Lo chiamavano tutti "ricciaculo", il suo vero nome era Gaspare Arruso. Non potevi
fargli la minima osservazione che subito s'arricciava, e faceva delle scenate in privato
e in piazza, per lui era lo stesso, il culo si arricciava comunque. Gli facevi una domanda
innocente e lui ti guardava storto "questa è una domanda mafiosa" ti rispondeva.
Lui sapeva di quel soprannome, anche se nessuno osava appellarlo in quel modo
direttamente, sempre dietro le spalle "quello è ricciaculo che va a fare la spesa,
che camminata da stronzo, guarda sempre avanti, come se avesse i paraocchi".
Gaspare Arruso era scapolo ovviamente e ovviamente non aveva amici, ma solo
persone con le quali faceva affari, gli altri per lui erano un mezzo per aumentare
il conto in banca, e del resto anche per gli altri lui era solo "ricciaculo". Il povero
barista del paese si prese una ricciata di quelle storiche perché si limitò a chiedere
"come andiamo oggi signor Gaspare?" "che cosa intendi? Che significa come andiamo
oggi? Perché mi vedi strano? Malmesso? C'è qualcosa che non va nel mio aspetto
che senti il bisogno di chiedermi come va oggi? Fatti gli affari tuoi, anzi da oggi
ci daremo del lei, si faccia gli affari suoi e pensi a farmi un caffè ristretto".
Ristretto come il tuo culo, pensò il barista, ma non osò pronunciare il pensiero.
L'unico volto che ricciaculo amava era il proprio, allo specchio si mandava dei
bacini mentre si faceva la barba. Era un uomo di mezza età, il sesso per lui era
solo una funzione esecretoria, una puttana andava da lui una volta alla settimana,
si chiamava Barbara, veniva da un paese vicino, ed era chiamata la svuotacoglioni
di ricciaculo. Gaspare Arruso le metteva un cuscino sul volto per non vedere
i denti guasti di Barbara e si scaricava, poi le offriva un bicchiere di latte e
una cifra ridicola, cifra che Barbara accettava perché era perdutamente innamorata
di ricciaculo. Colpo di scena, vero? Anche gli uomini più detestabili possono
trovare una donna innamorata, e questa è la prova che l'amore è il sentimento
più ridicolo del mondo. Una mattina Barbara fu costretta a bussare, non trovò
la porta socchiusa come sempre, e questo la insospettì, andò alla finestra che
dava sulla camera da letto e vide il corpo di Gaspare Arruso immobile sopra
il letto disfatto, nelle mani stringeva un lembo della tenda azzurra e con gli
occhi sbarrati fissava il volto in lacrime di Barbara, la puttana con i denti marci.
Il giorno dei suoi funerali si fermò il paese, tutti andarono al funerale di Gaspare
Arruso, la morte di ricciaculo fu l'evento più importante dai tempi del terremoto
che mandò giù metà paese come un castello di carte. Il barista del paese si
avvicinò alla bara nella camera ardente, nessuno aveva avuto la pietà di chiudere
gli occhi a ricciaculo, il cadavere sembrava fissare tutti, condannare tutti,
e il barista sussurrò all'orecchio di ricciaculo "come andiamo oggi signor Gaspare?".
Solo Barbara in lacrime posò una mano sul volto di ricciaculo e gli chiuse
gli occhi prima che il corperchio venisse sigillato per sempre. Quel giorno
Barbara era bellissima perché quando piangeva non le si vedevano i denti
marci. Il paese senza ricciaculo divenne un paese anonimo, tutti sentivano
la sua mancanza, ma nessuno osava confessarselo, anche il barista era triste.
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