sabato 12 febbraio 2011

IL MANDARINO FOLLE

Ho fra le mani un mandarino folle.
Folle come le mie finestre ingoiate.
Vorrei gettarlo nelle tenebre, vorrei
farlo precipitare nel vuoto, ma questo
mandarino mi supplica, lo sento, con
la sua voce zuccherina mi chiede
di risparmiarlo. Potrei sbucciarlo, sì,
sarebbe una degna fine, mangiato e
digerito, povero mandarino folle.

Mi sbottono la camicia, premo il petto
contro il freddo vetro delle finestre,
stringo il mandarino nella mano, stringo,
stringo, il suo succo mi cola fra le dita,
sangue di mandarino folle, martire della
mia noia infinita, il delitto è compiuto,
le stelle mi scoppiano nel cranio, quel
mandarino folle sono io, ora lo so, lo
so per sempre, la follia è cinese.

  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi fa pensare a Neruda...

"Rotolando a goggioloni soli,
a gocce come denti,
a densi goccioloni di marmellata e sangue,
rotolando a goccioloni,
cade l'acqua,
come una spada in gocce,
come un tagliente fiume vitreo,
cade mordendo,
scuotendo l'asse di simmetria,picchiando sulle costure dell'anima,
rompendo cose abbandonate, infradiciando il buio".
E' la stessa sensualità. La stessa emozione, la stessa geniale capacità di trasformare le sensazioni in parole.

Passavo di qui...ti lascio un saluto. Medea.

mandarinonudoecrudo ha detto...

ciao...io sono un vero e proprio mandarino...leggere mi ha fatto sorridere...ma ho provato anche una stretta allo stomaco..pubblicherei questa poesia nel mio blog..se solo mi dessi la possibilità... il mio blog è questo...e il mio contatto fb è mandarino nudo e crudo...complimenti è bellissima