lunedì 8 agosto 2022

IL CLITORIDE NELL'ORECCHIO

Debora Mignottini e Alice Pesca erano due amiche di fresca conoscenza, si erano
conosciute qualche settimana prima in un negozio di intimo. Debora era una donna
in carriera, facoltosa e dalla favella sciolta (abbiamo scritto favella, non fava, mi
raccomando), mentre Alice Pesca era più riflessiva e faceva l'arredatrice.
Avevano tutte e due trentacinque anni, Debora era bella ed erano belli anche i
suoi difetti, aveva un naso importante (adesso di usa dire "importante") ma le
aggiungeva qualcosa di sexy, tipo Barbra Streisand, non toglieva assolutamente
nulla al suo fascino, anzi. Alice era magra, alta, con uno sguardo tagliente e un
ovale del viso purissimo e quasi astratto, di tipo "brancusiano". Si erano date
appuntamento in un famoso locale alla moda e stavano parlando di uomini.
"Io ho il clitoride nell'orecchio" esordì Debora, "Dio mio, è grave?" la prese
affettuosamente in giro Alice, Debora finì in un sorso il suo gin tonic, "non fare
la sciocchina, voglio dire che un uomo per conquistarmi deve scoparmi il
cervello, deve dirmi cose interessanti, il mio orecchio deve godere, capisci?
E non è facile trovare un uomo così, sono quasi tutti superficiali, parlano di
soldi, di macchine, di lavoro, di sport, sono fatti con lo stampino, e pensano
di conquistarmi così, con le loro chiacchiere insulse" "Invece a me basta la mia
di intelligenza, non ne ho bisogno di un'altra, per me è il contrario, un uomo
devo avere un bel cazzo e scoparmi bene, deve farmi gridare, in un certo senso
deve torturarmi a letto, essere violento, sculacciarmi, farmi arrossire le chiappe
e il volto, deve molestarmi fra le lenzuola, girarmi e rigirarmi, affondare il suo
cazzo nel mio corpo con veemenza, voglio la prestazione, senza prestazione
li mando a casa la mattina dopo" e anche Alice finì il suo gin tonic. Un uomo
elegante si avvicinò al loro tavolo, le guardò sorridendo, si presentò "Buonasera,
mi chiamo Gillo Diamine, mi perdonerete ma mi sono permesso di origliare
i vostri discorsi, posso offrirvi una bottiglia di champagne e sedermi qui con
voi'?", le due donne si guardarono divertite, poi guardarono Gillo Diamine e
annuirono quasi con aria di sfida "prego si sieda, una bottiglia di champagne
fa sempre piacere". Gillo prese una sedia e la posizionò tra Debora e Alice,
si sedette, ordinò lo champagne a un giovane cameriere, si allentò la cravatta
e le fissò a lungo con i suoi occhi scuri e penetranti, Alice e Debora ebbero
un brivido vicino al clitoride, l'orecchio era lontano, stiamo parlando del
clitoride non metaforico, quello vero: il grilletto. "Sono Gillo, per gli amici
Gillo, sono sempre Gillo, per gli amici e per gli estranei. Ho 45 anni, sono
un docente di filosofia teoretica, sono stato campione italiano di scherma,
mi piace andare a cavallo e nuotare, ho una villa in Costa Smeralda, gioco
a golf, mi piacciono le Ferrari, ne ho una collezione, amo le donne e nessuna
si è mai lamentata con me, se non di piacere. Posso parlare di Wittgenstein o
di cavoletti di Bruxelles, sono un cuoco raffinatissimo, quando mi dedico a
una donna, non c'è nulla che possa distrarmi, diventa la mia dea e la mia troia,
so quando brutalizzarla e quando essere dolce, e ho un bellissimo e frantumante
cazzo appeso qui, proprio qui" si alzò e disse "disturbo se lo tiro fuori?",
tirò giù la cerniera e fece la sua apparizione un cazzo meraviglioso, lungo
e grosso, dalla carnagione scura, con una cappella rinascimentale, "ecco,
questo è il mio cazzo, ora lo vedete così, leggermente a riposo, ed è già
un bel vedere, immaginatelo gonfio di sangue e di desiderio, potrei farvi
impazzire se solo lo volessi, e dopo avervi scopate fino a farvi fondere la
fica e il culo, vi preparerei un pranzo di alta cucina, dedicato a voi, alla
vostra femminilità, solo che ho un piccolo problema, ho un melanoma sulla
schiena e sto morendo". Rimise il cazzo nelle mutande. Intanto il giovane
cameriere aveva chiamato la polizia e Gillo Diamine fu portato via in manette.
"Queste vostre manette non sono nulla per me, presto avrò altre manette,
e quelle non potrà togliermele nessuno", salutò Alice e Debora con un
lieve sorriso...Debora era in lacrime, il clitoride le era caduto nel bicchiere,
vicino alla fetta di limone del gin tonic, Alice rifletteva sull'atrocità
dell'esistenza, si alzò di scatto a andò a schiaffeggiare l'insulso cameriere.

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