Tante sono le dichiarazioni d'amore che hanno fatto sognare gli innamorati di tutto il mondo,
anche grazie alla letteratura, fedele alleata delle passioni più violente e avvolgenti, a volte
anche turpi e criminali. Nulla è più violento dell'amore, nemmeno l'odio. Fu una notte come
tante che Felice Diamanti fece la sua folle dichiarazione d'amore a Lella Sillo. Non fu fatta
sotto un balcone e nemmeno in un giardino fiorito, ma in uno sgabuzzino. Felice era stato
invitato a cena dai genitori di Lella per la presentazione ufficiale. La cena filò liscia tra
fettuccine alla bolognese e petti di pollo impanati, innaffiati da un vino pretto e sincero.
Felice fece un'ottima impressione ai genitori di Lella che in realtà non avevano grandi
pretese, a loro bastava che Lella fosse felice quanto basta per togliersi dai piedi, sposandosi.
Finita la cena i genitori, Lella e Felice si spostarono in salotto per bere un digestivo.
Lella andò in cucina un attimo, Felice chiese il permesso di assentarsi per andare in bagno e ne
approfittò per arpionare Lella e trascinarla nello sgabuzzino, teatro improvvisato della
seguente dichiarazione d'amore: "Lella, Lella, dolce passione mia, ti giuro infedeltà
eterna, sarò un uomo vivo, formicolante di erezioni e desiderio per tutte le donne che
incontrerò, anche dopo il nostro matrimonio, non ti farò mancare nulla, faremo sesso
ogni mattina e ogni notte prima di coricarci, ti farò trovare la casa pulita quando tu
tornerai dal lavoro e la cena pronta, con le candele accese, questo ogni sera, te lo giuro,
e non appena ravviserò sul tuo volto i primi segni dell'inevitabile invecchiamento,
ti lascerò, andrò via con la scusa di comprare le sigarette, un classico immortale, e non
mi vedrai più, mai più! Non permetterò al nostro amore di accedere alla senilità". Dopo
avere pronunciato queste parole appassionate, con una foga terribile, senza quasi prendere
fiato, Felice baciò Lella sulla bocca. Arturo e Miranda, i genitori di Lella, intanto stavano
parlottando tra di loro e si scambiavano fugaci impressioni sul fidanzato della figlia.
"Non è male questo Felice, certo c'è di meglio sul mercato, ma non è male, mi piace,
mi sembra un ragazzo serio" disse Miranda, Arturò annuì "sì, anche a me non è dispiaciuto,
credo che Lella abbia scelto bene questa volta, sicuramente meglio di quel castrato,
te lo ricordi? Come si chiamava? Silvio? Sergio? Era veramente improponibile".
Felice salutò i coniugi Sillo, baciò sulla guancia la sua Lella e andò a farsi una
passeggiata notturna, ripensava alla bella serata, alla sua dichiarazione d'amore e
si complimentò con se stesso per l'originalità, poi, al primo lampione con borsetta
chiese "E tu, pezzo di gnocca, quanto vuoi per un pompino al volo, dietro la siepe?".
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