lunedì 29 agosto 2022

ROB RONCHIERO

Rob Ronchiero era un uomo mite, apparentemente mite. Corpo esile ma agile e scattante, occhi
azzurri e freschi nonostante gli 80 anni e oltre, un passato da allenatore di nuoto, divorziato con
sommo gaudio da una donna che per lui era diventata insopportabile. Una volta al mese portava
delle marmellate di sua produzione a una vedova con due figli simpatici e intelligenti. Prendeva
un caffè e si metteva a discutere appassionatamente con la vedova e i figli sul significato
dell'esistenza. "La vita è un equilibrio di energie, è un alternarsi di luce e tenebra, di vita e morte,
dobbiamo accettare la natura ciclica della vita ed essere sempre pronti a lasciare questo mondo
per poi tornare sotto altra forma" queste erano le sue certezze, ma trovava degli affettuosi
oppositori nei figli della vedova che gli rispondevano più o meno così "a noi non piace l'idea
di lasciare questo mondo, c'è ancora troppo da vivere e da fare, e non ci piace abbandonare
questa forma umana alla quale siamo affezionati, non ci interessa nulla di tornare sotto altra
forma, noi abbiamo un nome e un cognome, una storia e degli affetti e siamo innamorati
di quello che abbiamo vissuto, di quello che siamo e di quello che ancora dobbiamo essere,
la reincarnazione non fa per noi caro Rob, e poi per noi la vita non è tanto un alternarsi di
luce e tenebra, quanto un intrecciarsi continuo e palpitante, la morte sarà una grande
scocciatura, non la viviamo come un fatto naturale, semmai il contrario, morire è la
cosa più innaturale che possa capitare a un essere umano". "E allora andate in culo" diceva
Rob Ronchieri spazientito, infastidito, e quasi incazzato, ma poi tornava mite, placido, salutava
i figli e la vedova con affetto e tornava alla sua vita di pensionato "naturalistico". I suoi
vasetti di marmellata restavano sul tavolo, illuminati dal sole al tramonto, nelle etichette
leggevi: mandarini, more, fichi, arance. Un giorno confidò alla vedova che lui si era
sentito rifiutato dai suoi genitori, che era un figlio nato per errore, queste cose le aveva
scoperte durante una regressione sotto ipnosi, si era immerso nel liquido amniotico del
passato, e si era liberato dal dolore e dalla sofferenza psichica, ritrovando la serentià,
arrivando ad abbracciare ipnoticamente il feto che era stato, nell'utero di sua madre.
L'incubo ricorrente di precipitare in un abisso come un cadavere putrefatto lo aveva
abbandonato per sempre, grazie alla sua filosofia e alle sue tecniche spirituali si era
salvato dalla follia. Nonostante tutto, quando qualcuno criticava le sue certezze, Rob
Ronchiero lo mandava in culo, ma poi tornava sereno e pacifico, e le sue marmellate
fatte in casa restavano sul tavolo a mostrare la sua dolcezza e la sua generosità, la sua
voglia di affetto e di condivisione. Amava andare in barca, lontano da tutto, si faceva
cullare dal mare, portava un cappellino bianco per ripararsi dal sole, e qualche volta
un piccolo dubbio si faceva strada dentro di lui "e se quegli stronzi dei figli della vedova
avessero ragione?". Ma no, no, non avrebbe mai abbandonato le sue certezze, mai.
"Tutto è ciclico, e quando morirò tornerò in vita sotto un'altra forma", questo pensiero
gli faceva bene, gli aveva tolto la paura della morte e gli aveva fatto perdonare i suoi
genitori che non lo avevano voluto, la sua nascita non era più un errore ma un'emozione.

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