Urano e Lucia sembravano Braccio di Ferro e Olivia. Solo che Urano era un Braccio
di Ferro senza spinaci, basso, con il viso rincagnato, e si arrotolava sempre delle
sigarette con un tabacco da marinaio, mentre Lucia era una Olivia paffutella, dal viso
chiazzato di macchie rosse, gentilissima e alcolizzata. Anche Urano era gentile, ma
non lo capivi subito perché parlava pochissimo, sembrava che pensasse sempre al
mare, anche se insieme a Lucia erano i portinai del civico 5/a di viale Coni Zugna a Milano.
Aldo e Milena erano la coppia più godereccia del civico 5/a e quando uscivano per
andare a divertirsi, cosa che capitava almeno una volta alla settimana, lasciavano
loro figlio, il signorino Riccardo, in compagnia di Lucia. "Fai il bravo con Lucia, non
farla arrabbiare e quando ti dice di andare a letto ubbidisci" "Va bene mammapapà".
Il signorino Riccardo era un ragazzino di 8 anni, per lui Aldo e Milena non erano
due genitori separati ma una creatura mitologica ribattezzata "mammapapà".
A Riccardo stava simpatica Lucia, gli piacevano quelle guanciotte rosse, sembrava
una bambola, e aveva degli strani occhi, molto languidi, molto buoni, con guizzi
sepolti di infanzia dentro l'iride. Lucia raccontava una favola a Riccardo,
sempre la solita, forse era una favola inventata da Lucia stessa, ma a Riccardo
piaceva tantissimo, si identificava col protagonista "Lucia, Lucia, mi dici la favola
della vecchia?", Lucia prendeva una sedia e si accomodava vicino al letto
di Riccardo, aveva sempre uno scialle sulle spalle, a Riccardo piaceva anche quello
scialle, e iniziava a dire messa, la messa dei sogni, la messa dei bambini: le favole.
"C'era una volta una vecchietta molto povera e molto brutta, vestita di stracci,
che chiedeva l'elemosina vicino a una fontana, nella piazza di un paesino. La
vecchietta però non chiedeva soldi, chiedeva solo un bacio, ma aveva un
aspetto orribile, pauroso, e nessuno osava baciarla, non per cattiveria ma per
un invincibile disgusto. Quindi la vecchiettina non aveva mai quello che chiedeva.
Ed era triste, molto triste. Un giorno arrivò in paese uno straniero, un bel ragazzo
allegro e spensierato, aveva sete e si avvicinò alla fontana, la vecchia mostruosa
chiese un bacio anche a lui, lo straniero bevve e senza pensarci un secondo
baciò sul viso la vecchia, la fontana si prosciugò all'istante, tutti gli abitanti restarono
a bocca aperta, si creò un silenzio irreale, e la vecchia orribile diventò una bellissima
ragazza dai capelli d'oro e dallo sguardo dolce come lo zucchero. Lo straniero
e la bellissima fanciulla si baciarono ancora, questa volta sulle labbra, e fuggirono
da quel paese senza vita, felici." Riccardo adorava quel finale, e giurava a
se stesso che da grande avrebbe baciato tutte le vecchiette del mondo, anche
quelle brutte e mostruose. "Ora dormi" gli sussurrava Lucia e lo accarezzava,
"io starò seduta qui vicino a te per tutto il tempo, fino a quando non torna
mammapapà, non devi avere paura". Riccardo chiudeva gli occhi, ma era troppo
felice per addormentarsi, quindi faceva finta di dormire e socchiudeva gli
occhi per spiare Lucia. Ogni tanto Lucia prendeva un bicchiere da terra e
beveva, ma non era acqua, era vino, finito il suo bicchierino di vino, Lucia
chiudeva gli occhi e russava. Riccardo non si stancava di guardarla, per lui
Lucia era una specie di donna magica. Quando suonava il citofono Lucia si
svegliava, salutava Riccardo con un bacio sulla fronte, un bacio alcolico,
e andava ad aprire la porta a mammapapà. Non so quanto dessero a Lucia
per quel servizio, ma era sicuramente troppo poco, suscitare l'immaginazione
nella mente di un ragazzo è senza prezzo. Riccardo era felice e triste allo
stesso tempo, felice di sentire mammapapà in casa che bisbigliava ma
triste per la perdita di quell'intimità con Lucia, la sua portinaia. Riccardo
immaginava Lucia che si coricava nel letto vicino al suo Urano. Forse,
tanti e tanti anni fa, Urano era stato quello straniero spensierato e alllegro,
e Lucia quella vecchia mostruosa vittima dell'incantesimo. Avevano
visuto una vita felice in giro per il mondo e dopo avevano deciso di riposarsi
al civico 5/a di viale Coni Zugna. La fontana del paese tornò a zampillare
nella mente di Riccardo. Mammapapà ora dormiva, solo Riccardo era
ancora sveglio, ma per poco, poi il sonno scese anche sulle sue palpebre.
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