Patrizio soffriva di incubi terribili che lo facevano urlare e scalciare nella notte.
Esther, la sua compagna, aveva un sesto senso e riusciva sempre a evitare i calci,
ormai abituata alle intemperanze oniriche di Patrizio. Patrizio la mattina non si
ricordava quasi mai di quello che era successo nella sua psiche durante la notte,
solo una volta disse a Esther che aveva sognato "una lucertola rossa avvolta nel
lardo che precipitava negli abissi marini..." Una lucertola rossa avvolta nel lardo?
Che razza di incubo, veramente strano. "Non credi che sarebbe meglio farsi
visitare da uno specialista?" suggerì Esther, ma Patrizio rifiutò l'idea con fermezza
"E che cosa gli dico? Che sogno lucertole rosse avvolte nel lardo che poi
precipitano dentro abissi marini? Sarebbe troppo ridicolo, non me la sento,
nemmeno Freud in persona potrebbe disvelare l'arcano di questi incubi".
Capitò una cosa insolita, all'incubo della lucertola si aggiungevano ogni notte
dei particolari che Patrizio ricordava, disse a Esther che la lucertola cercava
di liberarsi mangiando il lardo, ma non riusciva e annegava urlando. Una cosa
orribile. Patrizio era esausto, sfinito da questo incubo ricorrente, si decise a
rivolgersi a uno specialista dei sogni: uno psicanalista freudiano di nome
Tom Panzo. Durante la prima seduta Tom Panzo non ebbe alcuna reazione,
si limitava a prendere appunti, anche se a Patrizio sembrò di sentire una
sommessa risatina mentre raccontava il proprio incubo sdraiato sul lettino.
La sommessa risatina di Tom Panzo. "Ho come l'impressione che Panzo
si burli di me, strano, non è professionale" "ma figurati" lo rassicurò Esther.
Intanto l'incubo della lucertola si articolava sempre di più, il colore rosso
della lucertola lampeggiava come un semaforo, il lardo prendeva fuoco, e
negli abissi precipitava una fiamma fatta di lardo lucertoloso. Fu solo alla
sesta seduta che Tom Panzo disse al paziente queste parole che riportiamo
con fedeltà "ma secondo lei quel lardo che avvolge e soffoca la lucertola,
è lardo di Colonnata?". Patrizio si alzò dal lettino, guardò negli occhi Tom
Panzo, e affranto e tristissimo rispose che non ne sapeva un emerito cazzo
se era lardo di Colonnata o no, si infilò l'impermeabile e sbatté la porta.
A Esther non disse nulla, si vergognava. Fece finta di essere guarito ma
continuarono gli incubi lucertolosi e lardosi. Una mattina d'estate, Patrizio
si svegliò con una lucertola rossa sul cuscino, il rettile aveva in bocca il lardo,
lo stava divorando con gusto. Patrizio pensò: o sono guarito o sono impazzito.
In realtà era diventato completamente matto. Esther stava preparando la
colazione: uova e lardo. Tom Panzo era in viaggio per il Marocco.
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