dare fastidio, ma non è un reato. Urlare è anche
il sintomo di un disagio, il disagio che un cittadino
onesto prova in questa Repubblica di pecore e conigli.
Piero non insulta quando urla, ricorda fatti, documenti
alla mano, ricorda urlando. Il suo è un urlo razionale.
E nel suo urlo c'è anche una condanna morale perché
Piero ha una visione morale della vita pubblica.
Il mio amico Piero se ne starebbe volentieri in un eremo
a leggere i tragici greci o la Divina Commedia,
scende in piazza perché il suo "istinto democratico"
lo costringe a non cedere, a non arrendersi.
Associarlo ad atti di violenza è assurdo, vigliacco,
falso, meschino. Piero è una persona mite.
I famosi "toni pacati" sono una grande bufala, con
toni pacati si possono dire cose mostruose,
delittuose, infamanti. Piero dice cose sacrosante,
liberali, ragionevoli e razionali, le dice urlando.
Una questione di decibel, mentre in altri
casi è una questione di mafia, mafia con toni
pacati, ovviamente. Fine del discorso.

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